Mare sporco tra liquami, rifiuti e lamentele: un'altra estate senza colpevoli né soluzioni
di Andrea Rifatto | 27/08/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 27/08/2024 | ATTUALITÀ
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Una scia di sporcizia a Santa Teresa
È un problema che si ripete ogni estate, ma che non è stato finora arginato e combattuto, nonostante incontri e tavoli tecnici sia alla Regione che alla Città metropolitana e le promesse di task force di esperti per il monitoraggio delle acque, la verifica dei depuratori e la ricerca di eventuali sversamenti abusivi. Il risultato? In alcune giornate o fasce orarie i bagnanti sono costretti a rimanere sulla spiaggia, perchè è impossibile entrare in acqua. Le scie di sporcizia e reflui fognari che solcano la costa jonica continuano a stridere con le certificazioni della qualità ambientale delle località rivierasche assegnate ormai da diversi anni ad alcune località costiere. Della serie: le spiagge saranno anche insignite delle Bandiere blu, ma al colore del vessillo molto spesso non corrisponde quello del mare. Nelle ultime settimane sono giunte tantissime lamentele, soprattutto da Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio Siculo, a causa di scie oleose, di sporcizia o spazzatura che solcano la costa e rendono impraticabile il mare, attraversato da chiazze di rifiuti o reflui fognari la cui origine rimane quasi sempre sconosciuta. I bagnanti, soprattutto quelli provenienti da fuori, protestano quotidianamente contro le amministrazioni locali, accusandole di scarsa manutenzione dei depuratori fognari e di mancati controlli, ma gli impianti di depurazione della zona jonica non presenterebbero gravi problemi di funzionamento e il materiale solido trasportato in sospensione non può provenire dai depuratori. In questi anni è stato invece ipotizzato come potrebbe trattarsi di rifiuti scaricati nei torrenti (come in queste settimane di piene dopo il maltempo) o provenienti da discariche dismesse e poi trasportati in mare insieme ai detriti (non solo in Sicilia), ma anche scarti scaricati dalle navi da crociera e dai mercantili. «Tanti bambini hanno manifestato infezioni cutanee molto fastidiose con comparsa di vescicole che esitano in lesioni rotondeggianti e pruriginose - ha commentato una villeggiante - e i pediatri hanno incriminato la spiaggia e l'acqua molto sporca. Qualcuno ha risolto il problema con una crema antibiotica parecchio costosa, qualcuno con antibiotico per bocca. Però… che peccato!». Le analisi effettuate dall’Asp (gli ultimi prelievi pubblicati risalgono a metà luglio) e rese note dal Portale acque di balneazione del Ministero della Salute escludono il superamento dei limiti per i parametri Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, anche se in alcuni casi i valori hanno sfiorato la soglia massima, e la qualità dell’acqua viene definita eccellente. Di fatto, però, spesso non è così. Le soluzioni? L’impiego di un battello spazzamare tipo “Pelikan” per la raccolta dei rifiuti galleggianti solidi e liquidi oppure la posa in mare di barriere galleggianti antinquinamento, opportunamente zavorrate, piazzate magari dai Comuni entro i 200 metri dalla costa per circoscrivere la macchia di sporcizia, quasi sempre proveniente dal largo, e proteggere la fascia più a ridosso della spiaggia. Soluzione, quest’ultima, che ha dei costi, sicuramente non indifferenti. Nel frattempo bisognerebbe concentrarsi a cercare le fonti di inquinamento, altrimenti anche quella del 2024 sarà ricordata un’altra estate di pessime figure agli occhi di visitatori e turisti, attratti anche dalle Bandiere blu, con un danno economico anche per gli operatori turistici.