Piromane in azione a Santa Teresa, per la terza volta in un mese colpita Fautarì
di Andrea Rifatto | 12/08/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 12/08/2024 | ATTUALITÀ
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Un elicottero della Forestale in azione a Fautarì
C’è un piromane che continua ad agire indisturbato sulle colline di Santa Teresa di Riva, devastando il territorio e i sacrifici di chi lo cura. Per la terza volta in un mese, infatti, è stato appiccato un incendio nella zona a monte della frazione Fautarì, già colpita dai roghi il 14 luglio e l’1 agosto. L’incendiario ha agito nuovamente nel cuore della notte tra il 9 e il 10 agosto, suscitando rabbia e sdegno tra i residenti della borgata, appiccando le fiamme che per oltre dodici ore hanno ridotto in cenere ettari di macchia mediterranea e terreni coltivati, tra il centro abitato e la zona sovrastante la Strada provinciale 19/A Casalvecchio-Fautarì-San Carlo. L’allarme è scattato tra venerdì e sabato e sul posto sono giunte le squadre del Corpo Forestale di Savoca, i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Letojanni e del Distaccamento volontari di Antillo, i volontari della Protezione civile di Furci Siculo e in mattinata anche tre elicotteri della Forestale, che fino al pomeriggio hanno effettuato lanci d’acqua per domare le fiamme, estesesi in zone impervie irraggiungibili via terra. Roghi dolosi appiccati dalla mano di chi ha concentrato le proprie attenzioni sulla frazione Fautarì, evidentemente con l’intenzione di distruggere il più possibile la zona ma mettendo a rischio anche l’incolumità della popolazione, qualora il fronte del fuoco dovesse avvicinarsi alle case. Già il mese scorso l’incendio aveva lambito il cimitero di Misserio e solo per pochi metri non erano state colpite le sepolture, oltre a danneggiare tanti terreni danneggiati e l’area esterna di una struttura per lo svago dei cani. È necessario, dunque, fermare la mano distruttrice dei piromani e contrastare con ogni mezzo le loro scorribande, pattugliando con maggiore intensità il territorio e utilizzando i sistemi più moderni cone fototrappole, droni o altri mezzi per intercettare i movimenti di chi sceglie deliberatamente di compiere un reato e distruggere l’ambiente, senza contare il rischio di crolli di alberi e massi dai costoni indeboliti dalle fiamme anche successivamente allo spegnimento dei roghi e di danni alle strade e alle reti idriche, elettriche e telefoniche.