Giovedì 21 Novembre 2024
Da S. Teresa e Roccalumera Comuni e privati usano mezzi vietati e modificano gli arenili


Le ruspe devastano le spiagge in spregio alle regole, ma nessuno fa niente - FOTO

di Andrea Rifatto | 28/05/2021 | ATTUALITÀ

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Ruspa cingolata sulla spiaggia di Santa Teresa

C’è un gran movimento sulle spiagge della zona jonica in questi giorni. Comuni e privati stanno infatti provvedendo a rendere fruibili gli arenili realizzando gli accessi e montando le strutture stagionali, ossia lidi e stabilimenti balneari. Ma non sempre tutto avviene nel rispetto delle regole. A Santa Teresa di Riva e Roccalumera abbiamo constatato come alcune delle prescrizioni della Regione siano state violate sia dalle amministrazioni pubbliche che dagli imprenditori turistici. Regole messe nere su bianco nella circolare numero 32657 emanata dell'Area 2 Demanio Marittimo dell’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente e inviata il 20 maggio alle Strutture Territoriali Ambientali delle varie province e per conoscenza alle Capitanerie di Porto e ai Comuni costieri, ma che evidentemente nessuno si sta curando di fai rispettare. La nota, a firma dal dirigente generale Giuseppe Battaglia e del dirigente dell’Area 2 Calogero Zicari, tratta del rilascio delle autorizzazioni per la pulizia delle spiagge e delle indicazioni su montaggio e smontaggio delle strutture e una parte è dedicata alla pulizia straordinaria e all’utilizzo dei mezzi meccanici. La Regione specifica che “tali interventi dovranno essere eseguiti utilizzando esclusivamente mezzi gommati e prestando la massima attenzione a non modificare la profondità dell’arenile e la linea di costa, nonché le quote altrimetriche, nel rispetto delle formazioni dunali eventualmente presenti”, ma soprattutto che “è vietato eseguire interventi di scavo, sbancamento o di modifica dell’area e delle relative quote altimetriche, se non limitatamente all’esecuzione degli scavi strettamente necessari alla realizzazione degli interventi per l’ancoraggio delle strutture (pali, plinti) e per la realizzazione degli eventuali impianti interrati”. 

Guardando a quanto sta succedendo sulle spiagge di Santa Teresa e Roccalumera, però, emerge subito come queste norme non siano seguite: su entrambi gli arenili, infatti, scorrazzano da giorni mezzi cingolati (pale e ruspe) e non gommati per realizzare le rampe di accesso dai lungomari, livellare la superficie e rimuovere depressioni e fossati: nel caso di Santa Teresa, poi, dove la spiaggia è soggetta ad erosione e gli interventi devono risultare compatibili con le norme di attuazione del Piano per l’assetto idrogeologico, la ruspa ha effettuato continui sbancamenti, anche fino alla battigia, prelevando sabbia da ammassare sotto il muro di cinta del lungomare e cercando poi di riempire le zone modificate, tanto che in qualche tratto la linea di costa sembrerebbe essere arretrata. Pale e ruspe cingolate sono utilizzate attualmente anche nell’allestimento di stabilimenti balneari privati. Ma nessuno fa nulla, a partire dai tecnici comunali che continuano a non intervenire così come associazioni e cittadini che si professano ambientalisti ma che poi si eclissano quando l’ambiente viene violentato. Secondo le disposizioni, “l’autorizzazione rilasciata dalla Struttura Territoriale Ambientale ai Comuni avrà validità pari a tre anni a condizione che gli interventi da eseguire negli anni successivi non subiscano mutazioni, con riferimento alle aree di intervento, alle modalità di esecuzione e relativamente ai mezzi impiegati; almeno dieci giorni prima dell’avvio dei lavori è necessario inviare comunicazione alla Sta e alla Capitaneria di Porto” e “la violazione delle disposizioni comporta l’avvio del provvedimento di decadenza della concessione nonché, dove prevista, la segnalazione alla competente autorità giudiziaria”.



COMMENTI

Mario CRISO | il 28/05/2021 alle 09:54:10

... chiedo scusa per il commento, che hai più potrà apparire banale o pleonastico, ma, è così difficile immaginare di realizzare delle strutture mobili di accesso all'arenile (possibilmente in acciaio inox -per evitare il degrado al contatto con la salsedine- e altri materiali gradevoli e di arredo) da collocare durante le stagioni favorevoli e porle in rimessaggio nelle altre senza snaturare il corso evolutivo della natura. Si può anche supporre, che questo modo di affrontare il problema possa essere anche economico, per la sola equazione che: se il costo dei movimenti spiaggia ogni stagione es.: costano X, ed è necessario quel X rinnovarlo ogni anno all'infinito, con un costo di X+, si realizza la struttura mobile, che oltre a risolvere definitivamente l'esigenza di accesso agli arenili dopo la stagione invernale, arreda in modo degno e civile un litorale che "ambisce..." ad esibirsi sul panorama nazionale o più quale "incontaminato..." ed incantevole luogo balneare. Spes, ultima dea; per poter immaginare che la ragione ed il buon senso possa avere il sopravvento sulla mediocrità.

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