"La Cardiochirurgia pediatrica non resterà a Taormina ma andrà a Catania o Messina"
di Andrea Rifatto | 07/03/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 07/03/2025 | ATTUALITÀ
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Il reparto di Cardiochirurgia pediatrica
«Il futuro del Centro di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina è già tracciato, ora bisogna solo attuarlo». Le parole del deputato nazionale Francesco Ciancitto (Fratelli d’Italia), membro della commissione Affari sociali e vicepresidente della Commissione d’inchiesta Covid, delineano un destino per il Ccpm, attualmente in proroga (non rinnovabile e non derogabile) fino al 31 luglio con l’ospedale “Bambin Gesù” di Roma, non più all’ospedale “San Vincenzo” della città del Centauro. «Il decreto del Ministero della Salute e del Ministero della Finanza dello scorso 25 luglio è chiaro e risolve le difficoltà legate al futuro del Centro - sostiene Ciancitto - il Governo ha già tracciato una strada precisa, chiedendo che il Centro venga allocato al Policlinico di Catania o all’ospedale Papardo di Messina. L’obiettivo è garantire la continuità delle cure e mantenere l’eccellenza del team, che comprende il primario e tutto il personale, che deve essere spostato in uno di questi centri. È una questione che mi sta particolarmente a cuore - evidenzia il parlamentare - il Centro di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina è un’eccellenza che non possiamo permetterci di perdere. Ogni bambino che viene curato da questa équipe ha diritto alla migliore assistenza possibile e per questo bisogna lavorare senza sosta affinché questo centro continui a svolgere il suo lavoro in modo impeccabile. Non è solo una questione di strutture, ma di persone, medici, infermieri e professionisti che ogni giorno lavorano con passione per salvare vite. Il governo ha tracciato il percorso, ed è nostro dovere attuarlo». Una soluzione che consentirebbe il mantenimento di due reparti di Cardiochirurgia pediatrica in Sicilia (il secondo al “Civico” di Palermo in convenzione con il “San Donato” di Milano), andando oltre la richiesta di deroga al decreto Balduzzi, ma se per la Sicilia orientale non esisterebbe più la struttura di Taormina. Ciancitto ha reso noto che il direttore generale del Policlinico di Catania, Gaetano Sirna, ha messo a disposizione locali adeguati e pronti per accogliere il centro e se la macchina burocratica procederà con celerità, in due mesi il trasferimento potrebbe essere completato senza difficoltà: «La Regione deve fare la sua parte e garantire che ogni passo venga compiuto in tempi rapidi, perché ogni giorno che passa rischiamo di compromettere un servizio essenziale per la vita dei nostri bambini - sottolinea il deputato - abbiamo fatto un passo in avanti inserendo il Centro nel Piano Mattei e questo significa che, oltre a garantire la continuità delle cure, il Centro diventerà anche un punto di riferimento internazionale per la formazione e per l’assistenza sanitaria ai bambini provenienti dall’Africa. Un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire». Un modo, secondo il parlamentare, di garantire il futuro del Centro e cercare anche di creare una rete di solidarietà e di professionalità che ha una portata globale: «Adesso è fondamentale che la Regione si attivi immediatamente per far sì che uno dei percorsi indicati nel decreto venga messo in pratica senza indugi - conclude Francesco Ciancitto - ogni minuto conta e dobbiamo fare in modo che questo trasferimento avvenga nel più breve tempo possibile». Una decisione che si giocherà sui tavoli della politica regionale, dove i partiti della maggioranza punteranno a far valere il proprio peso. «Noi auspichiamo che si possa continuare l’attività a Taormina - commenta Sasha Agati, primario del Ccpm - e che in base alle linee guida del Ministero si possa trovare la giusta collocazione per la Cardiochirurgia pediatrica». Il Comitato Genitori manifesta apprensione: «Siamo contenti che l’on. Ciancitto tenga alta l’attenzione e ci sia la soluzione per bypassare il decreto Balduzzi - commenta la portavoce Caterina Rizzo - noi vorremmo rimanere a Taormina dove c’è una realtà consolidata che stiamo difendendo da 14 anni, siamo preoccupati per il futuro del Ccpm e auspichiamo che si possa arrivare ad una soluzione definitiva, sia per dare la possibilità a noi genitori di stare tranquilli nel poter curare i nostri figli che ai medici per poter lavorare in serenità».