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Metano, tagliato il finanziamento anche a Savoca. Comuni al Tar contro la Regione
di Andrea Rifatto | 20/01/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 20/01/2018 | ATTUALITÀ
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Mancava l’ultimo decreto ed è arrivato nei giorni scorsi. Dopo quelli riguardanti gli altri undici Comuni del Bacino “Sicilia Jonico-Peloritano”, anche nei confronti di Savoca è stata disposta la riduzione del finanziamento concesso nel 2014 per la realizzazione della rete del gas metano. L’ultimo provvedimento che taglia i fondi (il primo risale all’8 novembre per Fiumedinisi) ha stabilito la riduzione a 4 milioni 750 mila euro del finanziamento da 5 milioni assegnato al borgo collinare, il cui progetto aveva un costo complessivo di 9,4 milioni di euro. Savoca dovrà restituire precisamente 231mila 432 euro, dei 4 milioni 626mila euro di fondi del Po-Fesr 2007/2013 già spesi e certificati dalla Commissione europea, mentre altri 190mila euro del finanziamento provenivano da risorse regionali. Una decurtazione del 5%, così come già avvenuto per Fiumedinisi (208mila euro), S. Teresa (250mila), Roccalumera (250mila), Alì Terme (246mila), Furci (235mila), S. Alessio (215mila), Nizza (197mila), Pagliara (186mila), Itala (149mila), Scaletta (250mila) e Casalvecchio (250mila), decretata dall’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità per irregolarità riscontrate dalla Regione e dalla Commissione europea nell’affidamento dell’appalto per la realizzazione dell’opera, ossia aver qualificato la concessione firmata con l’impresa FinConsorzio come appalto di servizio e poi come concessione di servizio pubblico anziché come concessione di costruzione e gestione e la mancata trasmissione da parte del Comune di Fiumedinisi, capofila del Bacino, della documentazione inerente Durc, certificati di carichi pendenti e casellario giudiziario delle imprese consorziate. In totale sono state tagliati fondi per 2 milioni 667mila euro. I dodici Comuni del Bacino “Sicilia Jonico-Peloritano che hanno subito i tagli ai contributi sono decisi a dare battaglia contro la Regione e si rivolgeranno al Tar presentando ricorso allo scopo di ottenere l’annullamento dei decreti.