Help Center S. Teresa, due anni di importanti risposte ai bisogni del territorio
di Andrea Rifatto | 29/05/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 29/05/2018 | ATTUALITÀ
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Interdonato, Casablanca, Bucalo, Lo Giudice, Miano, Sturiale
Due anni di Help Center. Due anni di importanti risposte ai bisogni del territorio jonico nella struttura nata a S. Teresa di Riva dalla co-progettazione promossa dal Comune e dall’associazione Penelope, che ha portato alla costruzione di un immobile per l’insediamento di servizi sociali mirati a migranti, famiglie, diversamente abili e minori provenienti dal comprensorio tra Scaletta Zanclea e S. Alessio Siculo. Il report sulle attività dei primi 24 mesi dall’apertura, avvenuta a maggio 2016, è stato illustrato questa mattina nel corso di una conferenza stampa al Palazzo della Cultura, alla presenza di Giuseppe Bucalo, presidente di “Penelope”; Antonella Casablanca, coordinatrice dell’Help Center; del sindaco Danilo Lo Giudice, del vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Annalisa Miano, del presidente del Consiglio comunale Domenica Sturiale e della dirigente dell’Istituto comprensivo Enza Interdonato. Ad ascoltare quelle che sono le attività portate avanti nella struttura alcune classi della scuola media, oltre ai volontari e ai collaboratori dell’Help Center. “Siamo riusciti a ottenere risorse pubbliche, molto spesso non intercettate dai Comuni, per uno spazio che dà attenzione a settori purtroppo trascurati dal territorio – ha esordito Bucalo – e le persone che si rivolgono a noi lo fanno perché non trovano risposte nell’Ente pubblico. Siamo allo stesso tempo un bene del Comune e un bene comune, ma soprattutto una struttura promotrice di iniziative, popolata in particolare da donne agguerrite, tenere ma determinate allo stesso tempo”. E tra queste Antonella Casablanca, che rappresenta un faro per chi ha bisogno di aiuto sin dal 2004, quando mise in piedi quel centro per gli stranieri che poi nel 2008 divenne “Il Picchio”. “Ogni cosa l’abbiamo conquistata” ricorda Bucalo. Compreso l’Help Center, che per un attimo due anni fa sembrava stesse “scivolando” via dopo anni di battaglie. Oggi è un fiore all’occhiello. “Abbiamo messo in rete, con una gestione condivisa delle attività, i soggetti del territorio, le scuole, la Neuropsichiatria infantile dell’Asp, il Centro per l’impiego, le associazioni di volontariato – ha spiegato Casablanca – prendendo interamente in carico numerose famiglie che vedono in noi un riferimento sicuro”. Di battaglie la Penelope ne combatte ogni giorno, compresa quella, se così si può definire, per vedere intitolato l’Help Center a Felicia Bartolotta, la madre di Peppino Impastato, il giovane di Cinisi ucciso dalla mafia: una donna che ha incarnato il senso di giustizia e uguaglianza, ideali che la Penelope ha scolpiti dentro. Nel 2016 l’Amministrazione comunale fece un’altra scelta, dedicando l’immobile all’ex consigliere comunale Mario Muscolino: ne nacque una polemica, quella delibera rimase ferma e pare non sia stata inviata in Prefettura. Adesso il sindaco si è mostrato disponibile a cambiarla e a modificare l’intitolazione. Poi Casablanca ha snocciolato i dati della solidarietà a km 0: 118 utenti assistiti, tra singoli e nuclei familiari, con disagi economici, sociali e dipendenze, 177 inserimenti lavorativi andati a buon fine, 108 persone che si sono rivolte allo sportello per famiglie con minori e adulti diversamente abili e al centro diurno; 225 cittadini stranieri che hanno ottenuto aiuto allo sportello di mediazione culturale e per disbrigo pratiche; 254 minori , di cui 42 diversamente abili, hanno usufruito dei servizi e dei laboratori sociali: Senza dimenticare l’area accoglienza per le donne vittime di violenza (4 migranti attualmente ospiti nell’appartamento), il Tao Social Market per il recupero delle eccedenze alimentari, il Servizio civile che ha coinvolto oltre 1000 giovani, molti dei quali hanno scoperto cosa siano il volontariato e la solidarietà, e altre attività di socializzazione. Con l’Help Center collaborano le associazioni Dispari Onlus, Scirocco Onlus, Evaluna Onluns e Comitato di Iniziativa Antipsichiatrica. Ma ciò che Giuseppe Bucalo e Antonella Casablanca puntano a rimarcare è un aspetto fondamentale: lo scopo della Penelope è far sì che ogni attività non si riduca a mero assistenzialismo, come spesso fanno molte amministrazioni pubbliche, ma sia un aiuto strutturato nel tempo, come ad esempio l’inserimento lavorativo, non occasionale ma continuato. E per fare ciò si punta anche far nascere una vera e propria responsabilità sociale nelle aziende, ad esempio affinché assumano persone diversamente abili. “L’Help Center si sporca le mani e lo fa bene” – ha rimarcato la dirigente Interdonato - ed è un luogo dove non si percepisce la diversità di chi lo frequenta”. Il sindaco si è detto soddisfatto delle molteplici attività svolte e ha invitato i ragazzi a far sentire uguali tutti i loro coetanei. “Tracciare un bilancio è fondamentale non solo per comunicare alla cittadinanza ciò che viene fatto ma per far in modo di coinvolgere chi ha più necessità di noi – ha aggiunto – per fare in modo che tutti siano protagonisti della nostra società”.