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Poliambulatorio Sant’Alessio, parla Sirna: “Polemiche strumentali sulla cassa ticket”
di Andrea Rifatto | 30/07/2015 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 30/07/2015 | ATTUALITÀ
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Dal 1° luglio sportello chiuso. Nel riquadro il dott. Gaetano Sirna
La chiusura dell’ufficio ticket al Poliambulatorio dell’Asp di Sant’Alessio Siculo ha fatto esplodere negli ultimi giorni una mobilitazione generale. Lo sportello esistente all’interno della struttura, infatti, dal primo luglio ha chiuso battenti, costringendo i pazienti che si recano nel polo sanitario per le visite mediche a dover raggiungere l’ufficio postale o le rivendite di tabacchi abilitate per pagare il ticket prima di accedere alla cure. A sollevare il caso è stato nei giorno scorsi il dott. Gianmarco Lombardo, medico presso la Guardia medica turistica di Sant’Alessio e segretario giovanile regionale del Patto dei Democratici per le Riforme. “Una persona ammalata o anziana, magari con un temperatura all’esterno di 40 gradi, deve fare la visita, poi andare al tabacchino o alla posta, pagare il ticket e tornare al Poliambulatorio a mostrarlo – evidenziava Lombardo –: tutto questo quando l'ufficio ticket era qui dentro. Ma è una cosa normale? Di chi é stata questa idea? E perché?”. L’esponente Pdr aveva poi chiesto delucidazioni in merito alla direzione del Poliambulatorio, da cui aveva appreso come la chiusura definitiva dello sportello ticket non fosse stata determinata dai dirigenti della struttura alessese. Oggi abbiamo ascoltato sulla questione il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina, il dott. Gaetano Sirna: “La chiusura della cassa ticket al Poliambulatorio di Sant’Alessio Siculo è dovuta alla carenza di personale in seno all’azienda – spiega il dirigente – e il blocco delle assunzioni non ci permette di integrare quanti non sono più in organico. Stiamo già predisponendo l’attivazione di un sistema di cassa continua e nel frattempo valuterò con i vertici del polo sanitario alessese se sarà possibile assegnare sporadicamente un soggetto, nei momenti in cui non sarà impegnato nelle prestazioni sanitarie, per l’apertura dello sportello. A breve, inoltre – aggiunge Sirna – partirà il servizio di prenotazione e pagamento delle cure tramite App da installare sugli smartphone, cosicché anche da casa sarà possibile effettuare tutte le operazioni”. Rimangono però i disagi per quanti al momento sono costretti a fare la spola per pagare il ticket, di cui non sempre conoscono in anticipo l’importo, per poi accedere alle visite: situazione a cui la direzione dell’Asp poteva ovviare valutando di mantenere aperto lo sportello fino all’effettiva attivazione della cassa continua. “A mio parere non esiste nessun disservizio – prosegue il dott. Sirna – e le polemiche, anche da parte della politica che invece dovrebbe dedicarsi ad altre problematiche, sono solo strumentali: a Sant’Alessio Siculo si registrano circa 4-5 pagamenti al giorno e gli incassi si aggirano sui 2mila ogni tre mesi: non vedo l’insorgere di un disservizio per l’utenza, considerato che i pazienti sanno già in anticipo l’importo da versare e possono benissimo recasi all’ufficio postale o in edicola prima della visita, senza contare che gli utenti con età superiore ai 65 anni sono esenti e dunque non devono affrontare alcuna trafila”. La nostra linea – conclude il direttore generale dell’Asp5 – è quella di garantire in primis la presenza dei medici per le prestazioni ambulatoriali, fondamentali per i cittadini, e poi quella del personale amministrativo”. Per l’azienda sanitaria, dunque, la questione non ha motivo di esistere. La mobilitazione pubblica va comunque avanti: Gianmarco Lombardo ha annunciato che chiederà ai vertici del Pdr di sollecitare la direzione generale dell’Asp a tornare sui propri passi, mentre il presidente del Consiglio comunale di S. Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice, ha chiesto un intervento dell’Unione dei Comuni affinché predisponga un documento ufficiale di protesta da inoltrare all’Asp. Cittadini e utenti del comprensorio rimangono in attesa di sapere se anche questo servizio cesserà di esistere e si appellano ai vertici dell’azienda per far sì che venga mantenuto nell’interesse di tutta la collettività.