Limina, i cento anni di nonna Venera, scrigno della storia di Scifì - FOTO
di Sergio Lombardo | 31/03/2019 | ATTUALITÀ
di Sergio Lombardo | 31/03/2019 | ATTUALITÀ
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Nonna Venera con i pronipoti
Un secolo di vita. Un prestigioso traguardo quello raggiunto da Venera Guerrera, che ha spento le cento candeline a Limina. La cerimonia, organizzata in un ristorante del paese, ha visto la partecipazione di parenti e conoscenti che hanno voluto festeggiare l’anziana nonnina, in una giornata così importante. Prima della festa è arrivata è arrivata la benedizione santa per mano del parroco, Don Paolino Malambo, il quale ha sottolineato l’importanza e il valore della vita, in ogni suo aspetto. Poi sono intervenuti il vicesindaco Jenny Spadaro e all’assessore Antonio Saglimbeni, i quali dopo aver portato i saluti del sindaco, hanno donato alla centenaria un targa-ricordo da parte dell’Amministrazione comunale. Cornice dell’evento, l’omaggio floreale che i carabinieri della locale Stazione hanno voluto donare alla festeggiata. Circondata dai figli, dai nipoti e dai pronipoti e da tutti i parenti, nonna Venera ha poi tagliato la torta per i suoi cento anni, a cui ha fatto seguito un rinfresco offerto dalla famiglia. La cerimonia si è poi conclusa con i ringraziamenti da parte della famiglia e con i saluti della festeggiata, che nonostante le cento primavere (Venera Guerrera è la seconda centenaria della frazione Scifì) è apparsa lucida, in buone condizioni di salute e dotata di uno spiccato senso dell’umorismo. Il suo augurio per i presenti è che possano raggiungere anche loro l’ambiziosa meta. La storia di Venera Guerrera inizia il 26 marzo del 1919 a Scifì, piccola borgata di Forza d’Agrò, dove la nonnina è nata e ha trascorso la maggior parte della sua esistenza. Figlia di Giovanni Guerrera e Maria Lombardo, penultima di dodici figli, vive sulla propria pelle la miseria e le difficoltà dei tempi. É testimone vivente di un secolo di storia segnato dalle due guerre mondiali. Il lavoro dei campi scandisce il ritmo delle sue giornate sino a quando, nel 1940, dopo la classica fuitina d’amore, va in sposa ad Agatino Biella, anch’egli scifiese. Dalla loro unione nasceranno tre figli (due ancora in vita). Nemica acerrima della solitudine, quando nel 1991 rimane vedova, decide di trasferirsi a Limina in casa della figlia. Torna spesso nella sua Scifì, soprattutto nel periodo estivo e per le ricorrenze più importanti. Venera Guerrera ha vissuto in prima persona i cambiamenti principali che hanno fatto la storia del suo paese. Dai suoi racconti siamo venuti a conoscenza di un aneddoto particolare che riguarda la costruzione del primo cimitero della frazione. Generalmente i defunti venivano tumulati nel cimitero di Forza D’Agrò situato nel castello e ciò comportava non poche fatiche oltre al dolore dovuto alla perdita di una persona cara. Correva l’anno 1948 quando morì la suocera di nonna Venera e quel giorno invece di recarsi a Forza d’Agrò, il corteo si fermò in un posto prestabilito ed alcuni partecipanti (mai identificati) effettuarono clandestinamente la tumulazione della salma. Ancora oggi, nel nuovo cimitero, costruito nel 1955, è conservata una lapide commemorativa, simbolo di un gesto considerato epico. La suocera di nonna Venera, così come riportato sulla lapide, fu la prima defunta seppellita nel cimitero della frazione. Dai suoi racconti, dal viso segnato dallo scorrere del tempo, dalle mani levigate emerge una profonda saggezza, un entusiasmo che dovrebbero fungere da esempio per tutte le generazioni.