Intervento salvavita a Taormina: tecnica innovativa con impianto di una protesi valvolare
di Redazione | 31/05/2024 | ATTUALITÀ
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L'equipe multidisciplinare che ha eseguito l'intervento
Intervento salvavita all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina su un 60enne in gravi condizioni cardiovascolari affetto da ‘Tetralogia di Fallot’, portatore di pace-maker e già sottoposto a numerosi interventi di cardiochirurgia. L’avanzato grado di scompenso cardiaco era sostenuto dal malfunzionamento della valvola protesica impiantata circa 15 anni prima in sede polmonare e le condizioni del paziente non consentivano di sostenere un intervento a cuore aperto in circolazione extracorporea. Ciò ha reso necessario il ricorso ad una tecnica innovativa che consiste nel posizionamento per via endoscopica di una protesi valvolare polmonare all’interno della precedente. L'intervento è stato eseguito con successo dal dottor Paolo Guccione responsabile della Cardiologia pediatrica in collaborazione con il dottor Giuseppe Cinnirella responsabile dell’Emodinamica e il dottor Enrico Iannace, responsabile dell’Anestesia e Rianimazione. La procedura è stata realizzata anche grazie al supporto organizzativo del direttore sanitario di Taormina dott. Paolo Cardia: “Siamo molto lieti di aver eseguito qui questo innovativo intervento - ha sottolineato quest’ultimo - grazie ad una equipe multidisciplinare composta da medici molto preparati. Colgo l’occasione per ringraziare il commissario straordinario dell’Asp Giuseppe Cuccì e il direttore sanitario Lia Murè per la fiducia che hanno sempre riservato all’ospedale di Taormina”. “Siamo sempre orgogliosi dei nostri medici – ha commentato Cuccì - che dimostrano ancora una volta l'eccellenza della nostra comunità medica. Con competenza e dedizione hanno affrontato una situazione critica, riuscendo a superare le difficoltà e a garantire il miglior esito possibile per il paziente. Questo successo è il risultato di un lavoro di squadra impeccabile e dell'impegno costante per l'innovazione e la cura degli utenti. Il paziente già l’indomani della procedura ha riferito beneficio clinico e ha lasciato l’ospedale appena due giorni dopo l’impianto della nuova valvola”. L’intervento. “In un cuore sano la valvola polmonare – spiega Guccione - posta tra il ventricolo destro e l'arteria polmonare, si apre per consentire al sangue di procedere verso i polmoni per ossigenarsi e poi si chiude, per impedirgli di tornare indietro verso il ventricolo destro. Nei pazienti con alcune cardiopatie congenite (la maggior parte dei casi di stenosi polmonare o la tetralogia di Fallot) questa funzione di cerniera è compromessa. Si verifica così un fenomeno di rigurgito polmonare, un parziale reflusso di sangue risolvibile normalmente con il posizionamento di protesi valvolari polmonari tramite intervento chirurgico a cuore aperto o, quando è possibile, per via endoscopica. In questo modo viene ristabilita la corretta funzionalità del cuore. L'impianto per via endoscopica – preferibile per il minore stress fisico e psicologico causato al paziente - può essere ostacolato o impedito dalla morfologia irregolare dell'efflusso destro, che può presentare un'eccessiva dilatazione a causa di precedenti interventi chirurgici o di altri fattori. L'utilizzo a regime di dispositivi transcatetere, quando sarà possibile, consentirà dunque di trattare una più ampia platea di pazienti con cardiopatie congenite oggi destinati al bisturi a causa di estese dilatazioni dell'efflusso destro- La possibilità di una procedura dopo la quale si può tornare a casa in 2-3 giorni – afferma ancora il dott. Paolo Guccione – è un risultato importante in termini di vissuto del paziente che viene sottoposto a un minore stress fisico e psicologico rispetto a un intervento chirurgico a cuore aperto. Ciò rappresenta anche un vantaggio anche per il Servizio sanitario nazionale per il minore impegno di risorse. Oggi, grazie allo straordinario supporto dell’azienda siamo felici di aver potuto rispondere all’esigenza di cura di una nostro paziente per il quale l’intervento chirurgico avrebbe rappresentato un rischio troppo elevato”.