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Grane per il Comune di S. Teresa: ricorso al Tar contro il Centro rifiuti di Catalmo
di Andrea Rifatto | 30/05/2016 | ATTUALITÀ
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Il Centro comunale di raccolta di Catalmo
Sembra essere nato sotto una cattiva stella il Centro comunale di raccolta dei rifiuti realizzato in contrada Catalmo a S. Teresa di Riva. La struttura, punto di riferimento del nuovo ciclo di gestione dei rifiuti che ha preso il via il 2 maggio scorso con la differenziata porta a porta, non ha ancora aperto battenti e dopo le questioni inerenti l’assegnazione del personale, che hanno visto scoppiare una lite tra il sindaco Cateno De Luca e i dipendenti comunali, rischia di rimanere ancora chiuso per una nuova grana che si è abbattuta nei giorni scorsi sull’Amministrazione. Il 25 maggio è infatti giunto in municipio un ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale di Catania dalla Ing. Arcovito Paolo Costruzioni Srl, società proprietaria dei lotti artigianali limitrofi al sito scelto dal Comune per posizionare il Ccr, con il quale si chiede l’annullamento, previa sospensiva degli atti, delle delibere di Giunta n. 43 del 21 marzo e n. 65 del 21 aprile, con le quali è stato stabilito di dare incarico alla ditta che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani di fornire attrezzature e mezzi per il Centro di raccolta di Catalmo ed è stato assegnato il relativo personale comunale, oltre ad una nota del direttore dell’Area Pianificazione e Gestione del Territorio con la quale è stata realizzata la stessa ditta a realizzare e attrezzare il Ccr. La questione è nata in quanto la Arcovito Srl, che negli anni scorsi ha realizzato il polo artigianale privato di contrada Catalmo, sostiene come l’area dove è sorto il Ccr, ceduta poi al Comune, fosse stata vincolata a parcheggio a servizio dei lotti realizzati poco più a monte e dunque non possa ospitare un centro di raccolta dei rifiuti. La società messinese, di cui è legale rappresentante l’ing. Eugenio Arcovito, ha chiesto inoltre il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti o che potrebbe subire in futuro in conseguenza dei provvedimenti adottati dall’Ente, che vengono giudicati illegittimi. L'Amministrazione ritiene invece che quell'area sia di proprietà comunale e non destinata a parcheggio, in quanto in caso contrario non sarebbe potuta essere ceduta ma serebbe dovuta rimanere in mano ai privati. Intanto la Giunta, su proposta del vicesindaco Danilo Lo Giudice, ha dato incarico per difendersi davanti al Tar all’avvocato Raffaele Tommasini di Messina, stanziando mille euro a titolo di acconto e stabilendo che il compenso massimo non potrà superare i 2mila 918 euro spese e Iva comprese. Il rischio è che qualora il Tar accogliesse la richiesta di sospensiva degli atti, slitterebbero ancora i tempi di apertura del Centro.