Ponte chiuso dal 2018, esplode la protesta: "Dimenticati da tutti e sommersi dai debiti"
di Andrea Rifatto | 11/09/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/09/2023 | ATTUALITÀ
1333 Lettori unici
La protesta davanti al cantiere del ponte
“Sa chi mi sta accanto? I grossi creditori che mi assillano giorno dopo giorno chiedendo i soldi, grazie a loro ho un sostegno. Certo, sono indebitato con le banche, ma fino a quando ho ossigeno vado avanti, non posso accettare che un’attività con 50 anni di storia finisca in questo modo, per un ponte chiuso”. La storia di Domenico Puglisi non è quella di un imprenditore come tanti fiaccato dalla crisi economica, perchè cinque anni fa la mazzata sul suo esercizio di Nizza di Sicilia è arrivata a causa della chiusura del ponte Fiumedinisi sulla Statale 114, a pochi metri dal suo locale all’ingresso lato nord di Nizza di Sicilia, dove non passa più nessuno. Un ponte, che collega con Alì Terme, i cui lavori di demolizione e ricostruzione iniziati quasi due anni fa dovevano concludersi lo scorso gennaio, ma procedono a rilento e del nuovo impalcato non c’è ancora traccia. Così sabato mattina è scattata la protesta, organizzata dal Partito democratico e condivisa dal Movimento Cinque Stelle, per far sentire la voce del territorio e di chi lo vive sentendosi dimenticato, convivendo ogni giorno con disagi negli spostamenti e nei collegamenti, divenuti sempre più precari. “Le preoccupazioni nascono perchè i lavori stanno andando troppo per le lunghe rispetto a quanto programmato - spiega Gaetano Scarcella, coordinatore Pd di Nizza di Sicilia e presidente del Consiglio comunale - e al disagio dovuto al fatto che il traffico è stato interamente deviato sulla passerella precaria sul torrente, si è aggiunto il cantiere del raddoppio ferroviario e quindi altri mezzi pesanti in transito. La bretella ha raggi di curvatura piccoli, una sezione molto ridotta e va chiusa in caso di piena del torrente, non vorremmo che si creasse una situazione esplosiva, una tempesta perfetta”. Una protesta nata anche per chiedere la convocazione con urgenza di un tavolo di confronto con i vertici Anas e con i responsabili del cantiere, oltre che con i soggetti istituzionali e i portatori di interesse affinché si conoscano e possano rimuovere le cause che stanno determinando un così lento procedere delle attività. La politica locale finora non ha ottenuto risposte degne di questo nome: “Il sindaco ha dato vita ad una manifestazione di protesta già nei mesi scorsi ma non abbiamo notizie certe da parte di Anas - aggiunge Scarcella - una condizione di grande difficoltà per i cittadini e un problema molto grande per i commercianti, fortemente penalizzati”. Alla protesta anche alcuni componenti del Coordinamento provinciale del Pd, Giacomo D’Arrigo, Domenico Siracusano, Armando Hyerace e Ketty Tamà, la vicesindaca Nella Foscolo (Pd), il referente nizzardo del M5S Domenico Santisi, l’ex senatrice Grazia D’Angelo con attivisti e simpatizzanti, i consiglieri di minoranza di Roccalumera Rita Corrini e Massimo Bellomo. Pochi, invece, i cittadini. “I problemi sono tanti e da cinque anni si sta utilizzando una bretella provvisoria divenuta l’unica soluzione percorribile per unire i due paesi”, ricorda Santisi. “Chiuso per protesta, vergogna. Dove siete Stato e Regione” ha scritto Puglisi sulle sue vetrine: “Se Regione e Stato vogliono aiutarmi, acquistino il mio immobile per farmi togliermi i debiti, ma finora non mi ha risposto nessuno, neanche la Meloni” dice al sit-in di protesta. “È inaccettabile che delle comunità vengano private di un’arteria di collegamento essenziale per la loro vita quotidiana, abbiamo attivato la nostra deputazione regionale e nazionale per rimovere rapidamente questo scempio - annuncia Siracusano - se Anas è in grado di portare avanti questi lavori lo faccia. Questa manifestazione non è la fine ma l’inizio di una mobilitazione che dovrà portare alla riapertura del ponte nel più breve tempo possibile”. Per Foscolo “una situazione inaccettabile, forse non ci sono le persone giuste al posto giusto o sono incompetenti o irresponsabili, di certo non è possibile essere ancora in questo stato”. E con l’arrivo dei mezzi d’opera del cantiere ferroviario la viabilità rischia di rimanere in tilt per anni.