Sabato 21 Dicembre 2024
Secondo il Comune vi erano inadempienze. Per la minoranza fu una ripicca elettorale


Limina, il Tar annulla la revoca della concessione per l'illuminazione del cimitero

di Filippo Brianni | 17/03/2017 | ATTUALITÀ

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Il cimitero di Limina

Capitombolo del Comune di Limina di fronte al Tar di Catania nella vicenda relativa alla concessione del servizio di illuminazione votiva e perpetua del cimitero. Qualche mese dopo l’elezione a sindaco di Marcello Bartolotta, il dirigente dell’Ufficio tecnico Nuccio Costa contestò alla ditta Fallone Filippo, titolare della concessione, una serie di inadempienze, ossia mancata stipula del contratto, mancato versamento della percentuale relativa alla concessione, non regolarità del Durc, mancato pagamento degli interessi sui canoni pagati in ritardo, del costo dell’energia elettrica, mancata voltura a proprio nome dell’utenza elettrica relativa al cimitero comunale, preannunciando la revoca della concessione, che avvenne nell’ottobre 2015, malgrado le controdeduzioni della ditta. Ne scaturì una violenta diatriba tra maggioranza e opposizione, con gli animi ancora bollenti per le tirate elezioni che avevano appena avuto luogo. Secondo l’opposizione, la vera “inadempienza” della ditta Fallone era proprio il “dissenso espresso dal titolare della ditta in campagna elettorale”. L’opposizione richiese anche una riunione consiliare sul punto, che andò deserta per assenza della maggioranza. Per l’Amministrazione, infatti, non vi era nulla di politico, ma una scelta, peraltro operata dagli uffici, e resa necessaria dalle inadempienze che erano state riscontrate. La ditta ha fatto subito ricorso, con gli avvocati Giuliano Saitta ed Antonio Miano, e la decisione della Terza Sezione del Tar ha colto il Comune in… Fallone.  Provvedimento dell’Ufficio tecnico annullato e concessione nuovamente alla ditta.

Dalle falde dell’Etna arriva una decisione che sulla politica liminese scoppietterà come i lapilli lavici dei giorni scorsi. Feriti compresi. Secondo il Tar, infatti, l’unica “inadempienza” era costituita dal ritardo del pagamento del canone 2014, che avvenne ad aprile 2015, comunque prima che il Comune – nel settembre 2015 – manifestasse alla ditta l’intenzione di avvalersi della clausola che gli consentiva lo scioglimento del contratto per inadempimento della ditta. Per questo motivo, secondo il Tar, il comune avrebbe dovuto individuare la “sanzione più appropriata” alla luce di una valutazione concreta della gravità dell’inadempimento o del ritardo; valutazione che secondo il tribunale amministrativo etneo “risulta del tutto omessa” dal Comune. In sostanza, a settembre non si poteva procedere alla revoca della concessione per un ritardo nel pagamento comunque già avvenuto e non contestato per tempo; il Comune avrebbe potuto applicare sanzioni diverse senza arrivare a quella più drastica. Perciò, revoca annullata, condanna dell’Ente alle spese del giudizio (mille euro oltre accessori di legge), concessione nuovamente alla ditta che probabilmente agirà per i danni derivanti dall’impossibilità di svolgere il servizio di lampade votive nel 2015 e nel 2016. Il Tar ha respinto la domanda risarcitoria della ditta Fallone relativa all'acquisto di lampade per l'anno 2015, che l’avvenuta revoca della concessione le avrebbe impedito di commercializzare, in quanto sfornita di prova comprovante l'acquisto. Il Comune di Limina, difeso dall’avv. Nunzio Cammaroto, potrebbe ancora rivolgersi al Consiglio di Giustizia amministrativa per vedere avvalorata la propria tesi.  


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