Il "mistero del pozzo" a Taormina: il sindaco "scopre" che ne esiste un altro accanto
di Andrea Rifatto | 02/09/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 02/09/2024 | ATTUALITÀ
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Il saggio geognostico realizzato nelle scorse settimane
Se fosse un romanzo di Camilleri potrebbe intitolarsi il mistero di contrada Sifone. O dei due pozzi. Sì, perchè oltre quello “benedetto” lunedì scorso dal sindaco Cateno De Luca, nella contrada di Castelmola dove si ritiene vi sia abbondanza d’acqua c’era già un pozzo. A mettere la pulce nell’orecchio al primo cittadino di Taormina è stato già lunedì l’avvocato Danilo La Monaca, che sul suo profilo social ha parlato di pagliacciata del nuovo pozzo già esistente. E arrivato in municipio, De Luca il dubbio lo ha avuto e così ha chiesto delucidazioni. «Mi sono informato e mi è stato detto che in contrada Sifone esiste già un pozzo a distanza di 5-6 metri, quindi la falda è la stessa - ha detto il sindaco nel comizio in piazza giovedì sera - ma non risulta dagli atti ufficiali, non troviamo le autorizzazioni per realizzarlo. Se qualcuno viene ora e chiude il pozzo Sifone i taorminesi sanno con chi se la devono prendere - ha aggiunto il sindaco, non si comprende temendo cosa se le procedure per eseguire la nuova trivellazione sono state seguite correttamente - forse La Monaca pensa di intimorirmi sul fatto che ho scoperto adesso di questo pozzo, che potrebbe essere abusivo. E se fosse stata immessa l’acqua nell’acquedotto, come pare, senza le analisi?». Dal palco sono state mostrate una determina del 3 settembre 2013, firmata dall’allora commissario liquidatore di Asm Cesare Tajana, con la quale veniva conferito l’incarico ad un geologo per l’assistenza ad un sondaggio esplorativo per la ricerca di nuove risorse idriche in corrispondenza della sorgente di contrada Sifone (indicata come nel comune di Taormina) e una fattura per la realizzazione del pozzo per un importo di 27mila 225 euro, datata 3 settembre 2013 e pagata il 6 settembre, emessa dalla stessa ditta che ha effettuato la trivellazione nei giorni scorsi, citata dal sindaco Cateno De Luca e dal presidente Asm Giuseppe Campagna nella diretta di lunedì scorso come affidataria il 5 agosto dei lavori del saggio geognostico, per il quale al momento non risultano pubblicate determine di affidamento degli interventi. «Nell’elenco dei canoni concessori pagati al Genio civile non c’è il pozzo Sifone ma la sorgente, dalla quale ormai non esce più acqua - ha evidenziato il sindaco - dunque l’acqua di questo pozzo dal 2013 viene consumata dai taorminesi, senza autorizzazione sanitaria alla potabilità e senza analisi. Stiamo approfondendo la questione e verificheremo come stanno le cose». Poche ore dopo è arrivata la replica di La Monaca: «Il pozzo già esistente accanto quello nuovo era otturato e poteva essere sturato - ha sostenuto - anzichè spendere 100mila euro per farne un altro e attingere ad una falda che si conosceva già. Una fonte destinata ad esaurirsi in breve tempo». Intanto Asm ha reso noto sabato pomeriggio che i primi risultati delle analisi effettuate dall’Asp sulla potabilità dell’acqua del nuovo pozzo di contrada Sifone confermano che i parametri rilevati sono conformi alla legge e attestano un’acqua di eccellente qualità, come dichiarato dal responsabile del laboratorio ambientale accreditato. Adesso bisognerà attendere i tempi tecnici e burocratici necessari a completare la procedura per attivare la nuova fonte.