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I bagnini di S. Teresa non pagati per un debito: vedranno mai i loro soldi?
di Andrea Rifatto | 13/09/2019 | ATTUALITÀ
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Una postazione del servizio di salvataggio a S. Teresa
Pignorati… a loro insaputa. E dunque quei soldi non potevano mai arrivare a destinazione per essere versati ai bagnini. Emerge la verità sulla vicenda del mancato pagamento delle spettanze ai 22 addetti al servizio di salvataggio sulla spiaggia libera di S. Teresa di Riva, appartenenti all’associazione nazionale Corpo Volontario di Soccorso in Mare con sede a Roma. L’acconto del 50% era infatti pronto ad essere versato il 29 agosto dal Comune ma al momento di effettuare il mandato di pagamento, durante la verifica obbligatoria per pagamenti superiori ai 5mila euro sulla presenza di debiti del Cvsm verso l'agente della riscossione, è emersa una cartella esattoriale da 26mila euro emessa da Equitalia nei confronti dell’associazione e dunque il Comune ha dovuto sospendere la procedura per almeno 60 giorni, avvisando la società di riscossione affinché proceda al pignoramento del credito presso terzi. La normativa prevede che se entro tale termine intervengono pagamenti o provvedimenti del creditore che riducono la somma a ruolo, l'agente della riscossione ne dà tempestiva segnalazione all'ente pubblico, al fine di sbloccare parte delle somme da pagare e se entro 60 giorni l'agente della riscossione non notifica alcun atto di pignoramento, l'importo è libero da vincoli e può essere interamente pagato. Quindi almeno per due mesi i bagnini non vedranno un euro. “Abbiamo fatto una riunione con i ragazzi, abbiamo spiegato che non siamo colpevoli né noi né il Comune – dice Alessandro Gaglio, portavoce del Corpo Volontario di Soccorso in Mare – Equitalia ha notificato la cartella a un indirizzo errato di Roma, non alla nostra sede legale, e ne sconoscevamo l’esistenza, non siamo debitori di nulla e quella cifra potrebbe essere legata al contenzioso in corso con il Comune di Taormina. La nostra preoccupazione è solo quella di pagare i ragazzi ma non è semplice, abbiamo chiesto a Equitalia copie dei documenti e l’avvocato sta cercando di capire se la competenza sia del giudice o della commissione tributaria, per impugnare la cartella per vizio di notifica. Sul nostro conto corrente c’erano 15 euro e neanche la banca ci ha detto nulla – aggiunge Gaglio – se avessimo saputo prima della cartella non avremmo neanche fatto il servizio a S. Teresa. Adesso puntiamo a ottenere la rateizzazione da far pagare al Comune di Taormina”. Cartella che dunque dopo essere tornata indietro per irreperibilità del destinatario avrà seguito il percorso previsto dalla legge, con la pubblicazione all’albo pretorio del Comune di Roma prima di far scattare la procedura che porta al pignoramento. Versione esposta anche ai bagnini durante l’incontro, ma il malumore tra chi aspetta le somme rimane alto e non manca la sfiducia che la vicenda non possa concludersi presto con esiti positivi. Il sindaco Danilo Lo Giudice è intervenuto sulla vicenda parlando di “problema che esiste ma non è ascrivibile al Comune né ai nostri dirigenti (Area Vigilanza e Ragioneria) che anzi sono stati solerti ad effettuare il tutto in meno di 10 giorni”, limitandosi a dire che “dalle verifiche il soggetto affidatario risulta inadempiente, quindi il mandato non può essere esitabile”. Dunque non vi è alcuna responsabilità del Comune, a cui nessuno aveva addebitato colpe. La politica sta comunque seguendo la vicenda per far sì che possa essere risolta e i bagnini possano ricevere le loro spettanze: tra i soci dell’associazione Corpo Volontario di Soccorso in Mare vi è tra l’altro il marito della vicepresidente del Consiglio comunale Cristina Pacher, uno dei curatori del servizio di salvataggio, e il presidente del Cvsm, Giuseppe Sperlinga, ha delegato una familiare del consigliere comunale di maggioranza Santino Veri a chiedere copia della cartella esattoriale, della notifica e dell’atto di pignoramento alla sede di Equitalia a Roma, per conoscere tutti gli atti della vicenda. La problematica potrebbe interessare anche altri Comuni dove il Cvsm ha svolto il servizio, ossia Letojanni, Roccalumera e Alì Terme: “In questi tre comuni abbiamo operato con la Sezione regionale dell’associazione e non con quella nazionale colpita dalla cartella esattoriale – dice Alessandro Gaglio – quindi le somme non verranno bloccate”. A Letojanni, però, dove la liquidazione per 13mila euro è già stata firmata, l’affidamento del servizio risulta alla stessa associazione che ha operato a S. Teresa, con la medesima denominazione e codice fiscale: dunque non è escluso che al momento di effettuare il mandato di pagamento Equitalia possa intervenire anche lì. Ad Alì Terme, invece, il servizio risulta essere stato effettuato dal Corpo Volontari di Soccorso in Mare-sede regionale di Catania Sicula Srl”, con indicato un codice fiscale che però risulta inesistente. Un errore nella determina o altro?