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Letojanni, genitori in rivolta alla Primaria: "Studenti penalizzati, pronti allo sciopero"

di Redazione | 28/09/2020 | ATTUALITÀ

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La scuola di Letojanni

La ripresa dell’attività didattica in presenza, malgrado le previsioni ottimistiche della dirigente scolastica Carla Santoro, ha comportato diverse difficoltà ed evidenziato non poche criticità”. A dirlo sono i genitori degli studenti delle classi prima e seconda della scuola primaria di Letojanni, appartenente all’Istituto comprensivo di Taormina. “Le nuove disposizioni impartite dal Ministero della Pubblica Istruzione, la necessità di applicare il distanziamento interpersonale e di annullare i contatti fisici hanno cambiato le abitudini dei nostri bambini - scrivono - costretti ad affrontare la giornata scolastica con innumerevoli limitazioni (‘andare in bagno il meno possibile…’ è l’indicazione che arriva dal Consiglio d’Istituto), condizioni difficili da mettere in pratica soprattutto quando si tratta di bambini tra i 6 ed i 10 anni che devono rimanere a scuola per otto ore al giorno senza muoversi dalla loro ‘postazione’ neanche per lo spuntino e, ad oggi, neanche per il pranzo (malgrado il Comune abbia messo a disposizione locali adeguati per la mensa…). A ciò si aggiunga che il Consiglio d’Istituto ha approvato un nuovo tempo scuola con ingressi scaglionati: l’ingresso per gli alunni delle scuole medie è previsto per le ore 8.00, per i bambini della terza, quarta e quinta primaria è previsto per le ore 8.30, per gli alunni della prima e della seconda primaria per le ore 9.00 (orario assai scomodo per quei genitori che a quell’ora devono iniziare a lavorare); fino alla metà di ottobre le medie e la prima e la seconda primaria usciranno tutti alle ore 14.00 (l’orario non era stato scaglionato per evitare assembramenti? Perché non vengono utilizzate le uscite secondarie?); con l’inizio del tempo pieno gli alunni della la prima e della seconda primaria usciranno da scuola alle ore 17.00, orario che precluderà loro la possibilità di praticare qualsivoglia disciplina extrascolastica e di poter consolidare il lavoro fatto a scuola. Ad eccezione di quattro rappresentanti dei genitori (per i quali i bambini non potevano rimanere in “postazione” per otto ore consecutive..) il tempo scuola è stato approvato da tutto il Consiglio di Istituto, con voto unanime di tutti quegli insegnanti cui affidiamo tutti i giorni l’educazione dei nostri figli” 

“Risulta realmente impossibile tornare al vecchio orario? - si chiedono i genitori - perché per la scuola secondaria di primo grado (che conta circa un centinaio di alunni) è stato previsto un unico orario di ingresso mentre per la Primaria (che conta circa 91 alunni) è stato previsto un ingresso scaglionato? Risulta realmente impossibile sospendere il tempo pieno per la durata dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid? È  accettabile che neanche il presidente del Consiglio d’Istituto, a parere della quale ‘il tempo scuola è ormai stato approvato…’, ascolti i problemi delle famiglie? Ciò che è certo è che c’è fervente tumulto tra i genitori di quei bambini penalizzati dalla mancanza di buon senso delle istituzioni scolastiche; qualora non dovessero risultare sufficienti le richieste di confronto (già inoltrate a mezzo pec sia alla dirigente scolastica, Carla Santoro, che agli altri organi competenti) le famiglie non potranno fare altro che manifestare pubblicamente il loro dissenso con tutti gli strumenti (lo sciopero tra gli altri) che il Consiglio di Istituto non ha ancora avuto il tempo di abrogare. D’altro canto le richieste dei genitori non si discostano dalle reali direttive del Miur (facoltà ai dirigenti scolastici di articolare i tempi scuola con un minimo di venti ore, ove d’uopo con riduzione dell’ora scolastica) né dalle indicazioni che provengono dal mondo scientifico (che da sempre ha denunciato, ancor prima del Covid-19, le problematiche psico-fisiche sottese allo stare troppo tempo seduti). L’auspicio - concludono - rimane comunque sempre quello di poter avviare un percorso condiviso che possa portare a scelte comuni nell’interesse esclusivo dei nostri figli”.


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