"La memoria dell’acqua", l’acquedotto romano di Mongiuffi Melia un tesoro da valorizzare
di Redazione | 18/11/2022 | ATTUALITÀ
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I relatori del convegno di Mongiuffi Melia
Una antica testimonianza da conoscere e valorizzare, un bene culturale che tramanda ancora oggi storia e cultura. L’antico acquedotto romano di Mongiuffi Melia è stato al centro del convegno “La memoria dell’acqua”, tenutosi a Palazzo Corvaja e organizzato dal Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò, con il patrocinio del Comune e di Archeoclub Area Ionica Messina. Relatore l’archeologo Dino Alberto Rapisarda, socio Lions e consulente dell’Amministrazione comunale di Mongiuffi Melia per l’archeologia e la valorizzazione culturale, che ha narrato come gli studi e le ricerche sugli acquedotti di Taormina abbiano avuto inizio nel periodo dei Gran Tours del diciottesimo secolo, con Houel e il principe Castello Paternò, per proseguire fino ai giorni nostri. A Mongiuffi Melia i primi studiosi locali furono padre D’Agostino e l’appassionato cultore di storia locale Giovanni Curcuruto. Come raccontava padre D’Agostino nel suo libro “Mongiuffi Melia nel contado di Taormina”, sino ad una decina di anni fa si potevano vedere le opere di captazione quasi complete alla sorgente del Ghiodaro e cioè una grande vasca fatta in modo da ottenere verso nord l’immissione delle acque da bellissime e gorgoglianti cascate ai cui piedi in una grande roccia concava si diceva fosse un’iscrizione greca. “A partire dall’età romana - ha spiegato Rapisarda, la città di Taormina dovette dotarsi di un sistema di tre acquedotti per captare le acque extra moenia, perché, come sosteneva Pausania “…se è mai possibile chiamare città anche quelle dove non vi siano edifici pubblici né un ginnasio, né un teatro né un’agorà, o dove l’acqua non scenda a valle fino ad una fontana…’”. Il giovane archeologo ha illustrato i tre percorsi dell’acquedotto fino alle cisterne di Taormina, prima fra tutte la cosiddetta “Piscina Mirabilis” e le permanenze archeologiche ancora visibili; poi si è soffermato sul tratto più celebre e suggestivo, ovvero il ponte ad una arcata che si trova sul torrente Ghiodaro, caratterizzato dalle spalle realizzate in muratura di pietra e malta di calcestruzzo e arco con ghiera in mattoni di laterizio costruiti nelle fornaci locali. Ha raccontato infine dei recenti sopralluoghi tecnici, fortemente voluti e richiesti all’unisono dall’Amministrazione comunale, dal Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò e da Archeoclub, effettuati dalla soprintendente ai beni culturali e ambientali, Mirella Vinci, dall’assessore regionale ai beni culturali Alberto Samonà e del direttore del Parco di Naxos-Taormina, Gabriella Tigano, mirati a riconoscere alla struttura il vincolo di interesse archeologico che consentirà di tutelarlo e valorizzarlo in maniera adeguata. L’iter amministrativo appare ormai vicino alla conclusione ed è il risultato dell’impegno di tutta la comunità che nel frattempo, a cura di Archeoclub e Lions, ha posizionato la segnaletica interattiva con Qr-code, connettendo così il bene culturale all’audioguida sulla piattaforma Izi-Travel, alla narrazione video su Youtube fatta dallo stesso Rapisarda ed ai sistemi di navigazione satellitare che consentono di raggiungerlo agevolmente. A seguire tre interventi mirati ad individuare ispirazioni, proposte e direttrici progettuali per la futura promozione del sito: Vera Greco, esperta del Parco fluviale dell’Alcantara, assieme a Gerhard Schuler, presidente dell'Associazione albergatori di Taormina, ha proposto il progetto “The beautifull land of Taormina”, ovvero sentieri con itinerari, logistica e servizi, che promuovano non solo la perla dello Jonio ma tutte le meraviglie dell’entroterra, compreso l’acquedotto romano. Mario Bolognari, sindaco di Taormina, ha narrato il profondo valore simbolico dell’elemento acqua, i suoi significati religiosi connessi a riti di purificazione e culti ancestrali, di cui proprio la Valle del Ghiodaro è teatro da sempre, da prima ancora della costruzione del santuario della Madonna della Catena. Filippo Grasso, delegato del governatore del Distretto Lions 108Yb Sicilia per lo sviluppo del Turismo Territoriale, Borghi ed Antichi Cammini, ha espresso l’auspicio che il sito possa trovare promozione anche tra gli itinerari di trekking turistico. Nel suo indirizzo di saluto il sindaco Rosario D’Amore ha ringraziato il Lions Club per l’importante iniziativa, per l’impegno profuso nella ricerca e nello studio dall’archeologo Dino Alberto Rapisarda ed ha evidenziato il lavoro svolto dell’Amministrazione, primo fra tutti l’assessore e socio Lions Marcello Longo, per rendere fruibile il sentiero di trekking che conduce all’acquedotto romano, occupandosi assieme ai ragazzi della Consulta giovanile della pulizia e della manutenzione che ha consentito di inserirlo tra i sentieri Cai. Il presidente del Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò, Filippo Salvia ha introdotto i lavori illustrando ciò che è stato fatto per valorizzare l’acquedotto e quanto ancora sia da fare, sempre nell’ottica della sussidiarietà e della presa di coscienza collettiva dell’importanza del bene culturale, evidenziando come il convegno ha dimostrato come la comunità possa partecipare attivamente alla promozione del suo patrimonio culturale, attraverso la sussidiarietà, la mobilitazione all’unisono di enti locali, associazioni e cittadini. Hanno concluso i lavori il presidente della Zona 8 Lions, Isidoro Barbagallo e il presidente della III Circoscrizione, Andrea Donsì.