Il futuro dei piccoli centri passa dalle strade: serve una scelta chiara o sarà declino
di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ
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La frana sulla Sp 12 a Murazzo
È il momento di prendere una decisione: o si garantiscono con una seria programmazione le condizioni di sicurezza per raggiungere i paesi collinari e montani o il loro destino è segnato, già da ora, e si arriverà allo spopolamento e all’abbandono definitivo. È il senso degli interventi che i sindaci jonici hanno fatto nell’incontro a Santa Teresa di Riva con la Città metropolitana, presente con il sindaco Federico Basile, il direttore generale Giuseppe Campagna, l’esperta Laura Castelli, il dirigente della Direzione Viabilità Biagio Privitera e il responsabile del Servizio Manutenzione Viabilità Zona Jonica-Alcantara Gaetano Maggioloti, a pochi giorni di distanza dal maltempo che ha provocato dissesti e frane su tutte le arterie. «Bisogna fare un passo in avanti, un salto di qualità - ha detto Marco Saetti, sindaco di Casalvecchio Siculo - è ora di smetterla e di uscire dalla logica dell’emergenza, sicuramente ci sono problemi organizzativi grossi ma credo che lo spirito e la mission della Città metropolitana sia quello pianificare e progettare lo sviluppo reale dell’intero territorio. Se non facciamo questo salto di qualità e continuiamo a pensare che valga l’orticello e non il territorio esteso, è chiaro che abbiamo difficoltà ad andare avanti. La Città metropolitana deve porsi il problema su che sviluppo vuole dare - ha rimarcato - se vogliamo continuare ad assistere ai fenomeni di spopolamento dei piccoli comuni perché manca una viabilità decente oppure preferire un altro tipo di sviluppo. Si inizi a ragionare in termini di livello superiore, bisogna fare questo sforzo finora mancato». Percorrere le strade provinciali equivale ad una roulette russa e il rischio che accada una tragedia è quotidiano: «Il territorio è fragile e le strade sono inadeguate per i tempi - ha fatto presente Davide Paratore, sindaco di Antillo - dobbiamo avere il coraggio e la determinazione di lavorare per migliorarle, trovando i fondi per la progettazione. Solo garantendo strutture e servizi possiamo evitare lo spopolamento e salvare le comunità». In questi anni sono stati fatti interventi di manutenzione straordinaria a macchia di leopardo ma poco è cambiato per migliorare la percorribilità: «La Città metropolitana ha le competenze e la professionalità per agire - il pensiero di Rosario D’Amore, sindaco di Mongiuffi Melia, comune a rischio isolamento per due frane a valle e a monte - va fatto un salto di qualità anche da parte dei sindaci nel seguire i lavori, in passato alcuni interventi sono stati fatti male ed è stato necessario agire nuovamente negli stessi punti». Filippo Ricciardi, sindaco di Limina, ha lanciato l’allarme sul dissesto della Sp 12 a Passo Murazzo, da dove quotidianamente avviene la caduta di massi, così come i colleghi Natale Briguglio (Nizza di Sicilia), Orlando Russo (Castelmola), Massimo Stracuzzi (Savoca), Daniele Laudini (Itala) e Sebastiano Gugliotta (Pagliara) hanno segnalato le criticità dei loro territori, sottolineando come sia necessario garantire anche la manutenzione ordinaria e agire con la prevenzione, ricordando come sia difficile agire nell’emergenza. «La Città metropolitana si confronti con le imprese costruttrici del raddoppio ferroviario - la richiesta del sindaco di Sant’Alessio Siculo, Domenico Aliberti - opera che tutti attendavamo ma è fuori di dubbio che stia creando problemi non indifferenti su un territorio fragilissimo e a subirne le conseguenze sono i comuni sede di stazione ferroviaria, che sarà un vantaggio ma in questa fase i disagi sono notevoli. A Sant’Alessio Siculo la stazione sorgerà in corrispondenza della Sp 12 e le portate d’acqua che arrivano ad ogni pioggia sono notevoli e la strada viene inondata con pericolo per la circolazione. Una situazione di dissesto è presente anche sulla Sp 16 di Forza d’Agrò - ha aggiunto Aliberti - sotto l’arteria è territorio di Sant’Alessio ed è in costante frana e fra poco la strada ce la ritroveremo giù».