Nessuna attenzione per i pescatori di S. Teresa, dimenticati dalla politica
di Andrea Rifatto | 01/06/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 01/06/2017 | ATTUALITÀ
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Imbarcazioni ricoverate in piazza Stracuzzi tra erbacce e rifiuti
Un tempo florido settore che consentiva a numerose famiglie di trarre il proprio sostentamento, oggi pratica portata avanti da alcuni appassionati che resistono nonostante le difficoltà. Parliamo della pesca e delle attività che ruotano intorno ad essa a S. Teresa di Riva, attuate sia da professionisti che dilettanti proprietari di pescherecci e imbarcazioni principalmente nei mesi tra primavera ed estate. Un settore che nel corso dei decenni non ha ricevuto le giuste attenzioni da parte della politica locale, mai intervenuta per venire incontro alle esigenze dei pescatori santateresini che con grande caparbietà hanno scelto di continuare a dedicarsi al mare, nonostante gli annunci di porticcioli e approdi. Neanche a partire dal soddisfare piccole esigenze, come quella di realizzare un’area da destinare al ricovero di barche e natanti per fare in modo che durante la cattiva stagione possano trovare riparo evitando così di rimanere parcheggiate sul lungomare all’arrivo delle mareggiate. Nessuna idea né proposta, poi, neanche a dirlo, per ciò che concerne la realizzazione di un approdo per natanti sia da pesca che da diporto. In assenza di servizi e zone destinate a tali scopi, i pescatori di S. Teresa da decenni sono costretti a organizzarsi in proprio e hanno scelto le due estremità del paese, alla foce dei torrenti Agrò e Savoca, per ricoverare le barche sia di piccole che grandi dimensioni, movimentate grazie a ruspe cingolate durante i periodi di pesca. Vere e proprie zone di rimessaggio utilizzate anche per la manutenzione dei mezzi, lasciati sull’arenile, nel caso del quartiere Bucalo, o in piazza Antonio Stracuzzi (ex piazza Mercato) sul lungomare a Barracca. In quest’ultimo caso, l’incuria e il degrado regnano sovrani, tra natanti ormai abbandonati e inutilizzabili e vecchi carrelli per il trasporto delle imbarcazioni, circondati da erbacce, rovi e rifiuti, dove tra l'altro nei giorni scorsi è divampato un incendio che ha distrutto una imbarcazione. La soluzione ottimale potrebbe essere quella di progettare un approdo vero e proprio per il varo e l’alaggio, come avvenuto nella vicina Nizza, magari alla foce del torrente Agrò, con argani per la movimentazione delle barche e un’area dedicata ai pescatori, impegnandosi per attingere le risorse necessarie dai fondi comunitari 2014-2020 di cui una parte dedicati proprio al settore pesca. S. Teresa nei mesi scorsi aveva aderito alla strategia di sviluppo locale nel settore pesca proposta dal Gruppo di azione locale “Costa dei Nebrodi” con una iniziativa da 2,1 milioni di euro, classificatosi però decima e ultima nella graduatoria definitiva dei Flag, le aggregazioni territoriali che riuniscono enti locali e portatori di interesse per promuovere lo sviluppo dell’indotto del mare, e rimanendo dunque esclusa dai fondi.