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Mandanici. Serata per ricordare il ritrovamento del 1952
di Filippo Brianni | 08/08/2013 | ATTUALITÀ
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Il sindaco di Mandanici Armando Carpo, l’assessore regionale Nino Bartolotta e la presidente del consiglio comunale Anna Misiti.
“Stavamo scavando e ad un certo punto toccammo qualcosa di duro. Venne fuori quel fiaschetto di terracotta e dentro c’erano le monete”. Carmelo D’Angelo era uno degli operai che lavoravano in piazza a Mandanici quel 20 agosto 1952, quando le monete, rimaste in “letargo”, per circa duemila anni, riaffiorarono. D’Angelo ha rievocato quella vicenda con le parole affaticate dall’età ma con negli occhi la stessa sorpresa di allora. Lo ha fatto sabato scorso, nella stessa piazza del ritrovamento, di fronte alla chiesa madre di Mandanici, in occasione della cerimonia per celebrare il ritorno in paese, seppur temporaneo, del “tesoretto”. Dopo il ritrovamento infatti, le monete vennero consegnate alla Soprintendenza, studiate accuratamente ed oggi esposte al museo “Paolo Orsi” di Siracusa. A Mandanici trascorreranno l’estate e saranno in mostra nella biblioteca comunale fino al 22 settembre. Una “vacanza” nella propria terra d’origine fortemente voluta dal comune, sulla scorta di un progetto scientifico della dinamica Federica Siddi, giovane mandanicese studiosa d’arte in Toscana, la quale ha anche curato la mostra, insieme ad Anna Misiti (presidente del consiglio), che ha anche presentato la cerimonia di inaugurazione della mostra. Al taglio del nastro, da parte del sindaco Armando Carpo, ha preso parte anche l’assessore regionale Nino Bartolotta. La serata è stata chiusa dalle prime visite alla mostra e da un concerto d’arpe con le sorelle Sabrina e Simona Palazzotto, alla presenza di rappresentanti dell’Osservatorio beni culturali, Archeoclub e del presidente comprensoriale dei Lions, Rosario Trimarchi. Quelle esposte a Mandanici sono 44 pezzi del III secolo a.C La maggior parte di esse proviene delle coniazioni di Reggio Calabria, insieme ad esemplari prodotti a Siracusa, a Messina (dai Mamertini) ed a Roma. La sepoltura delle monete sembra risalire anch’essa al III secolo, probabilmente in coincidenza (e forse a causa) con la seconda guerra punica.