Nizza, demolito l'ex stabilimento "La Rotonda" sulla spiaggia. Ed è scontro politico
di Andrea Rifatto | 28/05/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 28/05/2019 | ATTUALITÀ
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I lavori di demolizione sull'arenile
Ruspe in azione sulla spiaggia di Nizza di Sicilia per demolire l’ex stabilimento balneare “La Rotonda”, struttura che risultava abbandonata da ormai sei anni. I lavori di bonifica sono iniziati nei giorni scorsi e procedono speditamente. Ad effettuarli è una ditta del posto su incarico dell’ex concessionaria. E sulla questione è nato uno scontro politico, a suon di post sui social network tra il sindaco Piero Briguglio e la consigliera di minoranza Nella Foscolo. “Una battaglia vinta da RinnoviAmo Nizza”, l’ha definita la Foscolo a nome di tutto il gruppo politico. Postando le foto degli interventi, l’esponente della minoranza ha rimarcato che “sono iniziati i lavori di demolizione, con ripristino dello stato dei luoghi, della struttura ex Rotonda, la cui situazione di degrado, per anni, ha rappresentato uno scempio paesaggistico, ambientale e territoriale”. La concessione demaniale risaliva agli inizi degli Anni Ottanta e lo stabilimento, con annesso bar-pizzeria, è rimasto in funzione fino al 2013. Poi la struttura è stata abbandonata. L’opposizione, il 5 giugno dello scorso anno, aveva presentato una mozione sull’argomento, sollecitando l’intervento del sindaco Piero Briguglio per risolvere la questione. Il primo cittadino, il 19 giugno, aveva quindi inviato una nota all'Ufficio Territoriale dell'Ambiente di Messina, chiedendo la bonifica dell’area e specificando che il costo presunto sarebbe stato di 30mila euro, somme che il Comune non era in grado di spendere. Un pressing che ha portato i suoi frutti. “Con grande soddisfazione da parte di tutti - ha scritto Briguglio in un post su Facebook - sono iniziati i lavori di bonifica dell'ex Rotonda sul lungomare di Nizza di Sicilia. Le istanze inoltrate dall'Amministrazione al Demanio marittimo, a sua volta trasmesse alla Regione, hanno dato impulso positivo, visto che l'ex concessionaria ha iniziato i lavori per la messa in pristino dello stato dei luoghi. Grazie, da parte del sottoscritto a nome della comunità nizzarda, all'ex concessionaria che ha adempiuto all'obbligo restitutorio dell'area e grazie alla ditta locale che sta svolgendo con scrupolo e professionalità i lavori di ripristino dell'area interessata”. “I meriti sono di chi li ha - ha aggiunto il sindaco - e nello specifico sono da riconoscersi all'ex concessionaria che ha saputo scegliere una ditta professionalmente in grado di svolgere il compito affidatole. Rammaricano le dichiarazioni virtuali di chi pur sapendo di non avere meriti o ruoli nella vicenda, cerca di appuntarsi medaglie che non ha conquistato. Questo ennesimo atto conferma che non vi sono limiti al narcisismo politico che alberga nella mente di alcuni soggetti”. A stretto giro è arrivata la replica. “L'eliminazione del degrado è stata e rimane una battaglia vinta da RinnoviAmo Nizza - ha scritto Nella Foscolo - pensate a sistemare la situazione del depuratore, tutelate gli interessi del comune in merito al disastro ‘Estate Nizza in Festa’ e tanto altro”. L’area in questione è stata inserita dalla Regione, con decreto dell’assessore al Territorio e Ambiente del 30 novembre scorso, nell’elenco di beni immobili in condizioni di precarietà accertata che possono essere concessi a titolo oneroso con procedure ad evidenza pubblica ai sensi dell’art. 20 della Lr. n. 8/2018. Nella scheda allegata al decreto viene specificato come “l’area risulta occupata dai resti dello stabilimento balneare, con annesso bar/pizzeria denominato “La Rotonda”, nel Comune di Nizza di Sicilia , individuata catastalmente al foglio di mappa n° 9, porzione della particella n° 635. Il suddetto stabilimento balneare verte oggi in una situazione di totale degrado ed abbandono, oltre che di pericolo, cosi come si può riscontrare nell’allegata documentazione fotografica”. Secondo la normativa regionale, infatti, i beni immobili che insistono sulle aree demaniali marittime della Regione che versano prioritariamente in condizioni di precarietà accertata, individuati con decreto dell'assessore regionale, possono essere concessi a titolo oneroso con procedure ad evidenza pubblica, per un periodo non superiore a cinquanta anni, anche con l'introduzione di nuove destinazioni d'uso finalizzale allo svolgimento di attività economiche compatibili con gli utilizzi del demanio marittimo”. Nel caso in questione le strutture sono state ormai rimosse e quindi la Regione dovrà prenderne atto.