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Omicidio di Lorena Quaranta, ergastolo a rischio annullamento. La famiglia: "Sconcertati"
di Andrea Rifatto | 10/01/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 10/01/2023 | ATTUALITÀ
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Antonio De Pace e Lorena Quaranta
Rischia l'annullamento il processo per il femminicidio di Lorena Quaranta, la 27enne di Favara studentessa di Medicina all’Università di Messina, uccisa il 31 marzo 2020 a Furci Siculo, che si è concluso in primo grado il 14 luglio scorso con la condanna all’ergastolo del suo fidanzato, l’infermiere 30enne calabrese Antonio De Pace. L’avvocato Salvatore Silvestro, difensore dell’omicida, ha infatti inserito tra i motivi d’appello depositati in Tribunale, affinché siano trattati in secondo grado, anche la presenza di un componente della giuria popolare con età superiore ai 65 anni, che dunque non avrebbe potuto partecipare al processo in quanto l’età massima prevista dalla legge per comporre il collegio è proprio 65 anni, compiuti dal giurato il 9 febbraio 2022. Un vizio di forma che all’apertura del giudizio di appello potrebbe portare la Corte d’assise ad annullare il verdetto di condanna per De Pace e alla celebrazione di un nuovo processo, come accaduto sempre a Messina nelle scorse settimane nel processo per il 58enne Luigi De Domenico, accusato di omicidio volontario per la morte della sua compagna a cui contagiò la sieropositività senza mai rivelarlo e che era stato condannato a 22 anni. Una notizia che ha lasciato senza parole i familiari di Lorena Quaranta: “Ho letto l’atto d’appello e l’ho comunicato ai familiari che sono sconcertati - dice all’Agi l’avvocato Giuseppe Barba, parte civile nel processo per il femminicidio - interpretiamo la norma che prevede il requisito dei 65 anni come giudizio di ammissibilità allorquando viene sottoscritto il verbale di giuramento e di conferimento di incarico di giudice popolare. Ci sono orientamenti che sono stati oggetto di allegazione da parte del difensore dell’imputato che hanno avuto seguito con una recente sentenza della Corte d’Assise d’appello, ma ogni processo ha una sua storia e un suo epilogo. Siamo fiduciosi nel fatto che si utilizzi l’interpretazione giurisprudenziale che ritiene l’ammissibilità al momento della sottoscrizione del giuramento e non già nel momento in cui il processo venga definito- Prediamo atto con la speranza che si formi un indirizzo giurisprudenziale diverso e più garantista - conclude l’avvocato Barba - che guardi non soltanto alla difesa tecnica dell’imputato, che è sacrosanta, ma anche all’interesse dei congiunti della vittima che si vedono costretti a subire un ulteriore processo”.