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Metano, sindaci pronti ad agire contro la Regione: "Situazione paradossale"
di Andrea Rifatto | 12/12/2017 | ATTUALITÀ
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L'assemblea di oggi pomeriggio
"Una situazione paradossale contro cui ci opporremo". È la sintesi dell’assemblea dei sindaci del Bacino “Sicilia Jonico-Peloritano” svoltasi oggi pomeriggio a Fiumedinisi, su convocazione urgente del presidente Giovanni De Luca, primo cittadino del Comune capofila, per discutere del taglio del 5% dei finanziamenti concessi nel 2014 a dodici dei quindici centri dell’aggregazione, decretata dalla Regione per un totale di quasi 2 milioni di euro in seguito a irregolarità riscontrate di concerto con la Commissione europea nell’affidamento dell’appalto per la realizzazione della rete del gas metano. All’incontro, oltre De Luca (con il prelesidente del Consiglio Domenico Cascio), erano presenti i sindaci Danilo Lo Giudice (S. Teresa) con l’assessore Domenico Trimarchi; Giovanni Foti (Sant’Alessio) con il vice Franco Santoro; Piero Briguglio (Nizza); Marco Saetti (Casalvecchio) con l’assessore Nino Santoro; Sebastiano Gugliotta (Pagliara) con il presidente del Consiglio Francesco Laganà; Giuseppe Marino (Alì Terme) con l’assessore Mariarita Muzio; il vicesindaco di Furci Maria Vera Scarcella con l’assessore Rosaria Ucchino. Per Roccalumera presente solo il dirigente dell’Ufficio tecnico, l’architetto Pino Della Scala. Assenti i rappresentanti di Alì, Antillo, Itala, Mandanici, Savoca e Scaletta. A discutere della questione anche il consulente legale del “Sicilia Jonico-Peloritano”, l’avvocato Carmelo Moschella; il responsabile unico del procedimento, il geometra Giuseppe Giardina del Comune di Fiumedinisi e i tecnici della FinConsorzio (impresa concessionaria), l’ingegnere Giuseppa Testa e i geometri Santo Milazzo e Francesco Finocchiaro. “Tutto ciò è assurdo, gli stessi organi che nel 2014 hanno vagliato gli atti non riscontrando anomalie, adesso sollevano il caso contestando irregolarità e carenze nei documenti – ha evidenziato De Luca, trovando condivisione nei colleghi sindaci – una situazione paradossale su cui pretendiamo risposte immediate dalla Regione”. Il presidente del Bacino “Sicilia Jonico-Peloritano” ha ripercorso i punti salienti della vicenda che ha portato all'emanazione dei decreti in seguito al procedimento avviato dall’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità tra dicembre 2016 e gennaio 2017. “Questi decreti di revoca sono stati emanati dalla Regione fuori tempo massimo – ha rilevato il sindaco di Sant’Alessio – perché dopo i 270 giorni entro cui è possibile siglare atti interruttivi di una procedura amministrativa”. “Ciascuno valuti come agire in attesa della notifica di tutti i decreti – ha aggiunto il sindaco di Fiumedinisi – noi abbiamo già presentato un esposto alla Procura di Palermo e inoltreremo un atto stragiudiziale con il quale chiederemo la revoca in autotutela del provvedimento all’Assessorato dell’Energia". Strada che non sembra convincere i colleghi amministratori degli altri comuni, intervenuti oggi per capire come muoversi, sia perché l’atto stragiudiziale non assicura tempi di risposta certi e tantomeno la giustizia penale potrebbe avere interesse ad occuparsi di una questione prettamente amministrativa. Una volta avuti in mano i decreti (diversi sindaci, seppur siano pubblicati sul sito istituzionale del Dipartimento dell'Energia, non ne hanno preso visione) i Comuni non potranno dunque fare altro che impugnarli dinanzi al Tribunale amministrativo regionale entro 60 giorni, con singoli ricorsi in cui verranno ovviamente condivise le contestazioni da sollevare per far sì che di fatto si avvii un’azione comune. Non è escluso che si decida di percorrere anche la “via politica” per dirimere la vicenda: nel corso dell’assemblea si è infatti accennato alla presentazione di una interrogazione parlamentare all’Assemblea regionale siciliana da parte dell’onorevole Cateno De Luca, non presente alla riunione ma tenuto informato sui fatti, che alla pubblicazione del bando di gara e alla stipula del contratto di concessione con la FinConsorzio ricopriva la carica di sindaco di Fiumedinisi e dunque capofila del Bacino. La Regione ha chiesto la restituzione delle somme (entro 30 giorni dalla notifica dei decreti) a Fiumedinisi (208mila euro), S. Teresa (250mila), Roccalumera (250mila), Alì Terme (246mila), Furci (235mila), S. Alessio (215mila), Nizza (197mila), Pagliara (186mila) e Itala (149mila). Per Casalvecchio, Savoca e Scaletta ha già deciso lo scorso anno di non versare il saldo del finanziamento, mentre Alì, Antillo e Mandanici non avevano ottenuto contributi comunitari a valere sui fondi del Po-Fesr 2007/2013. L'assemblea, che ha discusso anche della regolarizzazione delle quote associative dei Comuni al Bacino, sarà aggiornata nelle prossime settimane, non appena si avranno eventuali riscontri alla richiesta di revoca in autotutela formulata dal Comune di Fiumedinisi.