Giovedì 21 Novembre 2024
Sanzione della Città metropolitana a tre anni dal sequestro della Guardia di Finanza


Mongiuffi Melia, multati Comune, sindaco e tecnico per il depuratore senza autorizzazione

di Andrea Rifatto | 30/08/2024 | ATTUALITÀ

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Il sequestro risale al 2021

A tre anni di distanza dal sequestro, a Mongiuffi Melia arrivano anche le contestazioni amministrative per le irregolarità dell’impianto di depurazione fognaria. La Città metropolitana di Messina ha infatti notificato un’ordinanza-ingiunzione di pagamento relativa al verbale di contestazione elevato nell’aprile del 2021 dalla Guardia di Finanza, che sottopose a sequestro preventivo l’impianto e indagò tre persone tra tecnici e amministratori comunali per le ipotesi di reato di inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose e omissione di atti d’ufficio, in quanto venne appurato che i reflui fognari prodotti a Mongiuffi Melia venivano sversati nel torrente Postoleone, a causa dal cattivo funzionamento del ciclo di depurazione. Adesso l’ex Provincia ha notificato la sanzione per l’assenza di autorizzazione allo scarico del depuratore di contrada Postoleone, ordinando al Comune, al sindaco Rosario D’Amore e al responsabile dell’Ufficio tecnico, l’architetto Carmelo Campailla, di pagare la somma di 6mila 615 euro, di cui 6mila 600 euro per sanzione e 15,50 euro per spese di procedure. L’ente ha chiesto di poter rateizzare il versamento e la Direzione Ambiente-Servizio tutela aria e acque della Città metropolitana ha concesso la rateizzazione in 24 rate mensili. La giunta, presieduta dal vicesindaco Leonardo Longo, ha assegnato l’importo di 6mila 615 euro al responsabile dell’Area Finanziaria, specificando che l’onere economico complessivo della sanzione dovrà essere ripartito in part uguali tra Comune, sindaco e tecnico. La Città metropolitana ha rilevato che neanche successivamente agli accertamenti della Guardia di Finanza il Comune ha ottenuto il provvedimento autorizzatorio da parte della Regione e ha considerato la violazione di carattere amministrativo e formale, senza un rilevante impatto ambientale

Nel 2021 la Guardia di Finanza rilevò “la contaminazione ambientale riconducibile al malfunzionamento e cattivo stato di manutenzione e gestione dell’intero impianto di depurazione delle acque reflue provenienti dal sistema fognario comunale”, evidenziando come “in spregio alle più basilari norme ambientali nell’alveo del torrente Postoleone avvenisse il non autorizzato sversamento di reflui non depurati, provenienti dalla condotta che porta le acque sino alla vasca di decantazione del depuratore”. Una scoperta che portò ad avviare specifici approfondimenti con l’analisi della documentazione afferente l’impianto di depurazione, acquisita all’Ufficio tecnico comunale, che consentì di accertare come, oltre alla all’assenza di auto-analisi (prevista per legge) delle acque in ingresso ed in uscita dall’impianto, mancasse totalmente l’autorizzazione allo scarico dei reflui fognari nelle acque superficiali, in quanto scaduta nel 2008 e non più concessa dalla Regione. 


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