Io, portalettere al tempo del Coronavirus: "Ogni giorno 300 km per servire i miei anziani"
di Andrea Rifatto | 30/04/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 30/04/2020 | ATTUALITÀ
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Mariangela Di Modica con il suo mezzo di lavoro
La pandemia ha stravolto le nostre vite, imponendoci nuove regole, nuovi metodi di approccio con gli altri, nuovi sistemi di lavoro. E tra chi ha si è vista stravolta la propria routine da un giorno all’altro ci sono anche i portalettere. Mariangela Di Modica è una di loro: 40 anni, residente a Villasmundo, frazione di Melilli (Siracusa), ogni giorno percorre 154 km all’andata e al ritorno per prestare servizio nella frazione di Zafferia, di cui ormai si sente un po’ anche cittadina. Una storia di sacrifici quotidiani per svolgere un lavoro che oggi più che mai assolve un compito sociale. “I primi giorni ero terrorizzata e ho preso le ferie - racconta - ho vissuto un trauma superato grazie anche ai colleghi del centro di recapito di Pistunina. Poi ho capito che con questo virus dobbiamo conviverci e la vita deve andare avanti”. La sveglia a casa di Mariangela suona presto e alle 6.30 si esce: “Per evitare rischi per me, la mia famiglia e le persone che mi circondano, in questo periodo evito il pullman - spiega - e viaggio con la mia auto per oltre tre ore al giorno. Spostarsi è diventato più faticoso ma anche più sicuro, lavoro fino alle 16 e alle 17.30 faccio rientro a casa, dove mi attende mio figlio di 18 anni”. A Zafferia ormai tutti la conoscono come la postina e in questo periodo di emergenza sanitaria, chi come lei continua a prestare il proprio servizio resta impresso nella mente dei cittadini che dalle finestre delle proprie case scrutano le strade semivuote a caccia di “umanità”. Oggi il lavoro del portalettere è cambiato ma la sua missione è rimasta la stessa, anzi ha un valore in più. Armata di guanti e mascherina, la postina di Zafferia è attesa più di prima dai propri clienti che, spesso anziani, sono contenti di interagire seppur a distanza col mondo esterno. La posta e i pacchi si consegnano secondo le nuove disposizioni che vietano ogni contatto: accertata la presenza del destinatario, è il portalettere a firmare al posto del cliente inserendo una dicitura secondo legge. Nel caso di Zafferia, una frazione oggi silenziosa e lontana dai ritmi di città, le consegne sono intervallate dal desiderio di molti clienti di recuperare un rapporto umano. E così, tra un pacco e-commerce – sempre più frequenti nelle ultime settimane – e una raccomandata, spesso dai balconi giungono le affettuose premure dei cittadini, che si preoccupano di sapere se alla postina occorra qualcosa e come si senta a girare così “bardata” per le strade. Attenzioni ricambiate dalle accortezze di Mariangela, che dopo aver lasciato un pacchetto in un androne si sofferma qualche minuto in più prima di andar via per attendere l’arrivo del legittimo proprietario. Oppure aspetta che venga calato il panaro dal balcone per ritirare la posta senza muoversi di casa. Metodi antichi ma in tempo di pandemia più utili che mai. “La gente, soprattutto gli anziani, comprende il sacrificio che faccio - conclude Mariangela Di Modica - basta un loro sorriso o una frase come “Il Signore le dia tanta salute” e mia la giornata prende una piega diversa”.