"Lo svincolo di S. Teresa è inutile e dannoso": ecco le osservazioni inviate al Ministero
di Andrea Rifatto | 10/10/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 10/10/2022 | ATTUALITÀ
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L'inserimento paesaggistico dell'infrastruttura
“Un’opera inutile per la viabilità e dannosa per il paesaggio e l’ambiente, con effetti negativi per il territorio”. È in sintesi il contenuto delle osservazioni inviate dai cittadini al Ministero della Transizione Ecologica sul progetto per la realizzazione dello svincolo autostradale Santa Teresa di Riva-Val d’Agrò, opera dal costo di 26,4 milioni di euro provenienti dal Masterplan della Città metropolitana. Da un anno è in corso la procedura di rilascio della valutazione di impatto ambientale e adesso si è conclusa la fase di consultazione pubblica, alla quale hanno partecipato solo due persone Una corposa relazione è stata presentata dal “Comitato No Frane-No Precarietà, coordinato da Giacomo Di Leo, che ha evidenziato tutte le criticità legate al dissesto idrogeologico della zona jonica, esponendo le proprie tesi sulla problematica di Capo Alì e ritenendo meno dispendioso realizzare il mini svincolo a Itala Marina, da usare in caso di calamità: “Riteniamo inopportuna l’assurda progettazione dello svincolo autostradale nei pressi del torrente Agrò - scrive Di Leo - utilizzare 26 milioni per un’opera in un paese di 9.000 abitanti è un vero sperpero di denaro pubblico, visto che nelle località limitrofe sorgono già gli svincoli di Giardini Naxos, Taormina e Roccalumera, sufficienti per decongestionare il traffico. Quello di Santa Teresa non avrebbe reale utilità per il comprensorio e non può e non deve essere finanziato dal Masterplan, ovvero da fondi utilizzabili per infrastrutture con priorità per alto rischio di dissesto idrogeologico”. Ben più articolate e puntuali le osservazioni inviate al Ministero della Transizione Ecologica dal cittadino Ian Veronese di Genova, che sono giunte però dopo il termine e dunque non verranno prese in considerazione per il rilascio della Via: “La realizzazione di una nuova infrastruttura ad uso principalmente privato impattante indurrebbe un aumento del traffico, come si evince da altri casi analoghi - evidenzia - e il nuovo svincolo disterebbe solo 4,5 km da quello esistente più vicino e 9 km dal secondo in termini di prossimità. Avere tre svincoli nel giro di 15 km risulta perlomeno ridondante, se non uno spreco di suolo e una cattiva utilizzazione di risorse publiche. La motivazione di utilizzo come via di fuga non è pertinente - prosegue Veronese - in quanto per ottenere un aumento delle vie di fuga in caso di calamità sarebbe sufficiente la costruzione di una semplice rampa di accesso all’autostrada di emergenza in direzione Messina, già prevista in progetto” e attualmente “l’esimio traffico generato dall’area artigianale si riversa sulla circonvallazione, senza perciò causare un aumento della congestione a livello del centro abitato”. Secondo le tesi esposte “il nuovo svincolo è fonte di maggior congestione stradale e non risponde alla domanda di mobilità locale, ma al contrario aggraverebbe le criticità attuali soprattuto nelle fasce orarie più movimentate e durante la stagione turistica” e inoltre quattro corsia in uscita vengono ritenute inutili perchè “esistono tecnologie per un casello senza presenziamento con totale automazione, senza il fabbricato di stazione”. Ian Veronese segnala anche l’assenza di “uno studio di traffico approfondito che comprenda quantomeno la specifica sui flussi attuali” e “un danno non trascurabile e irreversibile a livello ambientale, con la depauperazione della flora e del paesaggio” e la distruzione di parecchi alberi di ulivo, “in una delle poche zone del territorio comunale ancora non urbanizzate e da preservare come polmone verde”, perchè “una pianta esistente di una certa anzianità non è intercambiabile da una nuova appena nata, in quanto non potrà apportare gli stessi benefici nè a livello paesaggistico nè climatico-ambientale”.