Giovedì 21 Novembre 2024
Al 156esimo posto in classica e secondo in provincia. A fine marzo riapertura al pubblico


Luoghi del cuore Fai, il Castello Pentefur di Savoca tra i siti più votati in Italia

di Andrea Rifatto | 03/03/2017 | ATTUALITÀ

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I resti del Castello visti dall'alto

L’ottavo censimento “I Luoghi del Cuore” realizzato dal Fondo ambiente italiano “consacra” il castello di Pentefur di Savoca tra i siti culturali più apprezzati in Italia. Tra le 33mila 264 bellezze segnalate dagli italiani nel corso del 2016, allo scopo di difendere, salvare e far conoscere un sito e con esso la propria storia, il castello arabo-normanno, grazie ai 1.924 voti ottenuti, si è piazzato al 156esimo posto nella classifica nazionale e al secondo in provincia di Messina, dietro la Tomba di Antonello da Messina individuata tra i resti del Convento di Santa Maria del Gesù. Al primo posto nazionale si è classificato il Castello di Samezzano di Reggello,  a poco meno di 40 km da Firenze, tenuta di caccia in epoca medicea. Un ottimo risultato per Savoca, uno dei borghi più belli d’Italia, che non può che spingere ad attivarsi per valorizzare e far conoscere ancora meglio una parte di storia rimasta a lungo avvolta dal mistero, puntando ad un turismo di qualità.

L’inserimento del sito nella classifica Fai è stato promosso dal Comitato per la valorizzazione del Castello Pentefur di Savoca, creato dai proprietari dell'area del castello e dai responsabili del settore turistico del Comune per promuovere la conoscenza del castello e sensibilizzare il pubblico in relazione al valore storico culturale del sito nel contesto locale e valorizzare il bene per metterlo a disposizione della comunità. Le caratteristiche architettoniche sopravvissute fino ai nostri giorni raccolgono le testimonianze di una storia lunga, vissuta con alterne fortune, e negli ultimi 30 anni sono stati oggetto di un prezioso lavoro di recupero interamente sostenuto dai proprietari e volto agli interventi minimi di conservazione. Nell'ottica di una valorizzazione del luogo volta a garantire la fruibilità dell'area e a sviluppare le potenzialità di attrazione turistica del borgo medievale di Savoca, l'area del castello ha bisogno di essere difesa dagli agenti atmosferici e presenta un grande potenziale di esplorazione archeologica. 

Il castello di Pentefur, che sorge nel centro storico su un’area di 10 mila metri quadrati, risale nella sua parte più antica all’epoca bizantina e venne ampliato nei secoli successivi fino a quando alla fine del ‘600 non fu distrutto da un terremoto. Anche se molta della sua leggendaria storia rimane ancora “segreta e misteriosa”, nel tredicesimo secolo, nel contesto della storia medievale siciliana, ebbe un’importanza fondamentale per la sua posizione altamente strategica che ne faceva una roccaforte inespugnabile a controllo del territorio jonico e dell’Agrò. Residenza estiva dell’archimandrita, fu l’unica dimora/fortezza in Sicilia che assunse il titolo di “castello feudale” e poi quello di “castello regio” (appartenente al demanio del Re). Il castello fu restaurato e abbellito per l’ultima volta nel 1631 dall’archimandrita “Diego Requesenz”, che si pregiava anche del titolo di “Conte di Savoca” e dei suoi casali. I suoi resti furono acquistati nel 1885 da una nobile famiglia savocese il cui erede, il professor Piero Nicotina insieme ai suoi discendenti, da oltre un trentennio sta cercando di metterlo in sicurezza, in modo da poterne promuovere la fruizione. Le sue mura sono state dichiarate “d’interesse storico ed architettonico particolarmente importante” e sottoposte alle prescrizioni di tutela, con decreto dell’assessore ai Beni culturali ed ambientali della Regione.

Dopo la storica apertura al pubblico del 25 aprile dello scorso anno, quando venne visitato da quasi 900 persone in occasione della Settimana della cultura dell’Area Metropolitana di Messina grazie ad un accordo tra il Comune e i proprietari, la famiglia Nicotina sta adesso preparando la riapertura per le giornate Fai di primavera, in programma il 25 e 26 marzo in occasione dei 25 anni della nascita del Fondo ambiente italiano.


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