Il "giallo" dei pozzi a Taormina, Asm conferma: "C'era già ma non si poteva agire"
di Andrea Rifatto | 04/09/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 04/09/2024 | ATTUALITÀ
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Il varo del nuovo pozzo a Sifone
Se il sindaco Cateno De Luca ha dichiarato di averlo scoperto solo il 26 agosto, grazie ad un post dell’oppositore Danilo La Monaca, l’Azienda servizi municipalizzati di Taormina era a conoscenza dell’esistenza del pozzo in contrada Sifone, realizzato nel 2013 ma mai autorizzato dal Genio civile. La conferma arriva dal presidente della partecipata, Giuseppe Campagna, che non ha gradito le polemiche sulla nuova perforazione e le accuse di spreco di risorse pubbliche per realizzarla anzichè riattivare il pozzo esistente. «L’ingegnere Vincenzo Indelicato ha chiarito, in una relazione tecnica, i motivi per cui non si poteva intervenire sul primo pozzo, anche se continua a operare regolarmente - afferma il presidente di Asm - gli studi preliminari effettuati prima del saggio geognostico hanno evidenziato che il pozzo esistente era dotato di pompa e tubazione di mandata sottodimensionate rispetto alle potenzialità del sito. Il pozzo, infatti, può erogare circa 16 litri al secondo, mentre la portata dell’acquifero è significativamente superiore. Questa valutazione è supportata dal fatto che il livello dinamico della falda si mantiene costantemente a circa 20 metri sopra la quota di installazione della pompa». Dati che hanno spinto a chiedere al Genio civile la realizzazione di un saggio geognostico per ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica, che ha confermato l’ipotesi iniziale rilevando un livello della falda a circa 60 metri sotto il piano di campagna, nonostante il pozzo esistente sia attivo 24 ore su 24 da anni. La prova di portata sul nuovo pozzo pilota, effettuata mantenendo il vecchio pozzo in funzione, ha dimostrato che sarà possibile prelevare fino a 25 litri al secondo, senza interferire con l’attuale capacità del pozzo esistente, e per garantire la stabilità a lungo termine è stata verificata anche la profondità della base dell’acquifero, che si trova a circa 126 metri, confermando la solidità della risorsa idrica. L’acqua prelevata dal pozzo esistente è rimasta limpida, segno della buona pressione della falda, e i risultati del saggio sul pozzo pilota hanno portato alla decisione di proseguire con la sua trasformazione in pozzo definitivo. «Quanto riscontrato dall’ingegnere Indelicato conferma la bontà dell’operazione e smentisce categoricamente alcune fantasiose ricostruzioni da parte di chi non ha conoscenza della materia - commenta Campagna - ad esempio l’avvocato La Monaca secondo il quale il pozzo esistente era otturato. Niente di più falso, è operativo ma con una capacità di erogazione limitata e così come ha spiegato l’ingegnere Indelicato non era possibile agire sullo stesso. Su questo pozzo esistente, che serve regolarmente dal 2013 la città di Taormina, stiamo facendo altre verifiche, dal momento che non vi sono riscontri sulla sua autorizzazione». Proprio il Genio civile ha invitato l’1 agosto tutti i Comuni “a vigilare e intensificare i controlli al fine di verificare la regolarità di prelievi, captazioni e derivazioni che interessano alvei dei torrenti o falde sotterranee” e dunque il primo pozzo di contrada Sifone corrisponderebbe ad un prelievo abusivo. Ciò potrebbe comportare una sanzione amministrativa da 8mila a 50mila euro (con riduzione di un terzo nei casi in cui sia in corso un iter procedurale autorizzativo o concessorio che però in questo caso non c'è), oltre al pagamento dei canoni non corrisposti, e in questi casi è prevista la cessazione dell'utenza abusiva, anche se in presenza di particolari ragioni di interesse pubblico generale si può eccezionalmente consentire la continuazione provvisoria del prelievo, purché l'utilizzazione non risulti in palese contrasto con i diritti di terzi e con il buon regime delle acque.