Giovedì 26 Dicembre 2024
Dopo tre anni pagato appena il 18% del dovuto. Ritardi anche sui servizi associati


Giudice di pace, ufficio chiuso ma debiti aperti: l'Unione attende 133mila euro dai Comuni

di Andrea Rifatto | 16/09/2023 | ATTUALITÀ

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La sede di Alì Terme fu chiusa nel 2020

L’ufficio è chiuso ormai da tre anni e mezzo ma i conti sono più che aperti, visto che gli accordi non sono stati rispettati e persiste un debito da quasi 135mila euro. È ancora tutta da definire la vicenda dei mancati pagamenti all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani per la gestione del giudice di pace di Alì Terme, soppresso definitivamente nel 2020 dopo un tentativo fallimentare di mantenerlo in vita. Nel 2015 l’ente sovracomunale coinvolse undici centri del proprio ambito territoriale (Antillo, Casalvecchio Siculo, Forza d’Agrò, Furci Siculo, Limina, Mandanici, Pagliara, Roccalumera, Sant’Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva e Savoca) e sei esterni (Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Alì, Alì Terme, Scaletta Zanclea e Itala) ottenendo dal Ministero della Giustizia il mantenimento della sede con l'obbligo di accollarsi le spese per il personale e la gestione dei locali, ma a tre anni dalla chiusura i Comuni in regola con i pagamenti sono appena la metà e la situazione debitoria è sostanzialmente identica a quella del 2020, quando si susseguirono riunioni e incontri che non portarono a nulla. L’argomento è emerso nel corso dell’ultima seduta del Consiglio dell’Unione, quando in sede di discussione del rendiconto 2022 (approvato all’unanimità dai 13 componenti su 22 presenti) il consigliere Domenico Prestipino (minoranza Pagliara) ha chiesto al presidente Marco Saetti di porre l’attenzione, insieme ai componenti della sua giunta, sull’importante sofferenza che l’Unione si trascina dietro da diversi anni a causa del mancato versamento delle somme da alcuni Comuni: “Bisogna avviare un’azione che non si limiti al sollecito, ma che possa essere più incisiva - ha sottolineato Prestipino - anche tramite il ricorso alle vie legali o in via sostitutiva con l’intervento della Regione”.  Saetti ha fatto presente che è in programma, alla fine del mese, una riunione con gli altri sindaci per affrontare la questione, oltre quella del mancato pagamento, da parte dei Comuni, delle quote spettanti per i servizi associati. 

Il totale dovuto per il mantenimento del giudice di pace fu di 164mila 531 euro per tre anni, calcolato sommando la quota fissa di 1.294 euro per ogni comune e 0,869 euro per abitante, ma l'Unione ha incassato appena 31mila 042 euro da 8 Comuni su 17, pari al 18%, che hanno pagato delle quote parziali e restano dunque da versare ancora 133mila 488 euro. In testa agli enti debitori Santa Teresa di Riva con 28mila 375 euro, seguito da Roccalumera con 14mila 831, Nizza di Sicilia 11mila 954, Alì Terme 10mila 595, Scaletta Zanclea 9mila 602, Itala 8mila 181, Fiumedinisi 7mila 623, Alì 5mila 962, Limina 5mila 827, Savoca 5mila 622, Mandanici 5mila 334, Furci Siculo 4mila 245, Forza d’Agrò 4mila 162, Casalvecchio Siculo 4mila 105, Sant’Alessio Siculo 2mila 626, Pagliara 2mila 351 e Antillo 2mila 086 euro. In merito ai quattro servizi associati gestiti dall’Unione (medico del lavoro, organismo indipendente di valutazione, responsabile protezione dei dati e responsabile del servizio di prevenzione e protezione), sette Comuni sono ancora indietro con i pagamenti: devono infatti versare le quote Roccalumera (8mila 400 euro), Furci Siculo (6mila), Savoca (4mila 800), Limina (2mila 800), Mandanici (2mila 400), Pagliara (1.600) e Roccafiorita (400). Il presidente Saetti ha annunciato l’intenzione di incrementare il numero dei servizi associati, per aumentare il contributo corrisposto dalla Regione e poter garantire un risparmio ai Comuni nell’erogazione di alcuni servizi. Ma bisogna essere puntali nei pagamenti.


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