Giovedì 21 Novembre 2024
La senatrice parla di ingiustizia per il comandante, il sindaco la attacca sul passato


Il caso Lo Presti a Taormina, volano gli stracci tra Musolino e De Luca

di Andrea Rifatto | 08/09/2024 | ATTUALITÀ

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De Luca e Musolino, un tempo alleati

Fa discutere la scelta dell’Amministrazione comunale del sindaco Cateno De Luca di sopprimere il Corpo di Polizia locale e in ultimo di trasferire l’ormai ex comandante (attualmente in congedo parentale) all’Area Tecnica. Le forze di opposizione contestano la decisione di Palazzo dei Giurati, parlando di emergenza democratica e ritenendo che a pagare le conseguenze del contrasto interno tra sindaco e comandante sia l’interna città. Sulla vicenda è intervenuta anche la senatrice Dafne Musolino (Italia Viva), prendendo le difese dell’ex comandante Daniele Lo Presti: «Un Comune come Taormina, che aveva da oltre 30 anni il proprio Corpo di Polizia locale, si trova adesso con un Servizio per volontà del sindaco e della giunta - ha affermato la parlamentare messinese - per una pretesa razionalizzazione dei servizi che in realtà, come è chiaro a tutti, è solo il modo attraverso il quale si è deciso di neutralizzare il comandante, che difatti non è più tale ma è diventato un dipendente dell’Area tecnica. Su questa questione, vorrei dire ai taorminesi che se si consente a un sindaco di pensare che per contrastare un dipendente che non si piega alla sua volontà si possa sopprimere il Corpo di Polizia, si accetta un sistema di governo illiberale e antidemocratico che non fa onore alla Sicilia». Musolino ha definito inaudito il trasferimento di Lo Presti in quanto unico ufficiale di polizia giudiziaria vincitore di concorso, annunciando che sosterrà la sua battaglia «non solo per l’ingiustizia che sta subendo come uomo e come dipendente, ma anche per difendere la comunità taorminese da quella che considero senza mezzi termini una barbarie del diritto e della democrazia». E c’è chi ha ricordato come il copione che sta andando in scena a Taormina sia lo stesso del 2018 a Messina, quando l’allora sindaco De Luca (assessora alla Polizia locale era proprio Dafne Musolino) rimosse dalla carica di comandante della Polizia locale Calogero Ferlisi, trasferendolo al Dipartimento Demanio, prima che il Tribunale del Lavoro accogliesse la sua richiesta di reintegro nel Corpo. Dubbi vengono sollevati a Taormina anche sulla nuova organizzazione degli uffici del Comune, con il Servizio di Polizia locale alle dipendenze dell’Area Amministrativa e non dotato di autonomia.

La replica del sindaco non si è fatta attendere. «Pur di andare contro di me, che tutti riconoscono essere il suo “padre inventore politico” - ha detto De Luca - è disposta anche a sconfessare sé stessa e la propria storia. La invito nuovamente a un confronto diretto in pubblica piazza, scelga lei il luogo se Messina, Taormina, Fiumedinisi o Roma. Da assessore a Messina ha redarguito Lo Presti con una nota ufficiale del 20 dicembre 2019 per un’intervista rilasciata alla stampa - ha ricordato il sindaco - chiedendo come si fosse permesso senza preventiva autorizzazione dall'Amministrazione, cioè da parte sua essendo l’assessora con delega alla Polizia municipale. E poi ha il coraggio, riferendosi alla mia Amministrazione a Taormina, di parlare di barbarie del diritto e della democrazia?». Il leader di Sud chiama Nord sostiene poi che il comando di Lo Presti a Palazzo Zanca si è concluso prima del tempo su richiesta dello stesso comandante, «esiliato nel frattempo alla Città metropolitana in quanto non gradito proprio dall’assessora Musolino, che il 30 gennaio 2020 lo ha segnalato all’autorità giudiziaria per fatti che riteneva avesse commesso in violazione dei suoi doveri d’ufficio mentre era in servizio al comando della Polizia locale di Messina». Il sindaco De Luca non aggiunge altro sull’ex vertice della Polizia locale taorminese, limitandosi a dire che si sta procedendo nelle opportune sedi e definendolo «un comandante che si comporta alla Schettino, perchè abbandonando una città turistica come Taormina nel periodo più critico da luglio a settembre compie un gesto che infanga la divisa e si commenta da solo. Se avesse voluto onorare realmente la divisa che porta - il pensiero del primo cittadino - avrebbe potuto scegliere di prendere il congedo parentale in un periodo più tranquillo». Poi l’annuncio finale: «Non accetto intimidazioni ed ingerenze - conclude Cateno De Luca - da soggetti che sono collegati dal comune odio nei miei confronti».


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