Le mummie di Savoca diventano una cartolina: esemplari con annullo esauriti in poche ore
di Andrea Rifatto | 14/12/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/12/2020 | ATTUALITÀ
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Le mummie custodite nella cripta
Conosciute in tutto il mondo, le mummie del convento dei Frati Cappuccini di Savoca sono adesso anche su una cartolina che gli amanti del borgo e appassionati di filatelia potranno custodire gelosamente. Il piccolo centro collinare è stato infatti scelto da Poste Italiane nell’ambito dell’iniziativa nazionale lanciata per presentare ai cittadini i temi della filatelia e della scrittura, legati alle tradizioni e al patrimonio culturale delle comunità. Per tutta la giornata di ieri, nell’ufficio postale savocese è stata consegnata una cartolina con l’annullo filatelico raffigurante le 17 mummie dei notabili di Savoca, vissuti tra il XVIII e il XIX secolo, custodite nella cripta del convento e rimosse nel 2011 dalle nicchie in cui erano poste in verticale per essere custodite in posizione orizzontale all’interno delle teche allo scopo di favorirne di una migliore conservazione. Le cartoline sono andate esaurite in poche ore vista la presenza di un nutrito numero di cittadini nonché collezionisti di filatelia di Messina e provincia, tra cui gli appassionati del Circolo Filatelico Peloritano. Presente all’iniziativa l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Stracuzzi, l’arciprete di Savoca padre Agostino Giacalone, il presidente dell’associazione “San Damiano” che gestisce il convento dei Frati Cappuccini, Vincenzo Garofalo, la direttrice dell’ufficio postale Paola Pantò e i responsabili dell’Ufficio Filatelico di Messina. Per Savoca un’ulteriore occasione di far conoscere il proprio patrimonio storico e artistico e promuovere le sue mummie, finora mai valorizzate come meriterebbero, nonostante tra il 2008 e il 2015 siano state oggetto di uno studio internazionale condotto dall’antropologo Dario Piombino Mascali, su input dell’etnologo Sergio Todesco e in collaborazione con National Geographic e Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, che ha rivelato con straordinaria precisione sia i riti di preparazione post-mortem che venivano adottati al tempo ma anche l’estrazione sociale dei defunti, le patologie di cui soffrivano e lo stile di vita.