Itala, un murale unisce Italia e Lituania ma divide il paese. Il Comune: "Va cancellato"
di Andrea Rifatto | 11/01/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/01/2023 | ATTUALITÀ
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Il murale "Labas Itala" al centro delle polemiche
È nato per mostrare le radici comuni di due mondi apparentemente lontani e unirli con un abbraccio, ma è finita per divenire oggetto di divisioni all’interno del piccolo borgo che la ospita. È divenuto un caso internazionale un murale realizzato a Itala e se le parti rimarranno ferme sulle proprie posizioni si rischia l’incidente diplomatico con un Paese estero. L’opera, chiamata “Labas Itala”, è stata realizzata nel 2020 sulla facciata di un edificio privato dall’artista lituana Egle Narbutaite, nell’ambito di un progetto culturale realizzato in collaborazione con l’Istituto nazionale di cultura lituana, ma nei mesi scorsi il Comune ne ha ordinato la rimozione. Il motivo? Il murale è stato realizzato in assenza di idoneo titolo abilitativo edilizio (Comunicazione asseverata di inizio lavori, Cila) trattandosi secondo l'Ufficio tecnico di manutenzione straordinaria che modifica sostanzialmente il prospetto del fabbricato alterandone l’estetica e in violazione del Piano regolatore generale, visto che l’immobile ricade in zona A centro storico dove sono ammessi interventi di conservazione tipologica e di finitura e le facciate devono essere finite con intonaco tinteggiato, con colori del posto e non dissonanti. Tesi sostenuta dal Comune, che dopo una segnalazione anonima ha emanato prima un’ingiunzione di pagamento da 1.000 euro firmata dal responsabile temporaneo dell’Area Tecnica, il geometra Gaetano Magazzù, e poi un’ordinanza di ripristino della facciata con colori e tinte preesistenti entro 90 giorni, siglata dal geometra Giovanna Cuppari, attuale dirigente comunale. Una vicenda finita anche sui tavoli della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, che ha messo nero su bianco come non servisse alcuna autorizzazione e che dunque non è stato violato l’articolo 21 del Codice dei Beni culturali, in quanto il palazzo non è soggetto a dichiarazione di interesse e non sono state ravvisate situazioni ostative neanche in ordine alla tutela indiretta. Il murale, che riproduce l'ulivo siciliano e il melo lituano, due alberi che nascono e si diramano da due persone con le teste appoggiate l'una sull'altra, è stato realizzato su un edificio di proprietà di Domenico Crisafulli (e della moglie Simona), figlio dell’ex sindaco scomparso lo scorso anno e candidato alle ultime elezioni amministrative al Consiglio comunale nella compagine attualmente in minoranza. “Sono convinto che i motivi di questa azione siano di natura politica - ci dice Crisafulli - se collego tutto ciò al fatto che alle scorse elezioni ero candidato nella lista opposta all’attuale maggioranza, mi fa pensare che la natura dell’attacco al murales sia ben lontana dalla rivendicazione di un ‘corretto iter amministrativo’. L’opera è stata realizzata più di due anni fa ed inaugurata alla presenza delle autorità, incluso il sindaco del tempo. Da allora ha avuto un grande risalto, è stata accolta positivamente da tutti i media, è diventata un elemento di attrazione per i turisti e i visitatori della nostra comunità. Sicuramente non è un’opera che viene scoperta solo ora e sicuramente è ben conosciuta dalla comunità italese e dalle istituzioni locali. Un anno dopo la sua realizzazione, l’allora capogruppo di minoranza, ora attuale sindaco, espresse pubblicamente sui social obiezioni riguardo il murale - prosegue il proprietario dello stabile - ma nessuna denuncia era mai stata formalizzata. Se non fosse stato rispettato l’iter amministrativo, perché non formalizzare la denuncia subito? La realizzazione del murale rientra tra gli interventi di edilizia libera (manutenzione ordinaria) che non ne necessitano di titolo abilitativo ed