La protesta dei precari Asu: "Basta lavoro nero e umiliazioni dalla politica”
di Redazione | 26/02/2019 | ATTUALITÀ
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I precari Asu davanti al municipio di Furci
È scattato oggi in Sicilia lo sciopero generale dei lavoratori Asu di enti locali, aziende sanitarie, ospedali, enti del privato sociale, che protesteranno fino a giovedì dall’inizio alla fine di ciascun turno di lavoro. Un’agitazione indetta dai sindacati Ale Ugl, Confintesa, Sinalp, Cub e Alba per protestare contro i sistemi di pagamento degli assegni d’utilizzazione insicuri e non puntuali da parte dell’Assessorato al lavoro, la mancata applicazione delle norme vigenti da parte della stessa Regione e la mancata stabilizzazione prevista dalla legge. “I 5.000 lavoratori Asu siciliani si sentono umiliati dal governo Musumeci e ancora una volta gli emendamenti presentati per la stabilizzazione, anche e soprattutto dalla stessa coalizione di maggioranza, sono stati stralciati prima di arrivare in Aula – spiegano i dirigenti sindacali - un comportamento offensivo perché si tratta di norme che avrebbero completato l’iter legislativo della legge 8/2017, portando i lavoratori alla stabilizzazione e lasciando i saldi di finanza pubblica invariati. Quindi senza nessuna spesa in più per la Regione”. Nella riviera jonica messinese circa una ventina di precari Asu impiegati nei Comuni hanno fatto sentire la loro voce con due sit-in di protesta all’abbazia di Casalvecchio e davanti al municipio di Furci. Al loro fianco i sindaci Marco Saetti (Casalvecchio), Matteo Francilia (Furci) e il vicesindaco di S. Teresa Gianmarco Lombardo, che hanno espresso solidarietà ai lavoratori Asu per la difficile situazione che vivono ormai da troppo tempo, nonostante garantiscano da oltre 20 anni gran parte dei servizi negli enti locali che senza il loro lavoro andrebbero in tilt. “Una situazione assurda, non siamo stati mai assunti e lavoriamo a nero per lo Stato e la Regione – hanno fatto presente oggi gli Asu – siamo ostaggio e bancomat della politica dopo anni di umiliazioni, senza soldi, senza contributi, senza presente e senza futuro. Chiediamo lavoro vero e la stabilizzazione immediata”. I sindacati lamentano come anche sui pagamenti delle indennità la Regione non abbia posto la dovuta attenzione, nonostante si sapesse da mesi che l’Inps non avrebbe più svolto il servizio: “Sono state messe in atto soluzioni improvvisate ed il risultato è che ancora oggi ci sono lavoratori che devono percepire le mensilità del 2018, compresi gli assegni nucleo familiare. Per non parlare di quelle del 2019”.