Luci votive a Furci, la gestione degli incassi alla base dell'appalto "fallito"?
di Andrea Rifatto | 28/10/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 28/10/2018 | ATTUALITÀ
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Il cimitero di Furci
Fa discutere l’assenza di illuminazione votiva provvisoria nei cimiteri di Furci per la commemorazione dei defunti, visto che il Comune non è riuscito ad affidare l’appalto a nessuna ditta. E non mancano i malumori. Il sindaco Matteo Francilia si è detto rammaricato, spiegando che sono state seguite le procedure previste: “Era una consuetudine bella, anche se non viene fatta in tutti i centri – ha detto ai furcesi – per i prossimi anni ci stiamo organizzando in house anche per avere dei risparmi. Ci scusiamo ma non è dipeso da noi”. E da cosa è dipeso allora? Rispetto allo scorso anno sono cambiate le condizioni del servizio e ciò molto probabilmente ha scoraggiato le ditte a partecipare. Nel 2017, per una vendita stimata di 8.000 lampadine al prezzo di 1 euro ciascuna e un introito di 8mila euro nel periodo 28 ottobre-2 novembre, la ditta doveva versare al Comune minimo il 5% dell’incasso e l’appalto venne aggiudicato al 25% con il criterio del massimo rialzo; quest’anno (stimando sempre 8mila euro di entrate ma nel periodo 30 ottobre-2 novembre, con obbligo di rimozione delle apparecchiature entro 15 giorni) l’Amministrazione comunale ha invece stabilito che gli introiti dovevano essere riscossi e gestiti da personale del Comune (in collaborazione con la ditta affidataria), che avrebbe poi versato alla ditta non oltre il 90%, percentuale da sottoporre al massimo ribasso. Probabilmente il fatto che gli incassi sarebbero finiti nelle casse del Comune e solo successivamente versati al gestore, con i tempi spesso incerti della Pubblica Amministrazione, ha scoraggiato quanti pensavano di poter partecipare alla gara incamerando subito le somme, nonostante le condizioni economiche rispetto allo scorso anno fossero perfino più favorevoli, visto che sarebbe bastato un ribasso ad esempio anche solo dell'1% per intascare l'89% dell'importo derivante dalla vendita delle lampadine. Sulla questione la minoranza ha presentato un’interrogazione: “Apprendiamo con stupore la notizia del fallimento della pratica di assegnazione del servizio di illuminazione votiva – scrivono Francesco Rigano, Sandro Triolo, Chiara Cocuccio e Sarah Vita – e non conoscendo dinamiche e cause che hanno determinato ciò, interroghiamo il sindaco affinché espliciti in modo chiaro le azioni ed i tempi che hanno determinato l'unico caso che si conosca di assenza di illuminazione che si effettua per tradizione e rispetto verso i propri cari estinti”. Al presidente del Consiglio è stato chiesto di inserire l’argomento nella seduta di Consiglio comunale ma per i tempi tecnici non sarà possibile farlo in quella prevista per domani (lunedì). “Alcuni consiglieri di minoranza piuttosto che dare un apporto costruttivo alla nostra comunità, con queste inutili interrogazioni cercano solo un po' di visibilità, considerata la loro assenza totale nella vita sociale del nostro paese – ha replicato Francilia - lunedì (domani) in Consiglio gli dedicherò un po’ del mio tempo così li accontentiamo, anche perché se fossero venuti al Comune a verificare gli atti firmati dal sottoscritto si sarebbero resi che questa Amministrazione ha sempre fatto il suo dovere facendo parlare i fatti, non le chiacchiere”. I furcesi si dividono sul tema: “Non tutti i mali vengono per nuocere, l'usanza delle lampadine acquistate e accese solo per 2 giorni l'anno è superflua, un simbolo esterno e consumistico che di certo non rafforza né aumenta il sentimento di rispetto e amore per i nostri cari,” commenta una cittadina; “Spero che questo faccia riflettere quanti ritengono che l'apparenza è più importante della sostanza. Più preghiera e più opere di bene” aggiunge un’altra. “Non sono d’accordo e trovo molto squallido che in un giorno cosi non si debba onorare i nostri defunti come vuole la tradizione” scrive invece un furcese, così come c’è chi commenta che “le tradizioni rappresentano una forma insostituibile di rispetto e di omaggio alla memoria”.