è stato realizzato su una parete di proprietà esclusiva che affaccia su terrazzo privato: nel momento in cui si lancia l’accusa di abuso dovrebbero spiegarmi anche quale vantaggio illecito mi si accusa di aver ottenuto, tenendo conto del fatto che, al contrario, limito la mia disponibilità della mia proprietà per dedicarla ad un’opera d’arte che deve essere tutelata. Il disegno non è un semplice graffito ma un’opera d’autore unica e irripetibile, protetta dal diritto d’autore. Il murale ‘LabasItala’ è un progetto culturale finanziato con l’intervento privato, che non è costato un centesimo alla comunità di Itala e che ha dato visibilità europea e internazionale al paese. Invito l’Amministrazione a tornare sui propri passi - conclude Domenico Crisafulli - e da presidente della Pro Loco propongo di aprire anzi un dialogo che porti all’elaborazione di una regolamentazione sulla realizzazione dei murales, opere che potrebbero valorizzare itala e le sue bellezze favorendo il turismo”. Anche il console onorario della Repubblica di Lituania per la Sicilia, Alessandro Palmigiano, ha scritto al Comune segnalando l’importanza dell’opera sia da un punto di vista artistico che per i rapporti di amicizia e vicinanza tra la Sicilia e la Lituania, così come l’associazione “La comunità lituana in Italia” di Roma ha auspicato il ritiro dell’ordinanza di rimozione. “Non ci sono motivi politici, lungi da me essere vendicativo - commenta il sindaco Daniele Laudini - che ci sia una violazione è oggettivo, non ci sono dubbi che sia un abuso. Bisognava seguire l’iter burocratico previsto dalle leggi edilizie, se si pensa di poter fare quello che si vuole allora diventa un problema. Legittimare un intervento di questo tipo, qualora fosse possibile, vorrebbe dire consentire anche ad altri di modificare i prospetti delle proprie abitazioni. Se ci fosse un progetto complessivo di street art attuato dal Comune allora sarebbe diverso, ma il nostro regolamento edilizio non lo prevede. Questo intervento non è in regola, non è stata presentata la Cila, è abusivo - ribadisce il primo cittadino - ho detto più volte ai proprietari che la manutenzione ordinaria consiste esclusivamente nel rifacimento di intonaci e tinte già esistenti, se invece si realizza qualcosa di ex novo che muta in maniera sostanziale il prospetto si rientra nel caso di manutenzione straordinaria, che nel centro storico necessita di Cila. Tutto è partito da un controllo volto a salvaguardare il centro storico, il murale rientra in altri abusi nello stesso fabbricato oggetto di altre ordinanze di rimozione. Tra l’altro è una vicenda nota in paese da anni, da consigliere di minoranza non avevo agito perchè ero convinto fosse tutto in regola, ma nel momento in cui da sindaco mi viene segnalato qualcosa io mando l’Ufficio tecnico a verificare e in questo caso sono stati riscontrati più abusi, tra cui il murale. Non entro nel merito dell’opera, lungi da me denigrarne l’importanza - prosegue - ma sono chiamato a far rispettare le leggi sul mio territorio e non posso far finta di nulla. Il centro storico di Itala è talmente bello che non ha bisogno di murales per essere abbellito. Il fatto che all’inaugurazione fosse presente il sindaco, padre e suocero dei proprietari, è una cosa che peggiora la situazione, che non sappiano che per un intervento del genere servisse un’autorizzazione… avrebbero potuto richiederla e l’Amministrazione gliela avrebbe potuta rilasciare. Tutto ciò non è stato fatto, significa che c’era qualcosa sotto per la quale non si poteva rilasciare. Adesso che ho contezza della situazione, risponderò al console Palmigiano scusandomi per il ritardo - conclude il sindaco Laudini - dicendo che rispetto il suo pensiero ma che sono chiamato a far rispettare le regole e siccome non si tratta di una questione soggettiva sulla bellezza o meno dell’opera, ma di un abuso edilizio, come tale va rimosso perchè i centri storici vanno tutelati”.