Giovedì 31 Ottobre 2024
I rappresentanti di tre sigle preoccupati per il depotenziamento e la carenza dei servizi


Ospedale di Taormina, i sindacati: "La politica doveva agire prima, pronti allo sciopero"

di Andrea Rifatto | 27/12/2022 | ATTUALITÀ

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I sindacalisti Trino, Caminiti e Cardone

Non solo sindaci e parlamentari, ma anche le organizzazioni sindacali seguono con apprensione le vicende che riguardano l’ospedale di Taormina e il suo depotenziamento ormai in atto da tempo, che potrebbe portare nei prossimi mesi anche alla chiusura del Centro di Cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo, struttura che opera in convenzione con l’ospedale “Bambin Gesù” di Roma. Abbiamo ascoltato i rappresentanti dei tre principali sindacati che operano all’interno del “San Vincenzo” e conoscono criticità e carenze del presidio, denunciate già da tempo con allarmi spesso rimasti inascoltati. “L’ospedale ha avuto sicuramente tempi migliori - esordisce Antonio Trino, segretario provinciale Cgil-Funzione pubblica Sanità - siamo passati dai fasti di una gestione che negli anni ha portato questo ospedale ad essere una vera eccellenza nella provincia di Messina, con all’interno una ulteriore eccellenza che è la Cardiochirurgia pediatrica, ad oggi dove è chiaro che inizia a venire meno il terreno sotto i piedi, malgrado i numeri sotto gli occhi di tutti e una qualità del servizio di tutto rispetto. Tutto ciò per scelte improbe che non riusciamo a capire a che logica appartengano. Noi sindacalisti abbiamo sempre difeso la struttura, è chiaro che i lavoratori non rischiano e dunque non dobbiamo difendere i posti di lavoro perchè verranno riassorbiti, ma nel momento in cui la Cardiochirurgia dovesse venisse meno il presidio sarà ulteriormente contratto e questo a danno della cittadinanza. Il risvolto sociale sarà che ci saranno meno posti di lavoro in futuro - aggiunge - forse queste proteste andavano fatte prima. La maggior parte dei sindaci che protestano appartengono a questo governo regionale di destra, che come primo atto ha istituito la Cardiochirurgia a Palermo: adesso sono qui, giustamente, a protestare, ma forse qualche riflessione dovremmo farla”.

“Già dal 2016 ci siamo mossi per difendere questo presidio - evidenzia Giovanni Caminiti, responsabile dell'Area Infermieristica della Uil Fpl Messina -  prima delle elezioni regionali abbiamo fatto diversi incontri con i lavoratori per capire se questo depotenziamento fosse nell’aria o voluto. Si è convenuto tutti quanti di indire lo stato di agitazione del personale e siamo stati davanti al prefetto per la procedura di raffreddamento: da questo incontro è nato un impegno della politica di potenziare quelle attività depotenziate, come Ematologia, Urologia, Ortopedia, reparti che stanno soffrendo notevolmente. Ancora aspettiamo la dotazione organica, ma da quanto abbiamo capito la proposta non è neanche sul tavolo dell’assessore regionale: dunque se non c’è la rimodulazione e il potenziamento del fabbisogno del personale come sindacato non possiamo in questo momento decidere cosa fare, però se dovesse arrivare una dotazione organica peggiore saremo costretti a tramutare lo stato di agitazione in sciopero generale. Appena arriverà decideremo cosa fare”.

Per Riccardo Cardone (Fp Cisl Taormina) “Fin dagli ultimi anni si sta notando un decremento del personale in servizio: prima di essere sindacalista sono infermiere del pronto soccorso - racconta - dove si verificano spesso episodi di sovraffollamento e iperafflusso, che provocano agitazione nell’utenza e anche episodi di violenza. Ci stiamo battendo e siamo vicini ai lavoratori, la nostra preoccupazione principale è cosa avverrà con la chiusura della Cardiochirurgia pediatrica e con il depotenziamento dell’intero ospedale. Taormina e il comprensorio hanno bisogno di professionisti della salute e personale che svolga mansioni che possano anche sgravare gli infermieri dall’assistenza di base: ad oggi mancano ancora gli operatori socio-sanitari che sarebbero importanti per assicurare i percorso assistenziali e la degenza che porta molti pazienti a rimanere sulla barelle del pronto soccorso con scene terribili, perchè l’assistenza deve essere garantita da noi infermieri, che per natura e concezione del pronto soccorso siamo dediti alle acutizie e ai servizi di emergenza. Mi auguro che la politica e la Regione si passino una mano sulla coscienza - conclude - e insieme possiamo portare avanti il progetto di rimodulazione di questo ospedale per farlo tornare fiore all’occhiello come era fino a tempo fa”.


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