Pennelli e ripascimento sulla spiaggia di Santa Teresa, 13 criticità bloccano la procedura
di Andrea Rifatto | 14/07/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/07/2024 | ATTUALITÀ
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Lo spazio per stabilimenti balneari e attività è sempre meno
L’apertura del cantiere sembra adesso ancora più lontana. Non arrivano notizie confortanti dalla Regione per l’avvio dei lavori di protezione del litorale di Santa Teresa di Riva dall’erosione costiera, previsti da un finanziamento da 10,6 milioni di euro. Nonostante l’appalto per la progettazione e la realizzazione delle opere sia stato affidato nel 2021, la pratica è all’Assessorato Territorio e Ambiente per essere sottoposta all’esame della Commissione tecnica specialistica per il rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), finalizzato all’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale. Tutti si attendevano il parere finale della Cts, invece ne è arrivato uno istruttorio intermedio nella quale la Commissione rileva 13 criticità e avanza al Commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico la richiesta di approfondimenti e integrazioni al progetto. La risposta dovrà arrivare entro fine mese oppure potrà essere chiesta una sospensione dei termini per la presentazione della documentazione integrativa per un periodo non superiore a 180 giorni. In tal caso significherebbe rinviare tutto al 2025. Il progetto, come è noto da anni, prevede la realizzazione di 14 pennelli in massi naturali di pietra lavica e il ripascimento emerso di 3,3 km di litorale e sommerso nei tratti intermedi tra i pennelli, con l’utilizzo di 253.490 metri cubi di sabbia del torrente Savoca e 9.940 metri cubi proveniente dallo scavo per la realizzazione dei pennelli. La Cts, però, solleva dubbi su diversi aspetti. Innanzitutto in relazione alle operazioni di escavo a mare per la posa dei massi dei pennelli e delle altre opere previste è stato chiesto di attivare la richiesta di autorizzazione per l’immersione in mare di materiale derivante da attività di escavo, mentre in relazione alle operazioni di ripascimento il Commissario di Governo dovrà procedere alla caratterizzazione fisica, chimica e microbiologica dei sedimenti, al fine di dimostrarne la compatibilità e l’innocuità. In merito ai massi di terza categoria (peso compreso tra 3000 e 7000 kg) per la realizzazione dei pennelli, previsti per un totale di 44.722 tonnellate, la Cts ha chiesto di chiarire le caratteristiche e dimostrarne la compatibilità e l'innocuità. Altre criticità sono legate alle fasi di cantiere: occorre evidenziare le aree di deposito temporaneo dei materiali lapidei e di quelli dello scavo da effettuare in corrispondenza dei pennelli sull’arenile in adiacenza del mare, prevedere che le lavorazioni relative alla collocazione dei sedimenti siano effettuate solo al di fuori della stagione balneare e, al fine di evitare fenomeni di torbidità delle acque marine, prevedere che tutti i materiali lapidei utilizzati siano preventivamente lavati, con acqua di lavaggio recuperata e trattata; inoltre per evitare rischi di contaminazione delle acque, va predisposto un piano di prevenzione e intervento nel caso di sversamenti accidentali. Necessario uno studio specifico sulla cantierizzazione delle opere con indicazione della viabilità interferita, dei siti di provenienza e di trattamento di tutti i materiali e di eventuale smaltimento dei materiali in esubero; occorre concordare con il Comune un piano di coordinamento del traffico legato all'attività di cantiere ed effettuare un’apposita analisi dei flussi viari in modo da concentrare le operazioni logistiche dei mezzi durante le ore e i giorni meno trafficati, ed eventualmente sospenderle nei mesi estivi. Chiesto poi di verificare la coerenza dell’intervento con il Piano di utilizzo del demanio marittimo e in relazione all’eventualità di dover conferire eventuali materiali di scavo in esubero, nella redazione del piano relativo alle terre e rocce da scavo occorre dettagliarne i volumi ed individuare i siti di conferimento. In relazione al Piano di monitoraggio ambientale, la Commissione ha chiesto di integrare la parte di monitoraggio riguardo gli impatti dell’opera sommersa per meglio verificare la stabilità degli elementi lapidei che compongono le barriere e dei loro assestamenti, dettagliando inoltre le modalità del monitoraggio, con relative tempistiche e criteri di diffusione dei dati; al fine di verificare possibili interferenze o disturbi alle specie, dovrà essere previsto il monitoraggio dello stato di salute delle praterie a fanerogame presenti nell’intorno Cymodocea nodosa (e Posidonia oceanica esterna all’intervento) con indicazione dei criteri e delle tecniche, dell’ubicazione dei punti di monitoraggio, della durata e della frequenza di campionamento e delle eventuali azioni di mitigazione; inoltre il Piano di monitoraggio dovrà essere concordato con Arpa Sicilia.