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L'antennopoli di Santa Teresa di Riva: la fretta chiudere il caso e la ragion di Stato
di Andrea Rifatto | 23/09/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 23/09/2024 | ATTUALITÀ
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La stazione radio base di via Celona
È una storia fatta di silenzi, superficialità e mancate risposte, che adesso si vuole chiudere in fretta con un solo scopo: far dimenticare responsabilità e coinvolgimenti per garantire la sopravvivenza del governo cittadino e dei suoi componenti. La vicenda antennopoli di Santa Teresa di Riva, esplosa quasi due anni fa, è alle battute finali dopo la decisione del Comune di trasferire la stazione radio base di via Monsignor Celona, una delle due che la società Iliad Italia Spa ha costruito in paese grazie ai permessi di costruire ottenuti con il silenzio assenso, sulla strada pubblica davanti al cimitero. Una soluzione che l’Amministrazione comunale ha proposto dopo aver perso i ricorsi al Tar e al Cga contro l’annullamento dei titoli edilizi, incalzata dalla cittadinanza e soprattutto dai residenti delle abitazioni situate a 100 metri dalla torre radio, infuriati per il comportamento del Comune. Ma più che per placare le ire degli abitanti, la decisione di far sparire da quel terreno a ridosso dell’autostrada l’antenna 4G issata a dicembre 2022 ma mai attivata c’è una ragion di Stato finalizzata ad un utile politico. Il proprietario del fondo è infatti il suocero della vicesindaca Annalisa Miano e il far permanere il ripetitore in quel punto avrebbe messo a rischio la sua carriera politica, lasciando una macchia sul curriculum che non sarebbe sparita facilmente da qui al 2027, quando correrà per la poltrona più alta del Palazzo (se non ostacolata dal terzo mandato per i sindaci che consentirebbe a Danilo Lo Giudice di riproporsi oppure da un’altra donna). Quindi meglio togliere le castagne dal fuoco. Già due anni fa l’opposizione le ha chiesto di dimettersi, sostenendo si trovasse in conflitto di interessi e non potesse non sapere, ma Miano non ha battuto ciglio ed è andata avanti dritta per la sua strada, seppur siano piovute critiche da più parti soprattutto perchè il sindaco ha sempre affermato di non sapere nulla dell’installazione delle antenne e di averlo appreso dal nostro giornale. Cosa sia accaduto all’interno dell’Ufficio tecnico, dove il suocero della vicesindaca prestava servizio seppur non all’Urbanistica e non abbia preso parte al procedimento che ha dato il via libera ai lavori, rimane ancora oggi un mistero, visto che nel 2022 nessuna pratica edilizia ha ottenuto il via libera con il silenzio-assenso a parte le due richieste di permesso di costruire per le stazioni radio base Iliad, e dal 2016 al 2021 sono state solo quattro le istanze per le quali non è stata avviata un’istruttoria o prive di comunicazione alle ditte proprietarie e per le quali è intervenuto il silenzio-assenso. Nessuna responsabilità è stata contestata ai tecnici, seppur il sindaco abbia affermato in un dibattito pubblico che il comportamento adottato è ingiustificabile, ma lo stesso Lo Giudice non aveva risposto alla lettera inviata mesi prima da Iliad per individuare gli spazi più idonei alle due antenne. Silenzi, dimenticanze, distrazioni sospette. Lo spostamento della stazione radio base di via Celona davanti al camposanto fa storcere il naso anche ad esponenti della maggioranza, senza contare che rimane comunque vicina alle abitazioni del quartiere Torrevarata. Ma la ragion di Stato deve prevalere su tutto il resto.