Giovedì 21 Novembre 2024
Puntata di Linea Verde Orizzonti su Savoca, Letojanni e le tipicità dell'Etna


Su Rai Uno in vetrina i gioielli della Sicilia - FOTO e VIDEO

di Gianluca Santisi | 11/01/2014 | ATTUALITÀ

7439 Lettori unici | Commenti 10

A volte sono gli altri a doverci ricordare in che posto meraviglioso viviamo. Ma non è colpa nostra, è la disillusione che ci ha resi ciechi. Noi siciliani siamo fatti così. Questa mattina una puntata di “Linea Verde Orizzonti”, andata in onda su Rai Uno dalle 10.20 alle 11, ci ha ricordato quanto sia straordinaria la nostra Isola: che patrimonio architettonico, naturalistico e gastronomico abbia da offrire non solo a noi che ci viviamo ma anche a chi ci viene a trovare. Dovremmo tenerlo a mente ogni volta che abbiamo voglia di andare via. I due conduttori Federico Quaranta e Chiara Giallonardo hanno mostrato al pubblico televisivo italiano alcuni dei luoghi, prodotti e sapori tipici della costa orientale siciliana. In particolare, Federico Quaranta, il Fede della trasmissione di Radio Due “Decanter” (condotta con Nicola “Tinto” Prudente), ci ha ricordato che l'Etna, oltre ad essere uno spettacolo della natura, rende anche unico il sapore del vino che si produce dai suoi vigneti. Un territorio che dagli esperti viene tenuto in grande considerazione tanto da rappresentare, è stato rimarcato, il futuro del vino italiano. Il produttore Alessio Planeta ha illustrato le tipicità dell'“Etna”, sia bianco che rosso, con i suoi profumi di ciliegie, di pesche, di fiori bianchi.

Le telecamere di "Linea Verde Orizzonti" si sono poi spostate a Linguaglossa, dove in una macelleria è stata mostrata la produzione della salsiccia al ceppo (misto di tagli di maialino dei Nebrodi) condita con finocchietto selvatico, pepe, sale e ginepro dell'Etna. Da qui nuova tappa a Castiglione di Sicilia, prima per mostrare le peculiarità della pecora autoctona, la “pinzirita”, che produce sì poco latte (circa mezzo litro al giorno) ma di altissima qualità, e poi in un caseificio per osservare la realizzazione del pecorino con il pistacchio più famoso al mondo, quello di Bronte.

In provincia di Messina, invece, si è recata l'altra conduttrice della trasmissione, Chiara Giallonardo. Accompagnata dalla scrittrice Catena Fiorello, ha visitato l'incantevole borgo di Savoca, facente parte del club de "I Borghi più belli d'Italia". E se non poteva mancare un “salto” al noto Bar Vitelli, reso celebre dal film “Il Padrino”, grande interesse ha destato la sosta nell'atelier del maestro Nino Ucchino, dove lo scultore, originario di S. Teresa di Riva, ha mostrato le sue opere più importanti e la particolare tecnica di lavorazione dell'acciaio che contraddistingue il suo lavoro.

Dopo Savoca è toccato a Letojanni, cittadina turistica che ha dato le origini alla famiglia Fiorello, dove ad accogliere le due visitatrici c'era il ristoratore Gianni Ardizzone. Quest'ultimo, con l'ausilio dello chef Gianfranco Smiroldo, originario di Antillo, ha mostrato in una cucina allestita all'aperto, sul lungomare, la preparazione di un piatto tipico: le sarde a beccafico. Poi titoli di coda con ancora negli occhi e nel cuore le meraviglie della nostra terra.

 

Per visualizzare l'intera puntata di Linea Verde Orizzonti clicca qui

 

Tra qualche settimana, ma nella sua versione tradizionale della domenica, condotta da Patrizio Roversi, “Linea Verde” tornerà in Sicilia e nuovamente nella riviera jonica messinese. Ad Alì Terme si parlerà infatti del limone Interdonato Igp. La registrazione della puntata è stata effettuata questa mattina.

 

Linea Verde Orizzonti 11/01/2014 - L'atelier del maestro Ucchino a Savoca

Più informazioni: nino ucchino  sicilia  linea verde  


COMMENTI

natale morgana | il 11/01/2014 alle 18:28:08

estasiati nel constatare che la Sicilia è tutta bella, ogni angolo, ogni borgo, piena di storia, d’opere d’arte, di folklore e della testimonianza di grandi civiltà del passato. E nell’isola bella troveranno, soprattutto, la proverbiale accoglienza sicula verso popoli e culture così diverse dalla nostra, ma di cui conserviamo le tracce nel nostro sangue multietnico.

DOTT. ANTONINO ALIBERTI | il 11/01/2014 alle 19:56:25

scusate anticipatamente il tono del mio commento, ma io che vivo quotidianamente una realtà imprenditoriale agricola che fa acqua da tutte le parti, tutti questi gioielli della sicilia orientale che queste trasmissioni televisive di dubbia finalità mostrano, io in realtà non le vedo. Mi spiego meglio a cominciare dal "limone interdonato": intanto non si tratta di un limone ma di un incrocio tra limone e cedro, che interessa un'area assai limitata estesa pochi ettari facente parte del territorio di ali terme e fiumedinisi; le altre aree agricole della riviera ionica del messinese, coltivavano il vero limone e cioè la cultivar "femminello S. Teresa" che dava un limone di assoluto pregio e per contenuto in oli essenziali che per caratteristiche organolettiche complessive (anche in contenuto di vitamina C), cultivar che da buoni siciliani "disillusi"abbiamo perso quasi del tutto; per il paradosso di pirandelliana origine e atavica ignoranza, permettiamo a qualcuno di dire che abbiamo una eccellenza nel limone interonato......senza che nessuno ricordi che la vera eccellenza era nel limone s. teresa coltivato in tutto l'areale ionico e tirrenico finanche nella conda d'oro palermitana.

