Giovedì 21 Novembre 2024
Cerimonia di intitolazione per gli ex sindaco e vicesindaco: un visionario e un galantuomo


Limina omaggia due suoi figli: municipio ad Alfio Restifo e aula a Paolo Saglimbeni

di Filippo Brianni | 19/07/2021 | ATTUALITÀ

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La cerimonia di intitolazione e in basso Restifo e Saglimbeni

Il palazzo municipale di Limina, fresco di restyling, è stato intitolato all’ex sindaco Sebastiano Alfio Restifo; la nuova aula consiliare, invece, ha preso il nome dell’ex presidente del Consiglio comunale, Paolo Saglimbeni. Il taglio del nastro è avvenuto ieri, nel giorno che sarebbe stato il 65mo compleanno di Saglimbeni, se la morte, il 7 maggio 2011, non l’avesse improvvisamente strappato alla famiglia ed alle comunità di Limina e di Antillo. L’intitolazione a Restifo era stata deliberata dalla Giunta comunale nel 2015 e di recente è arrivato il via libera dalla Prefettura, mentre la dedica a Saglimbeni è stata decisa nei giorni scorsi dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Filippo Ricciardi. Una cerimonia che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e sindaci del comprensorio, oltre che del presidente dell’Unione dei comuni Valli Joniche dei Peloritani, Davide Paratore, e di ex amministratori. Dopo la benedizione di don Paolino Malambo, nell’aula consiliare ha avuto luogo il ricordo dei due personaggi. 

Restifo, un visionario
Alfio Restifo prese Limina subito dopo la guerra, nel 1946, guidandola per tre anni. Poi tornò in sella al comune nel 1960 fino al 1962. Morirà nel 1966, a 70 anni. A Limina, ovviamente, i giovani non ricordano il suo nome, ma fruiscono anche del suo lavoro. Fu lui a realizzare il comune urbanizzando contrada Monaco, realizzando diverse strade, le scuole e battendosi soprattutto per la realizzazione e poi per il completamento della strada di collegamento tra Limina e la riviera. “Un visionario, una persona che intuiva in anticipo come si sarebbe sviluppato il futuro”, ha detto il sindaco Filippo Ricciardi. Ragioniere ed imprenditore, Restifo legò il suo nome anche all’Acr Messina, di cui ricoprì cariche dirigenziali e contabile dal 1949 fino alla promozione in serie A del 1962. Un aneddoto particolare lo riguarda in relazione ad uno spareggio contro il Cosenza per la promozione in serie B, nella stagione 1949-50. Il Messina pareggiò il gol degli avversari nella prima gara svolta a Salerno ed alla ripetizione della partita si impose per 6-1 a Como, ottenendo la promozione. Ma il portiere cosentino denunciò un tentativo di corruzione da parte di Restifo da dietro la porta nel corso della prima partita, mentre il Cosenza conduceva per 1-0. La federazione retrocesse il Messina e punì la dirigenza, tra cui Restifo, ma il Messina presentò ricorso, dimostrò l’insussistenza di tentativi di corruzione, e riottenne promozione e riabilitazione dei dirigenti. 

Saglimbeni, un galantuomo competente
Anche Paolo Saglimbeni era uno che… dava i numeri. E lo faceva bene, visto l’incredibile capacità di presentare i bilanci in tempo, di far quadrare le cifre, di individuare linee di spesa che costituivano investimenti (come, ad esempio, l’acquisto delle case pericolanti di Limina e la loro sistemazione e rifunzionalizzazione con finanziamenti per l’edilizia popolare). Però a differenza di Restifo, Saglimbeni il sindaco non l’ha fatto. In paese sono tanti a pensare che lo avrebbe meritato, per la competenza, la capacità di visione, il coraggio e l’attaccamento al paese. Ma la politica non sempre segue le rette vie, soprattutto a fronte di menti come la sua, radicate a sinistra e non intrappolate nel dualismo radicale Società Operaia-Società Agricola che ha caratterizzato per decenni la politica a Limina. Il teorizzare il superamento di questo dualismo in tempi in cui c’era chi aveva interesse ad esasperarlo lo costrinse sempre a lavorare “dagli angoli”, indicando vie che poi hanno percorso tutti, ma che in quel momento molti non vedevano. Lui che era “innamorato della sua comunità e della politica”, per usare le parole di Davide Paratore, iniziò giovanissimo, diventando nel 1978 assessore del sindaco socialista Francesco Garigali, al fianco del quale resterà anche nella legislatura successiva. Poi i rapporti si incrinano. Nel 1988 sposa il progetto di Marcello Bartolotta e diventa consigliere di minoranza, carica che ricopre fino al 1996, quando, eletto Bartolotta, lo nomina vice sindaco. Nel 2000 diventerà presidente del Consiglio comunale, ma nel 2005 deciderà di non ricandidarsi. “Quello di oggi è un gesto di riconoscimento per ciò che Paolo ha fatto per la nostra comunità, dove ha svolto il proprio ruolo con moralità e competenza”, ha detto Ricciardi . “Per me è stato un supporto costante e importante”, ha aggiunto l’ex sindaco Marcello Bartolotta. Sono intervenuti anche Piero Briguglio, sindaco di Nizza, comune nel quale Saglimbeni ha guidato l’Ufficio Ragioneria, e Santino Foti, vicesindaco di Sant’Alessio, definendolo “un galantuomo, in un’accezione del termine che oggi non si usa più”. La moglie, Renata Restifo, ha voluto ringraziare a nome della famiglia (presenti i figli, Sebastiano, Anna e Giacomo), ricordando l’ “orgoglio liminese” del marito, malgrado vivesse ad Antillo, dove anche svolgeva attività politica a fianco dell’allora sindaco, Natalino Bongiorno, e ha anche sottolineato la soddisfazione della famiglia di “notare come ognuno abbia di Paolo un ricordo felice; sarà ricordato come una persona speciale”. Presenti tra gli altri anche i vertici del Pd provinciale, con il segretario Nino Bartolotta, Giacomo D’Arrigo e Fabio Orlando. A chiudere la cerimonia, la proiezione di un toccante contributo video-foto realizzato dalla nipote Laura Saglimbeni.

 


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