Letojanni, rabbia e tristezza alla Fratres: "Hanno ucciso il volontariato"
di Andrea Rifatto | 29/10/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 29/10/2017 | ATTUALITÀ
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I volontari Fratres davanti l'Unità chiusa
“Chiuso per lutto”, “Hanno ucciso il volontariato”. Doveva essere una domenica di donazione, condivisione e festa alla Fratres di Letojanni e invece la tristezza e la rabbia hanno contraddistinto quella che si è trasformata in giornata di protesta. Una mobilitazione nata in seguito a una comunicazione dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina che di fatto ha costretto il gruppo di volontari dell’associazione letojannese, che opera da 25 anni nel campo della donazione del sangue, a doversi fermare e a non poter raccogliere le donazioni così come programmato. Uno stop scaturito da due note inviate il 12 ottobre dall’Asp, a firma del commissario Gaetano Sirna, alle dottoresse Rosa Cavallaro e Maria Caminiti, rispettivamente Pra (persona responsabile dell’associazione) ed Rgq (responsabile gestione qualità) della Fratres, con le quali è stato comunicato a entrambe, dipendenti dell’Asp presso l’Unità di medicina trasfusionale dell’ospedale di Taormina, che nella loro qualità di medici responsabili della associazione di donatori di sangue risultano essere in conflitto di interessi, in quanto secondo la legge con il Servizio sanitario nazionale può intercorrere un unico rapporto di lavoro incompatibile con l’esercizio di altre attività. Conflitto, ha sottolineato Sirna, ribadito anche dal regolamento aziendale secondo cui “sono in conflitto di interessi le attività che comportano prestazioni rese a favore di soggetti nei confronti dei quali l’Azienda svolge funzione di controllo o vigilanza e con i quali abbia rapporti commerciali”. Comunicazioni alle quali la presidente della Fratres, Carmelina Micalizzi, ha replicato con una nota all’assessore regionale alla Salute, al Dipartimento regionale Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, al Centro regionale sangue e all’Asp di Messina rendendo noto che in attesa di chiarimenti le dottoresse Cavallaro e Caminiti si sono autosospese dalle cariche. Passaggio che ha comportato l’impossibilità di poter effettuare la raccolta sangue programmata per oggi. “L’Asp ha tirato fuori una legge obsoleta e dopo tre anni dal nostro accreditamento come Unità fissa di raccolta sangue ci contesta questo presunto conflitto di interessi – ha detto tra le lacrime questa mattina la presidente Micalizzi – quando sapevano sin dall’inizio che i nostri due medici fossero dipendenti dell’Azienda sanitaria e lo hanno appurato anche nel corso della verifica dei requisiti della nostra sede svoltasi il 29 maggio scorso. Mi chiedo allora chi ha sbagliato, la Regione ad accreditarci nel 2014 o l’Asp adesso prendendo un granchio? Nessuno di noi viene pagato, tantomeno i due medici, che svolgono la loro attività nella Fratres a titolo puramente volontario e gratuito. Sirna ha parlato di rapporto commerciale, questione che non sta né in cielo né in terra, in quanto noi veniamo solo rimborsati per ogni sacca di sangue che inviamo al centro trasfusionale dell'ospedale di Taormina, circa 500 ogni anno. E con lo stop di oggi abbiamo perso un’importante occasione di incrementare la raccolta – aggiunge Carmelina Micalizzi – e a mio avviso l’Asp non sta rispettando la convenzione che regola i nostri rapporti, che fissa come obiettivo quello della raccolta di sangue, in questo momento bloccata”. Una comunicazione, quella dell’Asp, arrivata in seguito a due note con cui le dottoresse Rosa Cavallaro e Maria Caminiti hanno ribadito al commissario Gaetano Sirna come la loro attività in seno alla Fratres sia svolta a titolo di volontariato. “Abbiamo ricordato all’Azienda, che già ne era a conoscenza, che i due medici prestano la loro opera a titolo gratuito in quanto nella zona tirrenica si sono verificate delle questioni inerenti la gestione di centri di donazione sangue che pare abbiano insospettito l’Asp – spiega ancora la presidente della Fratres Letojanni – ma di fatto le comunicazioni delle nostre dottoresse si sono rivelate come una sorta di ‘autodenunce’ e hanno portato Sirna a rilevare la presenza di conflitto di interessi. Ma non è così e spero che si chiarisca tutto al più presto”. Anche l’Amministrazione comunale di Letojanni è al fianco dei volontari dell’associazione e questa mattina era presente con il vicesindaco Antonio Riccobene, l’assessore Carmelo Lombardo, il capogruppo di maggioranza Cateno Ruggeri e il consigliere Emanuele Savoca, amareggiati per quanto sta accadendo a un centro definito da tutti una realtà unica e un fiore all’occhiello del comprensorio unico. “Sono qui nella duplice veste di amministratore e padre fondatore della Fratres – ha esordito Riccobene – e conosco bene i sacrifici fatti sin dal 1991 per mettere in piedi e mantenere questa realtà: la legge va sicuramente rispettata ma scriveremo al commissario Gaetano Sirna affinché riveda la sua posizione”. “Mi metterò in contatto domani con Sirna portando la voce del Consiglio comunale per chiedere un incontro e avere chiarimenti – ha aggiunto Ruggeri – e gli proporrò di venire a Letojanni affinché ci vengano detti i veri motivi che hanno causato questa vicenda. Cerchiamo la via della mediazione per ricucire lo strappo ma se dovremo fare un atto di forza lo faremo, con interrogazioni all’assessorato regionale e al Ministero”. A portare la loro solidarietà e vicinanza alla Fratres Letojanni anche Maurizio Crisafulli dell’Avis di S. Teresa di Riva, Paola Arcidiacono della Fratres di Calatabiano, Biagio Santagati della Fratres Misterbianco e componente del Collegio nazionale dei probiviri, Salvatore Isaia e Cosimo Nicita della Fasted Messina (Federazione Associazioni Siciliane di Talassemia Emoglobinopatie e Drepnaocitosi).