DOTT. ANTONINO ALIBERTI | il 11/01/2014 alle 20:05:11

Ancora, riguardo alla pecora "pinzirita", si tratta di una pecora di scarso valore e in termini di produzione e in termini di qualità. Di fatto esiste perchè esitono i contributi comunitari e perchè non viene allevata ma lasciata al proprio destino a pascolare delle essenze nei terreni ormai abbandonati della provincia di messina. Sempre a onor del vero, in Sicilia, esiste un'altra pecora che detiene il podio sia in termini di qualità/quantità di latte prodotto che in qualità/quantità di carne ed è la Pecora Comisana dal cui latte si realizza il PECORINO SICILIANO DOP, dell'esistenza del quale pochi sono a conoscenza e si realizza senza con il solo latte di questa pecora al quale non si aggiunge neppure il pepe nero (vietato per regolamento). La pecora comisana è il vero fiore all'occhiello della zootecnia siciliana (non la pinzirita che non è neppure una razza bensi una popolazione). Da ultimo, la chicca della salsiccia al ceppo o con l'aggiunta del maialino dei nebrodi...pur non entrando in merito ai fatti raccontati bisogna, tuttavia ricordare a chi ci legge che in sicilia gli allevamenti di maiali si contano sulle dita di una mano, ancor meno in provincia di messina;

DOTT. ANTONINO ALIBERTI | il 11/01/2014 alle 20:13:20

bisogna dire, sempre a onor del vero, che la maggior parte della carne suina che mangiamo viene o dall'estero già macellata (spagna, francia, belgio, paesi dell'est) o dal nord italia dove ci sono dei grossi macelli dove convergono animali di provenienza estera. Traete voi le relative conclusioni. Insomma, io, ripeto, cose belle in sicilia orientale, oltre a quello che resta delle strutture architettoniche che stiamo perdendo perchè crollano inesorabilmente, del paesaggio naturale che è abbandonato, del territorio che è deturpato, non ne vedo. Vedo, invece, tanta ignoranza, tanta gente che la cavalca, e tanti imbroglioni che vogliono farci vedere tre lune in un pozzo offendendo quotidianamente la nostra intelligenza, forti del fatto che nessuno di noi mette le cose al proprio posto, spendendosi, almeno verbalmente, pro veritate. Non siamo i fessi che pensate voi!

Pippo Sturiale | il 11/01/2014 alle 23:08:45

Stavolta Aliberti, nel complesso, ha ragione! Ma il limone "interdonato", detto anche "fruttu finu", non è un incrocio, come si fantastica, ma una mutazione spontanea, che è stata propagata e coltivata, maturando in un periodo vuoto e essendo resistente al malsecco (come il limone "munacheddu"). Certamente però le qualità organolettiche non sono eccelse ... quanto sono buoni, invece, i "verdelli vecchi" del munacheddu!

DOTT. ANTONINO ALIBERTI | il 12/01/2014 alle 15:34:55

Quando si raccontano i fatti, con oggettiva verità, non si ha né ragione né torto! si tratta solo di ripristinare il valore della verità, che nell'epoca della relatività è diventata, come ogni altra cosa, opinabile. Anche questo, significa "piantare ulivi". In relazione all'origine del limone interdonato, le fonti storiche riferiscono che si tratta di un possibile ibrido naturale tra un clone di cedro e un clone di limone locale denominato “ arriddaro”, ibridazione operata dal col. Interdonato nel finire dell'800; non ho elementi per suffragare l'ipotesi della mutazione spontanea proposta da Sturiale. Aggiungo solo, un'altra nota dolente, che chi ha istruito la stesura del disciplinare IGP del limone interdonato ha compreso nell'areale di produzione tutti i paesi della costa ionica messinese, fino a Taormina; questi paesi, compresa S. Teresa di Riva, non avevano piante di limone interdonato se non poche decine di esemplari; questo impedisce, di fatto, la possibilità di inoltrare una richiesta di IGP o IGT per il limone femminello "S. Teresa" o "Famulari", come aveva tentanto di fare il sottoscritto qualche anno fà, interessando anche la facoltà di agraria dell'università

Concetto Stagnitti | il 12/01/2014 alle 18:25:11

Per opportuna informazione anche Castiglione di Sicilia fa parte dei Borghi più belli d'Italia.

roberto maria moschella | il 12/01/2014 alle 21:55:05

Quanta retorica! La cruda realta' e' che la nostra terra e' stata irrimediabilmente deturpata, inquinata, lordata da immonde sostanze. E' vero, chi ci abita non se ne accorge o non se ne vuole accorgere, chi per infingardaggine ,chi per malafede legata ad oscuri interessi, altri per inettitudine. Ben vengano queste trasmissioni televisive sul nostro territorio ad uso degli ignari turisti, ma noi non lasciamoci trasportare dalla retorica decantatorie delle meraviglie, che la realta' e' ben diversa e noi lo sappiamo. Non prendiamoci in giro.

Enrico Telicco | il 14/01/2014 alle 22:01:20

Ma almeno i vini si salvano dalle critiche?

roberto maria moschella | il 15/01/2014 alle 21:29:15

Egr. Enrico, benche' l'isola abbia delle vere eccellenze enoiche e terreni con caratteristiche ampelografiche uniche al mondo, qualche critica ai vini purtroppo non si puo' risparmiare. Lo dico con grande rammarico da profondo conoscitore del settore vinicolo e delle tecniche attualmente in uso. Il discorso e' alquanto complesso e non puo essere trattato pubblicamente senza incorrere in fastidiose censure o querele.

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