Parco Alcantara, passeggiata archeologica a Francavilla alla scoperta della preistoria
13/12/2021 | ATTUALITÀ
13/12/2021 | ATTUALITÀ
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I partecipanti alla giornata
Un nutrito e qualificato gruppo di persone ha partecipato ieri al secondo appuntamento di attività escursionistiche organizzato dal Parco Fluviale dell’Alcantara nel ventennale della sua istituzione. Una “stuzzicante” passeggiata archeologica a Francavilla di Sicilia alla ricerca delle tracce lasciate dagli uomini preistorici, attraverso le testimonianze dei preziosi reperti archeologici e lo studio della Scienza dell’antichità, che mirano alla ricostruzione del passaggio e della permanenza delle antiche civiltà nel territorio della valle del fiume Alcantara, oggi rigorosamente protetta dalle norme che regolamentano il Parco. I partecipanti giunti a Francavilla di Sicilia da alcuni centri viciniori, accolti dal vicesindaco e assessore alla Cultura Gianfranco D’Aprile, dopo essere stati salutati dal presidente del Parco fluviale Renato Fichera e dal direttore Antonino Lo Dico, hanno iniziato l’escursione con un viaggio didattico nelle sale del Mafra (Museo Archeologico di Francavilla), ubicato all’interno del Palazzo Cagnone, un edificio storico del XVI secolo, guidati dall’archeologa Maria Grazia Vanaria che ha spiegato in maniera dettagliata e puntuale quanto custodito nel museo. Qui si è avuto modo di potere ammirare alcuni importanti reperti archeologici che riconducono tangibilmente alle prime presenze antropiche in questa parte della valle del fiume Alcantara. Il museo ospita infatti reperti che documentano l’esistenza nella zona di un insediamento di Siculi e la presenza di resti di una città greca, oggi in parte nascosta dall’abitato moderno, fondata dai Calcidesi di Naxos che risalirono il corso del fiume Alcantara già nel corso del VII sec. a.C. Una sala del museo, che conserva statuette e seducenti volti femminili, è dedicata al Santuario suburbano della dea Demetra e della figlia Persefone, uno dei complessi sacri di maggiore rilievo della Sicilia greca. Dopo aver visitato il museo gli escursionisti, accompagnati dalla guida del Parco Carmelo Magaraci e da Francesco Calabrese dell’associazione Sicily Green Adventures, esperto conoscitore dei luoghi, si sono spostati in due insediamenti arcaici rupestri dai limiti ben definiti “dei quali fortunatamente – racconta Enzo Crimi, divulgatore ambientale e naturalista, già commissario Superiore del Corpo Forestale della Regione siciliana - rimane ancora traccia nella pietra che si trova nei pressi della sponda sinistra del fiume Alcantara nell'altipiano di Orgale, nel comune di Castiglione di Sicilia. Il primo è il misterioso "Menhir" a raffigurazione fallica maschile, situato nel bassopiano di Orgale; molti studiosi sostengono che si tratta di un manufatto modellato nella roccia megalitica arenaria, riconducibile a consuetudini religiose con riti primordiali collegati alla simbologia fallica propiziatoria della fertilità e a comprova di ciò, esso è posizionato adiacente ad un altro masso di arenaria, che secondo alcuni esperti, rappresenta il sesso femminile”. Il secondo sito rupestre distante qualche centinaio di metri a monte dal primo, è una piccola necropoli composta da un gruppo di cellette funerarie (gruttitti) a tipologia singola e multipla scavate nei poderosi massi di arenaria, che i primi uomini utilizzavano verosimilmente per la sepoltura dei loro defunti. Di questo sito, verosimilmente risalente al periodo dei siculi, vi è testimonianza concreta al Mafra di Francavilla di Sicilia. Nei pressi del "Menhir" a raffigurazione fallica maschile, si è avuto modo di conoscere anche un arcaico palmento rupestre che è un semplice manufatto in pietra che rappresenta una vocazione agro-vinicola di questo territorio. I palmenti rupestri servivano a produrre vino e questa attività, a volte integrata con la spremitura delle olive, secondo alcuni illustri studiosi, in questo territorio è verosimilmente precedente alla colonizzazione greca e risale all’età del bronzo, tuttavia, furono i greci di Naxos nell’VIII secolo a.C., a introdurre per la prima volta nuove cultivar di vitigni e la coltivazione vera e propria della vite.