Ius soli, avvocati messinesi a confronto su pro e contro della riforma
di Filippo Brianni | 09/01/2018 | ATTUALITÀ
di Filippo Brianni | 09/01/2018 | ATTUALITÀ
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L'incontro di Saponara
Sbendata dagli ideologismi che possono distorcerne la prospettiva, trasformando il pregiudizio in giudizio, e pesata al netto delle esigenze politiche, che in genere vanno là dove le porta il voto, qual è il miglior sistema di attribuzione della cittadinanza? Quali sono i risvolti giuridici dietro la scelta di trasformare in cittadino italiano un figlio di italiani che magari non vive in Italia, oppure attribuire la cittadinanza a bambini nati in Italia ma da stranieri? E l’attuale dibattito sullo “ius soli”? “Opportuno riconoscimento di diritti”, secondo il professor Giovanni Moschella; “tanto rumore per nulla”, secondo il suo collega Mario Ferrante. Sullo sfondo, tante questioni: una nazione che invecchia; un popolo che emigra con coraggio ma riceve migranti con paura; un’integrazione spesso… disintegrata dall’imponenza dei numeri e l’impotenza delle politiche. E, in mezzo, le storie, quelle che i numeri sparigliano. Come quella di Idris Koulibaly (“Sì, come il giocatore del Napoli”), un ragazzino che in diciassette anni di vita è scappato da solo dal Mali in guerra, attraverso il Bukina Faso, poi il pullman per il Niger, i fuoristrada nel deserto per la Libia, le prigioni, le pistole, il barcone (senza saper nuotare..), i centri di accoglienza, la calda scuola, una ragazza italiana. E che in meno di un anno parla italiano meglio di coetanei messinesi ed è salpato dalla terza media al terzo superiore dell’Antonello di Messina. Insomma, era tanta la carne al fuoco ed è stata tutta ben cotta all’incontro di aggiornamento professionale sullo “ius soli”, organizzato a Saponara dall’Ordine degli avvocati di Messina, in collaborazione con un’importante azienda di mobili che ha ospitato l’evento. Un’intera giornata in cui gli avvocati peloritani si sono interrogati sui i pro e contro dello “ius soli” ed hanno avuto modo di riflettere sulle implicazioni pratiche, sociali ed economiche che fa spostare la barra da una parte o dall’altra. Ha aperto i lavori Luigi Chiara (docente di Storia contemporanea a Messina), distribuendo “le carte” del dibattito, attraverso i dati statistici. Uno per tutti: “In 36 anni i residenti in Italia sono passati da 210mila e 5 milioni”. Lo ius soli è un approdo ormai necessario, secondo Giovanni Moschella, docente di Diritto pubblico all’Università di Messina, soprattutto per quei bambini nati qui e che vivono fianco a fianco con i nostri figli, parlano i nostri dialetti, sono come noi. Un giudizio positivo, il suo, sulla legge da mesi ferma ad un metro dal traguardo in Senato, anche perché “non basterà nascere in Italia ma sarà necessario conoscerne la lingua, avere un reddito adeguato, aver completato un ciclo di studi”. Piero Ferrante (docente di Diritto canonico all’Università di Palermo) la butta in… Shakespear: “Tanto rumore per nulla: lo ius soli, laddove è stato adottato, come negli Usa, non ha risolto i problemi e l’attuale legge italiana consente l’acquisizione della cittadinanza agli stranieri in presenza di determinate condizioni”. La seconda parte dell’evento si è concentrata su risvolti più particolari, come quello sanitario (dottoressa Annamaria Schepis, Asp Messina) e quello economico-sociale, illustrato da Santino Tornesi di Migrantes, che in un dettagliatissimo “report” ha dimostrato, tra l’altro, come per l’Italia l’immigrazione sia un vantaggio culturale e pure economico: “Gli immigrati contribuiscono per 17 miliardi a fronte di una spesa di 14,7 miliardi. Senza considerare che con loro rimesse fanno cooperazione diretta ed efficace”. Dopo l’intervento del giovane del Mali, ha chiuso i lavori Carmelo Picciotto, uno degli avvocati più attivi nel settore, che si è concentrato sulla problematica dei diritti umani, con toni critici sugli accordi con la Libia perché trattenga i migranti nelle loro “strutture” (“è come se avessimo fatto accordi con la Germania hitleriana per trattenere gli ebrei nei leger nazisti”). “A Messina abbiamo ormai creato un ottimo gruppo di immigrazionisti, anche grazie al corso che abbiamo avviato nel 2017”, ha detto Gianni Villari, responsabile della formazione dell’Ordine degli avvocati, che ha coordinato l’evento insieme agli avvocati Paola Grillo, Cettina Fasolo, Letizia Lo Giudice e Andrea Melita.