Passerelle sui torrenti, ecco come funzionano e perché non c’è da gridare allo scandalo
di Andrea Rifatto | 19/11/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 19/11/2021 | ATTUALITÀ
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Il 12 novembre auto bloccate dalla piena
“Ma chi ha progettato questo obbrobrio, lo sanno anche i bambini che i ponti non si fanno così”. Esclamazione che dal 2017 ad oggi, da quando sono state aperte le due passerelle provvisorie sui torrenti Agrò e Fiumedinisi, lungo la Statale 114, abbiamo sentito più volte, soprattutto in occasione delle piene dei corsi d’acqua che costringono all’interruzione dei collegamenti tra Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio Siculo e tra Nizza di Sicilia e Alì Terme. E allora lo spieghiamo per l’ennesima volta, nonostante sin dall’inizio, già durante la costruzione, sia stato illustrato il loro funzionamento. Le passerelle nascono come strutture provvisorie appositamente realizzate con un profilo cosiddetto “a corda molla”, ossia con l’inclinazione verso il basso, in quanto devono essere sommergibili, cioè sormontabili dalle acque in caso di piena. L’Anas, infatti, ha ricevuto il nulla osta idraulico dal Genio civile oltre cinque anni fa per realizzare solo questo tipo di collegamento, in sostituzione dei ponti stabili chiusi in attesa di essere demoliti e ricostruiti, mentre altri tipi di strutture più stabili non sarebbero state autorizzate. Come spiegato nel 2016 in un incontro a Sant’Alessio Siculo dall’allora ingegnere capo del Genio civile, Leonardo Santoro, “in caso di piena dei torrenti le passerelle andranno chiuse, così come ho specificato nelle prescrizioni inviate all’Anas, perché la tipologia costruttiva prevede che le acque del torrente le passino sopra in caso di piene abbondanti, in modo da non trovarsi davanti un tappo”. Esattamente ciò che si è verificato in questi anni e che è stato ampiamente previsto. Dunque nessun errore di progettazione o azzardo tecnico, ma semplicemente un’opera che si sta comportando così come deve, in base alla finalità per la quale è stata realizzata. Certamente una più celere e migliore pulizia delle canne metalliche sottostanti dentro le quali scorre l’acqua, avviata da Anas con un piccolo escavatore solo martedì scorso, forse avrebbe evitato che il 12 e il 17 novembre la piena raggiungesse la carreggiata dell’Agrò. Ciò ovviamente crea dei disagi per le popolazioni, stanche di vedersi improvvisamente tagliate in due e isolate in caso di chiusura delle passerelle, previste per due anni e invece ancora in piedi. Ma i ritardi che hanno portato a tutto ciò li spiegheremo prossimamente. In questi giorni sono sorte anche delle polemiche in merito alla chiusura delle bretelle, in particolare quella sul torrente Agrò, e ad una mancanza di comunicazione tra Anas e le amministrazioni locali. Secondo un apposito piano di emergenza siglato cinque anni fa tra l’Anas, i Comuni di Santa Teresa e Sant’Alessio ei centri collinari della Val d’Agrò, in caso di eventi meteo avversi che potrebbero causare la piena del torrente Agrò, con l'innalzamento del livello delle acque e il conseguente rischio che le stesse sovrastino l'infrastruttura, è compito dei sindaci segnalare alla Centrale operativa Anas il rischio di esondazione del corso d’acqua, mentre la chiusura spetta all’ente gestore della Statale 114, appunto l’Anas. Il 12 novembre, invece, le cose sono andate diversamente, visto che quando il torrente ha tracimato sulla strada, il transito era ancora aperto e gli automobilisti che avevano già imboccato la passerella, in particolare dal lato di Santa Teresa, sono stati costretti all’improvviso a fare marcia indietro: sulla sponda di Sant’Alessio sono giunti i Carabinieri e la Polizia locale e pochi minuti dopo anche i Vigili su quella opposta, mentre l’Anas è arrivata successivamente. Martedì 17, invece, Anas ha sbarrato immediatamente la passerella appena il livello dell’acqua ha raggiunto il bordo della sede stradale e gli amministratori comunali santateresini hanno lamentato l’assenza di comunicazioni preventive, che difficilmente possono essere date visto che lo stato del torrente cambia repentinamente. In ogni caso una maggiore sinergia tra enti e istituzioni locali non può che essere utile per venire incontro alle esigenze del territorio.