Mercoledì 16 Ottobre 2024
Riconosciuta la malattia professione dopo 30 anni a contatto con la fibra killer


Lavoratore di Nizza si ammala per l'esposizione all'amianto, condannato l'Inail

di Redazione | 13/10/2024 | ATTUALITÀ

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Giovanni Giannetto

Per 30 anni ha lavorato a contatto con l’amianto e adesso è stato riconosciuto il nesso tra l’esposizione e la malattia che l’ha colpito. Il giudice del Lavoro del Tribunale di Messina ha infatti condannato l’Inail a riconoscere la malattia professionale da esposizione all’amianto di Giovanni Giannetto, 66 anni, originario di Nizza di Sicilia, affetto da una broncopatia cronica, microplacche del diaframma e fibrosi polmonare. Il lavoratore è stato impiegato per 30 anni in attività di manutenzione, sia come artigiano che come dipendente, di ditte appaltatrici nelle centrali Enel, tra le quali quelle di San Filippo del Mela, Termini Imerese, Augusta, Priolo e Porto Empedocle. La centrale ubicata nella Valle del Mela, come quello di Milazzo, è Sito di Interesse Nazionale (SIN) proprio per l’alto inquinamento e l’uomo è stato esposto in modo diretto, perchè aveva in dotazione guanti anticalore in amianto ed in modo indiretto per la contaminazione ambientale dovuta all'enorme utilizzo della fibra killer nelle coibentazioni e nel rivestimento degli impianti. Nel 2018 aveva presentato domanda all’Inail per il riconoscimento della malattia professionale che gli era stata negata costringendolo ad adire le vie giudiziarie, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Il Tribunale, a seguito dell’accertamento medico legale che ha confermato il nesso causale della malattia con l’esposizione alla fibra killer durante l’attività lavorativa, ha condannato l’ente anche ad indennizzare l’uomo con 10mila euro per il danno biologico. 

“Dopo questa condanna adesso agiremo per il risarcimento del danno e nei confronti di Inps per ottenere la maggiorazione della pensione” – annuncia Bonanni - che ricorda come “l’Osservatorio Nazionale Amianto in Sicilia, solo di mesoteliomi, e cioè la patologia sentinella, ha censito circa 1.850 casi dal 1998 a oggi e che l’indice di mortalità di questa neoplasia è pari al 93% nei primi cinque anni con circa 1.720 decessi, a cui vanno aggiunti 3.500 per tumore del polmone e ulteriori 1000 per le altre malattie asbesto correlate, per un totale di oltre 6.200 morti. Numeri drammatici, che si ripetono ogni anno, senza che si riesca a far fronte al problema”. Tra i territori siciliani più esposti al fenomeno c’è sicuramente Biancavilla, in provincia di Catania, legato alla una miniera in cui è presente la fluoro-edenite, tra i minerali di amianto che, essendo stata recentemente classificata a livello geologico, non è ancora stata annoverata nelle liste Inail e non è stata inserita nella definizione che la legge italiana dà ai minerali di amianto. L’esposizione dannosa a questo minerale della popolazione locale ha causato mesoteliomi, asbestosi e altre malattie. Tra le altre zone ad alto rischio ambientale in Sicilia ci sono quelle di Augusta-Priolo, nella provincia di Siracusa, Gela nella provincia di Caltanissetta, e Milazzo nella provincia di Messina, dove sono presenti importanti poli industriali operanti principalmente nel settore petrolchimico. In particolare a Gela si sono verificati casi di tumore del sangue al colon, asbestosi da amianto e malformazioni alla nascita per cui negli ultimi anni sono stati avviati diversi programmi di monitoraggio dello stato di salute e di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica.


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