Domenica 22 Dicembre 2024
Dopo l'annullamento dei permessi di costruire la società trascina l'ente in tribunale


La "guerra" delle antenne a Santa Teresa: Iliad presenta i ricorsi al Tar contro il Comune

di Andrea Rifatto | 26/03/2023 | ATTUALITÀ

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La stazione radio base installata a Scorsonello

La “dead line” era fissata in questi giorni e le aspettative non sono state deluse. Iliad Italia ha infatti depositato al Tribunale amministrativo regionale di Catania due ricorsi contro il Comune di Santa Teresa di Riva chiedendo l’annullamento, previa sospensione, dei provvedimenti del 19 gennaio con i quali l’Ufficio tecnico ha annullato in autotutela i permessi di costruire per le due stazioni radio base 5G previste in via Monsignor Antonino Celona e in via Scorsonello, ottenuti dalla società con il silenzio-assenso scattato a seguito delle istanze presentate il 25 luglio e non esaminate. Iliad, assistita da uno studio legale romani, ha così depositato i due ricorsi e le istanze di fissazione dell’udienza entro il termine dei 60 giorni previsti dalla legge, dando il via al contenzioso con il Comune per contestare le decisioni basate sul mancato rispetto del Regolamento comunale sull’installazione e la modifica degli impianti fissi di telecomunicazioni per telefonia cellulare e radiotelevisivi. L’Amministrazione dovrà costituirsi in giudizio e si affiderà quasi sicuramente all’avv. Carmelo Moschella, che ha sempre seguito le controversie in materia di antenne. L’installazione delle due stazioni radio base, i cui lavori sono stati sospesi dall’ente il 20 dicembre subito dopo la posa delle torri, ha generato la protesta di tanti cittadini preoccupati per la loro salute e anche forti critiche verso gli amministratori, accusati di non essere intervenuti in tempo per bloccarle, oltre alla richiesta di dimissioni avanzata dalla minoranza consiliare nei confronti della vicesindaca Annalisa Miano, ritenuta in conflitto di interessi in quanto il terreno di via Celona affittato ad Iliad è di proprietà del suocero. 

L’Ufficio tecnico ha mosso diverse contestazioni alla società: per la stazione radio base di via Celona la presenza di un asilo e di un istituto scolastico (edifici sensibili) nel raggio di 200 metri e una distanza inferiore al minimo dei 60 metri dal rilevato autostradale dell’A18, mentre per entrambe le antenne viene rilevato il superamento dell’altezza massima di 7,50 metri nelle zone agricole (in via Celona si arriva a 30 metri e in via Scorsonello a 24 metri), la mancata previsione delle scatole nere che registrano i livelli di potenza e disattivano la stazione se si superano i valori prefissati e l’assenza degli atti di obbligazione unilaterale alla rimozione dell’impianto alla scadenza della concessione ministeriale, con fideiussione per le spese di dismissione. Secondo Iliad l’annullamento d’ufficio può essere esercitato solo nel caso in cui sussistano determinate circostanze e presuppone ragioni di interesse pubblico, attuali e concrete, prevalenti sulle aspettative del privato; le infrastrutture per reti pubbliche di telecomunicazioni sono opere di urbanizzazione primaria e come tali realizzabili in qualsiasi zona territoriale, oltre che con carattere di pubblica utilità; gli impianti di telefonia mobile non sono assimilabili alle normali costruzioni edilizie ma seguono le procedure del D. Lgs. 259/2003 e inoltre la richiesta di integrazione della documentazione è stata tardiva in quanto inviata il 29 novembre, ossia dopo i 90 giorni previsti dalla normativa.

Più informazioni: antenne iliad  


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