L’ex poligono di tiro a segno nazionale di Alì Terme vincolato dalla Regione
di Redazione | 07/05/2016 | ATTUALITÀ
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La struttura all'ingresso sud di Alì Terme
Importante riconoscimento dalla Regione Siciliana per l’ex Poligono di tiro a segno nazionale di Alì Terme. L’assessorato dei Beni culturali e dell'Identità siciliana ha infatti dichiarato l’area su cui sorge la struttura come sito di interesse culturale sottoposto a tutte le prescrizioni di tutela previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il decreto che ufficializza l’apposizione del vincolo è stato firmato il 21 aprile scorso dal dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, Gaetano Pennino, e nel documento viene specificato come il complesso immobiliare denominato “Porzione dell'ex Poligono di Tiro a Segno Nazionale di Alì Terme”, ubicato all’ingresso sud del paese al confine con Nizza di Sicilia e costituito dalle parti edificate, dalle strutture per il tiro, di cui sono parte integrante il campo, il diaframma di protezione, le quinte e il muro perimetrale, rappresenti, nonostante l'incuria, un'importante testimonianza storica per la riviera jonica messinese. Da qui la decisione di dichiarare l’area di interesse culturale, provvedimento che fa seguito alla nota del 9 dicembre 2015 con la quale l'Agenzia del Demanio, ente proprietario dell’area, ha chiesto la verifica dell'interesse culturale del bene e visto anche il parere del 24 marzo scorso con il quale la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina ha verificato la sussistenza dell'interesse culturale dell’ex Poligono di tiro aliese. Il decreto della Regione sarà trascritto dalla Soprintendenza presso l'Ufficio del Territorio – Servizio Pubblicità Immobiliare ed avrà efficacia nei confronti di tutti i successivi proprietari, possessori e detentori a qualsiasi titolo. La costruzione del Poligono di tiro a segno nazionale ad Alì Terme viene fatta risalire al periodo tra il 1890 e il 1900, in seguito all’emanazione della Legge del 2 luglio 1882 che lo Stato italiano promulgò con lo scopo di istituire accanto ad autonome società di tiro a segno anche strutture nazionali capaci di preparare la gioventù e conservare la pratica delle armi in tutti coloro che facevano parte dell’esercito permanente e delle milizie. Edificato lungo l’alveo del torrente Nisi in prossimità della costa, su un’area di circa 7.000 metri quadri appartenenti al Demanio militare, divenne ben presto punto di riferimento di tutta la riviera jonica messinese. Nel ventennio tra le due Guerre il Partito Fascista predispose una serie di esercitazioni volte a preparare i futuri soldati ad una eventuale e possibile guerra ed i campi di tiro a segno di tutta Italia divennero luoghi dove fare esercitazioni premilitari: tra questi anche il Poligono del tiro a segno di Alì Terme, riferimento per le esercitazioni di tiro e per le riunioni del Sabato Fascista. Dopo la guerra la struttura rimase ancora efficiente, con il suo campo di tiro lungo più di 200 metri, ma venne gradualmente abbandonata negli anni successivi. La decisione di dichiarare l’area di interesse culturale produrrà i suoi effetti sia sul progetto dello svincolo autostradale di Alì Terme ma anche sulla sistemazione dell’attuale ponte della Strada statale 114: il complesso storico non potrà infatti essere intaccato da alcun intervento e dovrà rimanere in piedi.