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Studenti del Classico "Trimarchi" in visita a Tripi
01/10/2014 | ATTUALITÀ
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Si è aperta con la visita al museo e all’area archeologica di Tripi l’attività del liceo Classico di S. Teresa di Riva, coordinata dal Dipartimento di Lettere, volta a promuovere nei suoi studenti competenze specifiche in campo storico-archeologico e nell’ambito della cultura classica. Gli allievi delle prime classi della sezione classica dell’IIS ”Caminiti-Trimarchi” di S. Teresa Riva, diretto dalla dott.ssa Carmela Maria Lipari, sono i primi per quest’anno scolastico a sperimentare in loco la ricchezza di reperti archeologici della nostra terra, con una visita guidata a Tripi, suggestivo borgo dell’area dei Nebrodi, che ricade in parte nella Riserva Naturale Orientata "Bosco di Malabotta". Gli studenti, accompagnati dalle docenti Maria Belardi, Francesca Bombara, Maria Rosaria Briguglio, Carmela Irrera ed Emanuela Villari, sono stati accolti e guidati nella loro escursione dal dott. Sofia, archeologo e responsabile del museo.
Tripi, infatti, si trova ubicata sul sito dove gli antichi siculi fondarono la città di Abacena che venne impiantata, probabilmente intorno al 1100 a C., nell’area di precedenti insediamenti preistorici, del neolitico medio e successivamente dell’età del bronzo e della prima età del ferro. Abakainon fu, comunque, dal VII secolo a.C. colonia dei Greci e divenne municipium con i Romani le diedero il nome di Abacaenum o Abacaena.
La visita al Museo, collocato nel palazzo “Santi Furnari” e dotato di un ausilio multimediale interattivo, ha permesso agli allievi di ammirare i tesori rinvenuti nelle campagne di scavo eseguite nel territorio circostante, in particolare nella necropoli di Contrada Cardusa. Si tratta di oggetti destinati a corredo funerario del defunto, sino ad oggi ritrovati nella necropoli: vasi funerari litici e in bronzo, vasellame, monili e gioielli, tra i quali spiccano una corona di mirto, vari anelli e una catenella. Particolari risultano anche un bel cratere cinerario “a volute” a vernice nera, vari unguentari o balsamari, alcuni Lebetes Gamikos a vernice nera e ancora specchi circolari in bronzo, una situla bronzea, armi in ferro e monete coniate a nome della stessa città Abacena o a nome di altre. L’entusiasmo e la soddisfazione degli allievi sono cresciuti grazie anche alla visita alla vicina necropoli con le sue colonne scanalate in pietra locale, con circa centocinquanta sepolcri di cui un’ottantina scavati, databili tra la fine del IV e l’inizio del II secolo a.C., che hanno permesso di individuare alcuni aspetti della vita rituale-funeraria della città siculo-ellenistica. La giornata è stata arricchita, infine, dalla visita al Museo Etno-antropologico di Tripi, dove gli allievi hanno ammirato oggetti di uso comune, utensili, testimonianza di civiltà che esprime il carattere agro-silvo-pastorale della comunità tripense tra il XIX e XX secolo, e dalla pregevole presentazione da parte del parroco padre Francesco Arena dell’imponente Duomo di S. Vincenzo Martire, costruito nella seconda metà del millecinquecento e donato al popolo dalla regina di Spagna.