La tragica estate del 1943: la barbarie dei nazisti e le quattro vittime di Sant'Alessio
di Andrea Rifatto | 14/08/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/08/2023 | ATTUALITÀ
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La tomba di Carmelo Quagliata a Sant'Alessio Siculo
Quattro vittime innocenti assassinate dalla furia nazista, come riporta l’epigrafe sulla tomba di uno di loro. Fu una triste estate, quella del 1943, anche per Sant’Alessio Siculo, dove le truppe tedesche in ritirata uccisero tre cittadini, mentre una quarta vittima fu un giovanissimo che viveva fuori paese. Il 14 agosto di 80 anni fa caddero padre Antonio Musumeci, 44enne parroco dal 1932, ucciso sulla terrazza della canonica da una squadra di nazisti in ritirata perchè aveva chiesto loro di risparmiare due conviventi, Cosimo Scarcella e Letteria Malambrì, assassinati in quanto sospettati di aver ucciso un sottufficiale tedesco. Il sacerdote assistette al duplice delitto dal terrazzo e quando i nazisti andarono a cercarlo si rifiutò di aprire: la porta della canonica fu allora abbattuta con una bomba a mano e Musumeci venne prelevato, sbattuto contro il parapetto e ucciso con diversi colpi d’arma da fuoco. La storia di queste tre morti è stata ricostruita nel libro “Antonio Musumeci parroco di Sant’Alessio-l’uomo, il sacerdote, il martire assassinato dalla barbarie nazista”, pubblicato nel 2013 dal compianto giornalista e scrittore alessese Carmelo Duro. Due giorni prima, invece, venne trucidato a Calatabiano il giovane Carmelo Quagliata, 15 anni, figlio di Angelo Quagliata e Maria Teresa Pagano, entrambi alessesi: il ragazzo viveva con i genitori e la sorella Stella di 19 anni nella stazione ferroviaria del centro catanese, dove il padre era capostazione e il 12 agosto, mentre la famiglia era rifugiata nelle campagne per sfuggire ai militari tedeschi in ritirata che già avevano saccheggiato la loro abitazione cinque o sei volte, venne sorpreso in casa mentre tentava di portare in salvo alcuni oggetti. Prelevato e condotto in un campo vicino, fu visto da alcuni ragazzi lavorare sotto la stretta sorveglianza dei nazisti. Come racconta la cronaca del tempo in un articolo del giornalista Filippo Condorelli sul Corriere di Sicilia, “… di lì a poco un amico del padre avvertiva lo sparo di tre colpi d’arma da fuoco, ma non supponeva che essi fossero diretti contro il figliuolo dell’amico. Questi, reso edotto dell’accaduto, si recava a conferire con un ufficiale tedesco, dal quale riceveva le più formali assicurazioni che il giovanotto non correva alcun pericolo: quanta falsità e ipocrisia!… Egli era stato già barbaramente trucidato! I tedeschi, ormai datisi alla fuga, andarono via così da Calatabiano, mentre due giorni dopo vi entravano gli inglesi”. Il cadavere di Carmelo Quagliata fu ritrovato qualche giorno dopo, seppellito sotto un leggero strato di terra in un canale. Un episodio tragico, che sconvolse la famiglia, i parenti e gli abitanti di Sant’Alessio Siculo, dove la salma del 15enne riposa da quella tragica estate. L’Amministrazione comunale di Sant’Alessio Siculo potrebbe adesso intitolare una via in sua memoria.