La frana sull'A18 a Letojanni “festeggia” due anni, il Cas: “Progetto entro il 18 ottobre”
di Andrea Rifatto | 04/10/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 04/10/2017 | ATTUALITÀ
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La frana al km 32,700 dell'A18 a Letojanni
La frana sull’A18 a Letojanni “festeggia” due anni. Senza che sia stato rimosso un solo granello dei duemila metri cubi di terra e massi piovuti il 5 ottobre 2015 sulla carreggiata in direzione Catania. Un record tutto siciliano detenuto dalla Messina-Catania, dove il cedimento della collina letojannese fa tenere chiusa un’intera carreggiata per un tratto di 3 km. Il compleanno sarà ricordato con una manifestazione in programma domani, 5 ottobre, alle ore 11 in piazza “Corrado Cagli” a Letojanni (al Polifunzionale in caso di pioggia), promossa da Stefano Costantino e Francesco Puglisi, responsabili dei due gruppi Facebook) “A18 e A20 le autostrade siciliane della vergogna” (11.188 membri) e “Maxi protesta per le condizioni A18” (1.911). L’iniziativa sarà seguita in diretta nazionale da La7 e a Letojanni ci sarà anche una troupe del Tg1. In piazza anche il sindaco Alessandro Costa e la sua amministrazione. A 24 mesi mesi di distanza manca ancora il progetto per rimuovere la frana. Non vi è unfatti un elaborato cantierabile per rimuovere tutto e mettere in sicurezza la collina letojannese e oggi il Consorzio per le autostrade siciliane ha fatto sapere che l’elaborato esecutivo è in corso di completamento e la consegna dello stesso è preventivata entro il 18 ottobre. Seguirà poi, secondo norma, l’approvazione ed il proseguo dell’iter di appalto a cura del Soggetto attuatore (Protezione civile regionale). Il Cas, ricostruendo tutta la vicenda, ricorda come sia “parte lesa per avere subìto, oltre che l’invasione della carreggiata autostradale, rilevanti danni (noti a tutti) dalla frana di un territorio in cui ricadono centinaia di costruzioni di competenza urbanistica esclusiva del Comune di Letojanni. Il Consorzio non avrebbe potuto neppure provvedere a mettere in sicurezza il territorio per liberare l’autostrada in quanto quell’attività rientra nella esclusiva competenza della Protezione civile e del Comune di Letoianni. Sull’accaduto c’è in corso una indagine della magistratura che non riguarda l’operato del Cas. Da allora, tuttavia – rileva il Cas – chiunque affronti la questione ne attribuisce la responsabilità al Consorzio con evidente danno anche d’immagine per lo stesso. “Ci stiamo muovendo per rendere il progetto subito cantierabile – ha spiegato nei giorni scorsi il direttore generale del Cas, Salvatore Pirrone – la difficoltà è capire come tenere aperta l’autostrada durante i lavori e stiamo lavorando per risolvere questo problema”. Il Cas si farà carico della realizzazione della galleria artificiale paramassi, opera da 6 milioni di euro, mentre altri 4 milioni assegnati alla Protezione civile, che si sta occupando della progettazione, serviranno per il consolidamento del costone. Ultimamente è emersa l’esigenza, a seguito di ulteriori indagini geognostiche integrative, di calibrare l’intervento di stabilizzazione del pendio attraverso la realizzazione di una paratia e di una doppia galleria artificiale sulle carreggiate di monte e di valle, anche con il placet dell'autorità giudiziaria. Dall’apertura del cantiere, che è ipotizzabile avverrà a inizio 2018, alla conclusione delle opere passeranno 12 mesi. Quindi il terzo compleanno sarà sicuramente festeggiato. La Cisl: "Lo sviluppo del territorio passa dalle infrastrutture". Uno sviluppo a doppio senso di circolazione, una crescita franata e frenata. Nel secondo anniversario della frana sulla autostrada Messina-Catania, il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, definisce “paradossale parlare di sviluppo e di crescita di un territorio quando la principale via di collegamento tra due dei maggiori capoluoghi siciliani, a distanza di due anni dall’evento, non è stata ancora ripristinata”. Genovese ricorda i proclami degli ultimi mesi, la mancanza di una “chiara traccia di programmazione. Per un territorio dalle grandi ambizioni come quello del comprensorio taorminese – afferma il segretario generale della Cisl messinese - diventa difficile programmare e progettare, beneficiando anche dell’evento del G7, piani di destagionalizzazione che darebbero maggior linfa vitale al settore turistico-alberghiero ed a tutte le attività connesse in un contesto di degrado e abbandono delle principali infrastrutture del territorio che rendono quanto mai incerta la mobilità di persone e merci e ne compromettono l’attrattività. È difficile credere che si possa procedere in maniera seria e concreta con tutti i progetti legati alle opportunità che - tra Masterplan, Patto per la Sicilia e Città Metropolitana - ammontano a circa 90 milioni di euro già previsti e finanziati dal Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) e dal CIPE”. Tonino Genovese paragona, quindi, l’esempio della Messina-Catania a quello della “famigerata” Salerno-Reggio Calabria. “Ma qui ci troviamo in una condizione ben peggiore – spiega – se due anni non sono sufficienti per risanare la principale arteria autostradale della Sicilia, da dove transita la maggior parte del flusso merci della Sicilia Orientale. Con questa condizione sarà quanto mai complicato procedere con la fase operativa di tutti quei progetti che ancora risiedono per la maggior parte nei cassetti di molti comuni e della Città Metropolitana in particolare”. Genovese denuncia la lunga latitanza delle forze politiche ed istituzionali su progetti comuni di reale crescita per un’area strategicamente importante. “Progetti che potrebbero dare sollievo all’emorragia occupazionale che ha colpito anche la fascia jonica della provincia di Messina negli ultimi anni – aggiunge il segretario della Cisl - siamo convinti che sia necessario promuovere una rete di soggetti pubblici e privati interessati allo sviluppo del territorio per evitare che gli interventi si perdano in azioni singole sconnesse da tutto il resto. Come forza sociale e sindacale ci rendiamo disponibili ad ogni confronto e ad una collaborazione attiva nella pianificazione delle attività di sviluppo del territorio, affinché situazioni come quella della frana di Letojanni non si verifichino più e possano essere l’ultima disfunzione di un territorio che ha molto da offrire, che ha già i suoi punti d’eccellenza come Santa Teresa con la bandiera blu 2017 o Taormina con la sua storia. Siamo convinti – aggiunge Valerio Bernava, responsabile zonale Cisl dell’area Ionio – che con uno sforzo di collaborazione e messa in rete delle migliori prassi questo territorio può e deve aspirare ad una crescita sia sul piano occupazionale che su quello esclusivamente economico mettendo le basi per diventare il volano di sviluppo di tutta l’area nord - orientale della Sicilia”.