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Nizza. Il depuratore della discordia: quali soluzioni?
di Andrea Rifatto | 16/01/2014 | ATTUALITÀ
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L'impianto di depurazione di Nizza di Sicilia
Il depuratore di Nizza di Sicilia rimane al centro del dibattito politico. Dopo il sopralluogo all'impianto effettuato nei giorni scorsi su sollecitazione del locale circolo del Partito Democratico, cui hanno partecipato, oltre ai democratici, gli ex consiglieri comunali del gruppo "Cambia Nizza", rappresentanti dell’associazione “Idea 98026”, il responsabile dell’impianto Umberto Valerini e il dirigente dell’area tecnica del Comune ing. Giovanni Briguglio, il segretario Pd Franco Parisi ha tratto le conclusioni in merito alle problematiche dell’impianto ed alle possibili soluzioni da adottare. A supporto delle proprie tesi Parisi si è avvalso della consulenza tecnica dell’ing. Davide Parisi, che dopo aver preso parte alla visita all’impianto dello scorso 3 gennaio, ha stilato una dettagliata relazione, che verrà consegnata all’Amministrazione comunale, sul funzionamento della struttura e sul ciclo di trattamento dei reflui. Nonostante alla data del sopralluogo l’impianto operasse in misura estremamente ridotta a causa di in un fermo programmato per manutenzione, è stato comunque possibile verificare il funzionamento delle strutture e valutare quali modifiche siano necessarie: i lavori eseguiti di recente hanno infatti costituito solo riparazioni o sistemazioni dell’impianto a seguito di rotture o malfunzionamenti, ma non ne hanno risolto i problemi originari. Sulla questione depuratore nei giorni scorsi il gruppo di minoranza “Libera Nizza” aveva chiesto la convocazione dell'apposita commissione consiliare per sapere come avesse operato l'esperto nominato dal Comune e se fosse stata trovata una soluzione al problema dell'emissione di cattivi odori. Anche l gruppo capeggiato da Mimma Brigandì, che ha approfondito i problemi relativi al cattivo funzionamento del depuratore consortile sin dal suo insediamento, con interrogazioni, una commissione tenutasi proprio al depuratore e parecchie sollecitazioni all’Amministrazione comunale, ritiene come la scelta di immettere ossigeno nelle vasche nei mesi estivi non sia la migliore soluzione. “A partire dallo scorso luglio ad oggi – aveva spiegato la capogruppo Brigandì - sono stati spesi più di 130mila euro ma si presentano sempre problemi diversi. La vera soluzione sarebbe quella di impegnarsi per rifare ex novo l'impianto, spostandolo più a monte”. Obiettivo raggiungibile puntando sull’ottenimento di un finanziamento regionale, magari tramite l'Unione dei Comuni Valle del Nisi, che pare sia in rampa di lancio dopo l’incontro di ieri a Fiumedinisi tra i rappresentanti dei quattro comuni della vallata (Alì, Alì Terme, Fiumedinisi e Nizza).
Il malfunzionamento dell’impianto – scrive Franco Parisi - ha due effetti principali: l’emanazione di odori fastidiosi e una mediocre capacità di depurazione delle acque, che vengono poi sversate in mare con effetti inquinanti. Il problema degli odori, mitigato durante l’inverno dalle basse temperature e dalla piogge, continuerà a ripresentarsi durante la stagione estiva con l’aumento delle temperature e della popolazione. I democratici nizzardi ritengono che la soluzione prospettata dall’Amministrazione guidata da Giuseppe Di Tommaso, ovvero l’insufflazione di ossigeno nelle vasche di ossidazione dei reflui fognari, si potrebbe rivelare insufficiente: per affrontare definitivamente il problema dei cattivi odori emessi dal depuratore si dovrebbero mettere in atto misure efficaci, come una migliore gestione dei tempi e del funzionamento degli impianti di sollevamento di Nizza e Alì Terme, l’introduzione di cappe deodorizzanti e l’adeguamento del sistema di ossigenazione delle vasche dell’impianto. Parisi segnala anche che la tenuta della tubazione sottomarina sarebbe a rischio, in quanto viene segnalata dai pescatori la possibile fuoriuscita di liquido a circa trenta metri dalla costa, fatto che potrebbe mettere in pericolo la balneabilità delle acque. Ma la questione fondamentale, ovvero lo spostamento a monte dell’intero impianto di depurazione, che potrebbe risolvere definitivamente le annose problematiche, sembra un giallo: pare infatti che l’ipotesi progettuale sia tramontata e la strada prescelta sia un nuovo impianto, certamente funzionale e completo, ma che riprende, secondo il Pd di Nizza, un’impostazione come quella attuale, mentre tecnologicamente si stanno diffondendo ipotesi più moderne, più efficaci e soprattutto più economiche. Va detto che la mancanza di risorse economiche non è un problema da poco per l’esecutivo nizzardo: una maggiore capacità di spesa porterebbe a trovare soluzioni più efficaci e si potrebbe intervenire tempestivamente ad ogni guasto che mette in crisi tutto il funzionamento del processo depurativo, acquistando ad esempio pompe ed attrezzature di riserva che al momento mancano, anziché rimediare con soluzioni tampone a volte poco appropriate. E’ incomprensibile – conclude la nota del circolo Pd - che il Comune di Nizza abbia un credito cospicuo nei confronti del Comune di Fiumedinisi e non abbia fatto nulla per riscuoterlo. L’impianto serve tre comuni ma i problemi li soffre solo Nizza di Sicilia: per questo è soprattutto nostro interesse che tutto sia fatto per garantire la vivibilità del paese.