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Morire davanti un punto di soccorso: "Aprire il Pte h24, costretti a rifiutare i pazienti"
di Andrea Rifatto | 26/10/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/10/2019 | ATTUALITÀ
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Il Pte-118 di S. Teresa e nei riquadri Lo Giudice e Grillo
La morte di Paolo Pagano, l’ex vigile urbano deceduto giovedì sera a S. Teresa di Riva (LEGGI QUI), ha riacceso il dibattito sulla funzione del Presidio territoriale di emergenza di piazza Municipio e soprattutto sull’orario di apertura agli utenti. Perché morire davanti ad un presidio sanitario, luogo dove si dovrebbe ricevere soccorso, è assurdo. Ancor di più perchè in questo caso alla richiesta di aiuto non ha risposto nessuno, per una serie di circostanze nefaste che hanno avuto come conseguenza la perdita di una vita umana. Quando Pagano ha suonato al campanello non gli ha risposto nessuno, perché il medico del Pte è presente dalle 8 alle 20, così come stabilito dai vertici aziendali e l'ambulanza del 118 era fuori per un intervento. Quando è arrivata l’ambulanza del 118 dalla postazione di Letojanni per il pensionato era ormai troppo tardi e dopo trenta minuti di tentativi di rianimarlo il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso. La salma è stata consegna ai familiari per i funerali, che si terranno oggi alle 15 nella chiesa di Portosalvo. Un caso che ha riaperto la discussione sul Pte. “Assurdo che una persona arrivi dietro la porta e non possa essere soccorsa perché dalle 20 alle 8 è chiuso – commenta il sindaco Danilo Lo Giudice – ci proponiamo di fare un’iniziativa con i medici per capire se è possibile garantire l’apertura h24. Sarebbe inoltre opportuno avere in un unico presidio la Guardia medica (attualmente a Sant’Alessio, ndc) e il Pte, per avere un medico sempre presente”. “La sanità è l’unica cosa sulla quale non si può andare mai al ribasso” aggiunge il vicesindaco e assessore alla Salute Gianmarco Lombardo, che propone una raccolta firme come fatto già negli anni scorsi per scongiurare la chiusura totale del presidio. E i medici sono ormai stufi: “La gente si rivolge a noi anche la notte – dice Nino Grillo, responsabile provinciale Snami e medico del 118 di S. Teresa – perché sanno che questa realtà funziona in alternativa al pronto soccorso e ci dispiace deviarli alla guardia medica o all’ospedale. Lo Snami ha sempre avuto a cuore i Pte e più volte abbiamo offerto diverse soluzioni ma la politica e le istituzioni sono sorde: per garantire a costo zero l’apertura h24 del Pte si potrebbero utilizzare, ad esempio, i raddoppi dei turni dei medici delle ambulanze, quando uno esce e l’altro rimane dentro senza far nulla, ma i vertici ci hanno detto sempre no. Oltretutto quello di S. Teresa é l'unico presidio dove non esiste più la guardia medica e non ha senso tenerla a Sant’Alessio, perché qui vengono anche persone che stanno male da altri paesi, come Nizza, Ali Terme, Casalvecchio, Antillo, Limina, che si rivolgono a noi in caso di necessità con il rischio di non trovare il medico in postazione per la chiusura notturna del Pte. Giovedì sera – sottolinea Grillo – se ci fosse stato un medico sarebbe potuto intervenire con il defibrillatore e forse si sarebbe guadagnato tempo prezioso. I medici si sono stancati di non essere presi in considerazione e pian piano stanno abbandonando il 118 per approdare in lidi più tranquilli dove poter finire la propria carriera senza rischiare nulla. É finita la buona volontà che ci ha spinti ad imbarcarci in questa avventura qualificante. Se le cose non cambieranno – conclude provocatoriamente – meglio chiudere i Pte”.